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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, punto e a capo

Il Modena si è portato in vantaggio e ha poi vinto una gara condizionata dall’inesistente espulsione di Rog. Ma per un tempo alla pari si è visto poco per aggressività, tiri in porta, manovra 

Riavvolgere il nastro, please. La quarta prova di Sir Claudio ha il segno meno. Ma sarebbe masochistico e stupido dare tutte le colpe all’arbitro. Che poi Ranieri scagioni i suoi fa parte del pacchetto esperienza e carisma del tecnico. Ma non rassicura la tifoseria, molto vicina alla squadra anche al “Braglia”: in oltre cinquecento si sono sorbiti l’umido emiliano e hanno incitato senza sosta. Bastonare l’arbitro appaga. Con Rog ha sbagliato, l’hanno visto tutti, lui per primo. Ma fa parte del gioco. Giustamente vari lettori mi ricordano cosa è accaduto a Benevento e Napoli, l’anno della salvezza con Semplici in panca. E a proposito di Benevento, sabato sarà faccia a faccia alla Domus. Come con De Rossi, altro campione del mondo, Fabio Cannavaro. Ma la stima è differente. Tra Ranieri e il Pallone d’oro, non si va oltre la buona educazione: il tecnico lo fa esordire a 17 anni nel Napoli. Ma poi, nel passaggio di Sir Claudio alla Juve, qualcosa si è rotto. Ed è stato un “io o lui”.

Mercato deficitario. Al netto delle considerazioni di buona educazione, che però non hanno mai fatto vincere una partita, rimane un gruppo che ha ancora paura di se stesso, teme il confronto aperto anche con avversari modesti, ha deficit di vecchia data in zone del campo strategiche. Ad esempio, dietro e in mediana. Trascurando l’apporto di un centrale difensivo esperto (e non quadra dire che chi non vuole venire al Cagliari, stia dov’è: magari Gunther sarebbe venuto, ma bisognava dargli un ingaggio adeguato. Idem Hongla. In un club che ha dato valanghe di euro – la lista è lunga, da Asamoah a Keità Balde – nessuno si sarebbe sorpreso. Invece, non si è risposto ai temi chiave, tanto che sono tanti quelli che rimpiangono Cigarini. Invece dal mercato, nonostante le garanzie date all’allenatore romano, dal cilindro sono usciti Azzi e Prelec, debuttante a Modena. Saranno le risposte giuste alle criticità. A occhio, poco. Il diesse Bonato è riuscito a far partire Carboni e Pereiro. Con Agudelo in cambio e sontuoso metà stipendio dell’uruguaiano a carico del Cagliari, c’era riuscito anche Capozucca ma il patron aveva detto no. Adesso, si poteva colmare la falla in regia. Invece, attentissima all’esito dei 50 milioni di euro da mettere nel calderone nuovo stadio la società ha chiuso la borsa in mano a Bonato. A Ranieri il compito di tenere alta la barra, comunque vada. Il convento gli passa questo. Come già scritto, fa l’allenatore non magie.

Gioco e personalità cercasi. Della mancanza di leadership si è detto tante volte. Inoltre, la squadra, e Ranieri ne è conscio, in mezzo filtra male, prende imbucate e non fa mai densità come si deve. A Modena in avvio è parsa quasi spaesata. Come se non avesse chiaro che tipo di match ci sarebbe stato da gestire. Se Kourfalidis diventerà Barella e Makoumbou ricorderà Patrick Vieirà – l’ex di Inter, Milan e Juve, divoratore di scudetti in Italia e in Premier, campione del mondo e d’Europa con la Francia – saremmo tutti ultrafelici. Per ora è un promettente ventenne con una manciata di gare in B. Sarebbe ottimale non chiedergli la luna una partita dopo l’altra. Lo stesso discorso vale per Lella.

Quel che non basta per battere il Benevento. Un aspetto è evidente: la prossima in casa con la squadra di Cannavaro è una delle tante partite che si annunciano spinose. L’atteggiamento visto a Modena – anche in attesa di Nandez – non sarà sufficiente. Per tornare al “Braglia”, sono utili i numeri. Che, diceva qualcuno, a furia di strizzarli dicono quel che si vuole. Ma quelli del calcio aiutano, senza risolvere, a capire cosa va e cosa no. Il Modena, parsa perfino meno quadrata del Cittadella, ha gestito la partita dal via. Il Cagliari, nonostante le parole della vigilia, no. È partito molle, forse a tratti persino deconcentrato, di certo lontano dalla rabbia e dalla cattiveria che su seconde palle e raddoppi chiede Ranieri. La squadra dell’ex Tesser tira tre volte, una i rossoblù, sono in parità punizioni, corner e passaggi a buon fine. I padroni di casa si impongono per gli “attacchi pericolosi”: 29 a 19. In sostanza, un match da 0-0.  Poi, entra in scena Perenzoni: Makounbou abbatte Falcinelli in area, il Var aiuta l’arbitro nel dare il rigore. Poi, sempre Perenzoni la combina grossa nel secondo giallo a Rog: inesistente. Lo dirà anche il designatore Rocchi. Ranieri, come al solito, è un gentleman: “L’arbitro è giovane, si farà”. La cronaca dice che anni fa in C hanno ripetuto una sua gara per errore tecnico a verbale: si era scordato di espellere un giocatore ammonito due volte. Certo, la sconfitta fa male. Ma può essere utile nel ritrovare quella cazzima che questa rosa ancora non ha mostrato.

Notarelle

Questione stadio. Un lettore segnala che nei tre stadi di nuova generazione costruiti in Italia (Stadium a Torino, Dacia a Udine e Mapei a Reggio Emilia), nessun privato ha avuto finanziamenti di questa portata da enti pubblici. Un altro scrive che, al netto dell’attesa riqualificazione del quartiere di Sant’Elia e dell’impellenza con la possibile candidatura di Cagliari agli Europei del 2032, da sindaco di Nuoro, con il Quadrivio, di Olbia (“Nespoli) o Carbonia, ci sarebbe da incatenarsi al Consiglio regionale. Riflessione aperta.

Luna di miele finita? In tanti indicano come evaporato il favoloso aroma tecnico-caratteriale-professionale portato in dote ad Asseminello da Claudio Ranieri. Mai e poi mai. L’allenatore di San Saba sapeva e sa che tipo di pasta avrebbe dovuto manipolare. Il Cagliari dovrà soffrire ma anche così può stare nel trenino play off. Certo, il lavoro non manca. Magari, c’è da augurarsi che, anche inconsciamente, Sir Claudio non si spazientisca.

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