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Andreolli: “Ecco come si batte l’Inter”

Una vita coi colori nerazzurri per Marco Andreolli. Una vita passata a marcare tutti i campioni che si sono avvicendati all’ombra della “Madunnina”. Ultimo in ordine di tempo, Mauro Icardi, come riporta oggi La Gazzetta dello Sport in una bella intervista al centrale rossoblù: “Guai a dargli mezzo secondo, Maurito trova la zampata in un niente. Pare assentarsi ma gli basta mezzo pallone per cambiare la partita. Lo marcheremo di squadra, limitandogli i rifornimenti“.

Classe 1986, è arrivato al Cagliari proprio dall’Inter nell’estate scorsa, per sostituire Bruno Alves: “Ho trovato un bel gruppo, un ambiente e una città vivibile. La compagnia? Ho legato con tutti ma esco poco e se capita mi trovo con Cigarini e Faragò. Le mie qualità? Timido e testardo“. Bergomi, Ferri, Cannavaro, Costacurta e Nesta i miti di ieri, Sergio Ramos e Chiellini quelli di oggi (“Siamo stati assieme in Under, Giorgio è impressionante per mentalità, tenacia e grinta“).

E un buon momento di forma, come quello della squadra, dopo le vittorie, da titolare, contro Verona e Udinese. L’ultima con una prestazione definita dallo stesso centrale rossoblù, “vicina alla perfezione“: “Tre punti d’oro. Stiamo bene, siamo in crescita in tutti i reparti. Con l’Inter serve la grinta vista contro Udinese e Verona. Conta la nostra concentrazioneIn casa dei friulani non è mai facile vincere per nessuno, abbiamo fatto una buona gara fino in fondo. Siamo stati compatti, in equilibrio e propositivi, come raccomanda mister López”.

Cos’è cambiato con López?

Nel calcio si è legati ai risultati, se non arrivano è più facile mandar via il tecnico che 30 giocatori. Se le cose non arrivavano non era solo colpa di Rastelli ma di tutti. All’esonero ci siamo rimasti male, nessuno ha avuto problemi con il mister. Ora ci siamo presi le nostre responsabilità e diamo qualcosa in più”.

Allenatori: chi ricorda meglio?

Anche chi non mi ha fatto giocare mi ha dato qualcosa. Non scordo Mancini: mi ha fatto esordire in A, Inter-Reggina, e in Champions, contro i Rangers. In quegli anni c’erano difensori come Materazzi, Cordoba e Samuel…”.

Spalletti lo ha avuto alla Roma invece.

È tra i migliori in Italia e in campo internazionale. Lavorare all’estero, come ho verificato a Siviglia, ti apre e ti completa. Ha un carattere forte, pretende molto da tutti, specie dai campioni e da chi ha più personalità. A Roma c’erano Totti, De Rossi, Perrotta, Mexes, Juan: trattava tutti alla stesso modo e voleva il massimo. Diceva che se si ha tecnica e carisma si deve dare di più ed essere da esempio per gli altri e i giovani. E lavorava su linea difensiva e marcatura”.

Attaccanti: il più forte mai marcato?

Ibrahimovic, da compagno e da avversario: personalità, mezzi tecnici e fisico senza eguali. In Spagna ho incontrato anche Cristiano Ronaldo, un altro mostro”.

Come si batte l’Inter seconda in classifica?

Con una prova perfetta, da squadra. Dovremo mettere qualcosa di più, sperando che loro non siano al top. L’Inter è un collettivo maturo e granitico. E sulle fasce si esalta il gioco della squadra. Ma siamo pronti, con l’aiuto dei tifosi, a giocarcela”.

È cambiato qualcosa dopo la vittoria con l’Udinese?

Ci sarà da soffrire tutti assieme. Il mister chiede concentrazione, stiamo oliando bene intesa e manovra. Non molliamo di un centimetroPensiamo a salvarci, è il nostro obiettivo”.

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