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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, vincere fuori rimane tabù

Nove mesi dopo a Venezia finisce ancora 0-0. Pallino dei rossoblù, con l’uomo in più per 10’,  occasione nitide per Prelec e Johnsen. Ranieri? Non può fare miracoli

Nessuno al “Penzo” si è fatto male. Ma il rammarico per trecento tifosi arrivati in Laguna rimane. Con il Venezia è finita 0-0. Un punto per parte. E chissà se potrà servire alla rincorsa play off. Si vedrà. Intanto, dalla doppia faticosa e problematica trasferta tra Bari e Venezia, il Cagliari riemerge con 2 punti. In attesa del Genoa, dopo i pugliesi ecco i veneti, scontro che alla ventiseiesima di ritorno avrebbe potuto dire tanto. Partita combattuta e intensa. Ma ai supporter sono rimasti sentimenti contrastanti. La “chirurgia” ranierana ha prodotto effetti nel tenere ermetica la difesa rossoblù: 12 punti in 7 gare parlano chiaro. Poi, manca ancora qualità, ricerca della porta e quel genere di personalità che dà la scossa alle gare nei momenti topici. Il tutto si nota maggiormente in trasferta con il Cagliari che per risultati è tra le peggiori tre del torneo. Il pareggio tra le due retrocesse – senza scordare l’ignobile 0-0 del 22 maggio scorso, vergognoso e indimenticabile, macchia societaria indelebile – è stato il frutto di due squadre che faticano a segnare. Il pari è stato sostanzialmente giusto, con Prelec e Johnsen (al 96’) che si sono divorati una palla difficile da sbagliare. I rossoblù, che scivolano all’ottavo posto, per una decina di minuti hanno giocato in superiorità numerica. Adesso, il Genoa.

Scelte e dubbi. Emergenza in attacco, con Pavoletti talismano in panca, al “Penzo” Sir Claudio è stato chiamato a fare miracoli in mezzo e avanti. Venezia-Cagliari necessita di questa premessa. Il tecnico ha operato con giudizio ma l’assetto è quello di una squadra che innanzi tutto non deve prenderle. Luvumbo-Kourfalidis punte, Mancosu a rimorchio. Il trio si è materializzato anche con buona intercambiabilità. Decisamente poco per impensierire la difesa del Venezia. Comunque sia, le scelte d’avvio di Claudio Ranieri hanno lasciato qualche dubbio. E ci si chiede: ferma restando l’emergenza e prima di trasformare Kourfalidis e Mancosu in attaccanti, che fine ha fatto Prelec? E Millico in che condizioni è? Forse, lo si scoprirà più avanti. Intanto, pesa anche l’assenza di Nandez. Il Cagliari da combattimento allestito dall’allenatore di Testaccio tiene il pallino e mostra un abbozzo di manovra. Makoumbou è leggermente meno lezioso, Lella mette abnegazione (sua l’unica occasione rossoblù), Zappa spinge, Rog dà vigore. Ma non basta, neanche contro un Venezia per nulla trascendentale. Vanoli sa di rischiare nell’uno contro uno su Luvumbo ma tiene i suoi con la linea difensiva alta. Nel primo tempo, a conti fatti Joronen è quasi inoperoso – cross rossoblù troppo spesso fuori misura e i rossoblù dal limite non tirano mai – mentre Radunovic viene impegnato a più riprese. Insomma, gestione della gara con solida continuità, finalizzazione pressoché inesistente: un limite che pare atavico, quello di Mancosu e soci. A riprova che pur con Ranieri, Ancelotti o Guardiola, quel che pesa maggiormente è la costruzione errata della rosa a luglio e il possibile rimedio fallito a gennaio. In campo, da segnalare Barreca al posto di Lella: l’ex Toro ha salvato al fotofinish una situazione delicata e pare aver riacquistato un minimo di gamba. Così come Radunovic, più sicuro e affidabile.

Chi tira di meno? Al “Penzo” è venuto fuori un dna comune alle due formazioni: carenza di guizzi e fantasia nella trequarti. La ripresa è stata grossomodo la fotocopia della prima frazione. Nei primi 20’ si segnalano i soliti strappi di Luvumbo e le bordate, alte, di Kourfalidis e Rog. Al 21’ Prelec rileva Mancosu, Ranieri ha intuito che può tentare la presa sull’intera posta. La buona notizia? Makoumbou pare aver aumentato i ritmi e sfrondato i tocchetti. Da segnalare anche l’attenzione di Dossena, Goldaniga e Obert. Poi, c’è Prelec che si divora l’1-0 su traversone-cioccolatino di Luvumbo. E a seguire, c’è il “rosso” a Hristov che aggancia Luvumbo al limite dell’area. Punizione che Rog calcia alta. Sono stati questi gli episodi che avrebbero potuto fare la differenza. Negli ultimi 3’ dei 5 di recupero si rivede Pavoletti: bentornato! Poi, negli ultimi secondi è stato provvidenziale Barreca su Johnsen, oramai a tu per tu con Radunovic.

Notarelle

Velo pietoso. Fiducia nella giustizia, tanta pazienza e occhio ai furbi e alle furbate. Che tanto, prima o poi, vengono a galla. Anche il Cagliari entra nella giostra legata alle plusvalenze. Una storia complessa, ennesima figura di melma, con vari gradi di coinvolgimento e responsabilità dei padroni del calcio italiano. Un sistema che fa davvero acqua e, dicono gli osservatori specializzati, può saltare per aria sommerso dai debiti. Anche il club rossoblù ha più fronti aperti e la frequentazione delle aule dei tribunali lievita: la querelle con il comune di Quartu per Is Arenas, la questione Mazzarri, il reintegro, contestato dal club, del giornalista Roberto Montesi, il caso degli otto milioni di plusvalenze legato ad Alberto Cerri. Servirebbero buoni osservatori competenti di pallone, ma pare siano necessari anche avvocati. Meglio, come hanno sottolineato i lettori, se sono più attenti di quelli che sono stati capaci di trasmettere in ritardo il ricorso sulla partita di Modena.

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