L’ex capitano rossoblù ha parlato del suo amore per il club isolano: “Quest’anno ho sofferto insieme ai vecchi compagni”
Daniele Dessena, centrocampista isolano nel 2009/2010 e poi dal 2012 al 2019, è stato intercettato da L’Unione Sarda. L’ex capitano del Cagliari si è lasciato andare raccontando il suo amore per i colori rossoblù.
PRIMO TIFOSO. “Cagliari è il mio pensiero quotidiano. Sono il primo tifoso, è casa mia: ci sono gli amici, la mia gente, le persone a cui voglio bene. L’ultima stagione rossoblù? L’ho vissuta con rabbia. Si può dire tutto, tranne che il presidente non abbia fatto una squadra all’altezza. Conosco la piazza, ogni anno si punta a quel decimo posto. Ma prima di tutto conta la salvezza, poi se arriva qualcosa di più tanto di guadagnato“.
RISPETTO. “Nel periodo peggiore sentivo Ceppitelli, Cerri, altri compagni, persone che per il Cagliari danno l’anima. Erano demoralizzati per i risultati che non arrivavano, stavano male e io stavo male con loro. A Cagliari mi sono state insegnate tante cose, prima di tutto il rispetto per la maglia che si indossa. Io quella rossoblù l’ho sempre onorata al massimo, in allenamento e in partita. E a Brescia ho seguito l’insegnamento di Conti, Cossu, Agostini, Lopez e Pisano“.
FUTURO. “Sono andato a Pescara, a gennaio, per una nuova sfida. La situazione era complicata e alla fine siamo retrocessi. Ma questa sfida l’ho comunque vinta, perché ho dato tutto e i tifosi me lo hanno riconosciuto. E di questo sono orgoglioso. Ora sono svincolato, il Pescara vorrebbe confermarmi, valuto anche altre richieste. Vedremo“.
IL SOGNO. “Spero che il Cagliari possa vincere lo scudetto. Se dovesse accadere o comunque arrivasse un bel risultato, sarei il primo a correre in piazza Yenne e mettere la bandiera rossoblù alla statua di Carlo Felice. Se i tifosi mi daranno il permesso. Io sono uno di loro, ma loro amano il Cagliari da prima di me. Se loro vorranno, quel giorno io sarò con loro. Perché Cagliari per me è ancora tutto“.