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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, contro la Sampdoria 3 punti di platino

I rossoblù si sbloccano e centrano la prima vittoria dopo otto turni. Si respira ma, da qui a gennaio, c’è da stringere i denti

Tutti, maledetti e subito. Tre punti che riaccendono la luce in casa Cagliari. Forse, non bellissimi ma preziosi come non mai. La partita non si poteva sbagliare. Per spirito, attenzione e propositività la sfida alla Sampdoria, raggiunta a quota 6, premia il lavoro del gruppo. Adesso, concentrazione e cuore per preparare la trasferta a Firenze. Una vittoria fondamentale per l’autostima e la fiducia. Capace di ridare fiato, pur con le criticità della rosa, a un avvio da incubo. Con il fanalino della bici lasciato alla Salernitana, che di fatto ha esonerato Castori e per affidarsi a Colantuono. I tifosi ritrovano qualcosa che somiglia a un sorriso. Due mesi senza vittorie, meglio godersela. Con Gianfranco Zola talismano: l’ex Magic box si è visto la partita, e i primi 3 punti in otto gare del Cagliari, con i figli Andrea e Samuele.

Ma sarebbe folle abbassare la guardia. Il Cagliari ha una mole enorme di compiti per casa da svolgere. Se chiudi 3-1, ma perdi il confronto sui numeri, una riflessione va fatta. Nel dettaglio, i rossoblù tirano 10 volte (4 tra i pali) contro 15 (3), chiudono con il 44 per cento di possesso palla contro il 56, effettuano 209 passaggi contro 343 con una percentuale di precisione del 69 e la Samp che sale all’81, il lavoro non manca. Anche perché dietro i 3 punti va registrata l’organizzazione complessiva: le fiammate di Nandez e Marin, lo spunto di Keita Baldè e il fiuto del gol di JP10 sono preziosi. Ma per risalire la china serve un controllo del palla più solido, una manovra curata nei particolari, il rafforzamento del filtro dalla mediana.

Fiducia in crescita. Con un calcio alla paura  e la volontà di dare uno sguardo oltre la curva. Il Cagliari si ritrova. E non mancano le sorprese. Ad esempio, Godin in campo, Caceres pure. La differenza? Il primo ha 35 anni, una tendinopatia che lo tormenta, ha giocato tre partite intere (un pari e due sconfitte con Colombia 0-0, Argentina 0-3, Brasile 1-4 ) dall’altra parte del mondo, guadagna quattro milioni di euro l’anno. Caceres ha disputato un tempo contro Neymar e soci. Dei quattro trasvolatori Nandez c’è e gioca da Nandez. Pereiro, alla prossima. Zappa e Ceppitelli parevano dover partire dal via. Mazzarri vede diversamente. E alla lunga ha ragione. Il Cagliari parte con i giri giusti. Almeno rispetto alle ultime gare in casa, l’approccio è superiore. Il tasto è delicato: se hai un organico male assortito, deficitario per gambe e tecnica, la mentalità deve essere speciale.

Atmosfera che non dispiace. Il pubblico (9.923 spettatori, sui dodicimila possibili con il 75 per cento della capienza, per un incasso di 155.640 euro) urla e sospinge. La Nord è più stringente: “Tirate fuori i c…”. Nei primi quattro minuti arrivano due corner e un gol, propiziato da un erroraccio di Candreva. Il vantaggio arriva dall’assist di Keita Baldè a Joao Pedro. Ma la rete viene prima annullata e poi convalidata. Marchetti fischia, indica la rimessa. Poi, il Var conferma l’1-0. Mazzarri stringe i pungi e salta di gioia. Ma è presto. Comunque, la sensazione è buona. Intanto, out Dalbert, in campo Deiola.

La Samp risponde, dribbling secco di Candreva su Godin, palo con Cragno battuto. Il calcio non è scienza esatta, ma alla lunga non perdona. Le buone notizie? Keita Baldè è in palla. Intanto, Deiola vanifica uno svarione di Audero. I doriani prendono campo, la linea rossoblù si sta abbassando, male. Ma anche la Samp mostra poco. Quagliarella ha un polpo addosso (Godin), poi vola in area su spinta di Nandez, sempre frizzante e in buone condizioni. Si gioca. Poi, fiammata di Candreva, Godin è bravo a levargli il tiro. Si chiude avanti di una rete. Vantaggio meritato.

Una piccola grande riscossa. Si riparte con un tiro di Marin bloccato a terra da Audero. La Samp riprende campo. Ma Cragno non soffre. D’Aversa manda in doccia Gabbiadini, inguardabile, per Caputo. Gli ospiti accelerano, la pressione di fa sentire. Dodici minuti ed ecco Ceppitelli per Godin. Un cambio concordato? Dalla faccia e dalla postura dell’uruguagio non sembrerebbe. Keità tira dal limite, fuori, ma il gioco è fermo per offside. Intanto, si rivede Murru (per Augello): ben ritrovato. Verre prende il posto di Askildsen. Ma il Cagliari, azione manovrata, con Keita Baldè entra in area, corner. Ci prova Deiola, alto. Mentre non sbaglia Caceres: gran destro a giro, Audero di gesso, 2-0, con palla leggermente deviata. Il raddoppio, a un quarto d’ora dalla fine, è pesantissimo.

La Samp non molla. Thorsby accorcia di testa su assist di Caputo. La difesa non risponde: Lykogiannis e Carboni dormono sul  corner, Ceppitelli non interviene, e sull’ennesimo traversone arriva la rete ospite. Mazzarri chiama Keita Baldè e infila Pavoletti. Ma è Colley a divorarsi il 2-2. Si soffre, e purtroppo non è una sorpresa. Ma quel che conta è blindare il successo. Nel recupero D’Aversa reclama un fallo da rigore di Ceppitelli su Quagliarella. Marchetti espelle il tecnico. E nei 30 secondi successivi il sigillo di Joao Pedro (sette reti in stagione) chiude il match al meglio. Una vittoria costruita con pazienza, con il fisico e la mentalità che lasciano ben sperare. La Serie A è merce troppo preziosa per metterla a rischio.

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