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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, cauti e pazienti: Liverani scelta che convince

Il ko di Leeds può essere benefico. Il mercato non è ancora chiuso, servono almeno tre pedine collaudate. In questa B, si deve partire bene. Il mix giovani-esperti richiede tempo

Un 6-2 che non mette e non toglie. Forse, a tredici giorni dalla prima d’andata, preoccupa. Ma qualche riflessione si può fare. Il Leeds debutta sabato con il Wolverhampton. Squadra pronta, veloce, ottime individualità (Rodrigo, Bamdford, Roca, Harrison), solida fisicamente, pressing alto, raddoppi puntuali, a memoria nelle uscite in mezzo e sulle fasce. Ma sul 3-0, appena si è messa a giocare sulle punte contro i nove cambi “ragazzini” in rossoblù, ha preso due pappine: Lapadula, tocco sotto di fronte al portiere, e Luvumbo, tracciante sotto la traversa. Calcio estivo? Sì e no. Il Cagliari ha già una sua parziale fisionomia. Però è complicato capire a fondo di che pasta sia fatta, e quali risposte possa dare, la rosa messa a disposizione di Fabio Liverani. La verità? Poco nitida, perché il mercato chiude il 31 agosto. In uscita, è nebuloso il futuro di Rog e Nandez. Pereiro e, se trovassero un sì, anche Walukiewicz, Tramoni l’ex Brescia e Faragò, potrebbero partire.

A dirla, tutta, in organico non ci sono incedibili. Ma questa è un’altra storia che a tanti non piace venga sollevata. Anche perché ricorda la politica alla Woody Allen di “Prendi i soldi e scappa”. Comunque sia, una parte di rilievo della risposta arriva venerdì. La partita in casa per la Coppa Italia contro il Perugia (play-off colti con merito lo scorso campionato) potrà dare indicazioni più concrete al tecnico, al club e ai tifosi. Dopo una settimana si aprirà il torneo a Como. E per le chiacchiere ci sarà poco spazio.

Cagliari, partiamo da qui! Il campo ha detto e messo in mostra alcuni scenari interessanti. Ad esempio, la fame di palla, di campo e di gioco. Liverani (un collega puntiglioso mi ricorda che è stato il solo ad essere presentato ai media senza avere al fianco il presidentissimo o altri: magari porta bene!) si è messo in gioco in modo trasparente: Cagliari è un punto di partenza. Spero che il mercato si chiuda quanto prima, se dovessi avere il 90 per cento di questa rosa, non sarebbe male. Lapadula e Pavoletti assieme? Serve la loro disponibilità” la sintesi pre Leeds delle parole del tecnico a Sky. L’ex Parma chiede un’ansia positiva da prestazione. L’approccio e la concentrazione saranno determinanti. Però, un primo cambio di passo si intuisce.

Fin dalla partenza da dietro, l’avere almeno tre possibilità di scarico al portatore, l’andare, o provarci, negli spazi per dettare il passaggio, avere più uomini sopra la palla, stare stretti, in equilibrio e reattivi quando ce l’hanno gli altri. Ci sarebbe da onorare la maglia con lo spirito e la garra giusta. Paiono tesine da corso di Coverciano. Liverani ci crede. E possono valere la stagione. In particolare, fin dal faccia a faccia con l’Olbia, e ieri con il Leeds, almeno per mezz’ora, è parso vivo, un atteggiamento e un senso della posizione che lascia ben sperare. Poi, si è andati a sbattere contro gli inglesi. E nel primo tempo, solo una volta, tiro di Luvumbo, il Cagliari ha superato la metà campo.

Occhi puntati. Chiuse le gite fuori porta si va verso il debutto ufficiale in Coppa. Dopo la vittoria interessante a Strasburgo, Ligue1, e il set beccato dal Leeds, sui singoli qualcosa può dirsi. Approssimativa, ovviamente. Lapadula e Pavoletti non li abbiamo visti in tandem. Il capitano ha lottato e spizzato. Poca roba. Cross? Pochi. Il peruviano, una palla un gol. Farli coesistere è tosta. E ci sarebbe da tarare il modulo. Il 4-3-3 di casa Liverani non è ottimale. Il Leeds ha sempre avuto un uomo in più in mediana. E la virata su mezzapunta e due punte, chiama Pereiro: inguardabile all’Elland road. Molle, avulso, lento. I giovani? Interessanti. Desogus e Luvumbo sono note pregiate del ritiro.

Sarebbe ingiusto caricarli di troppo responsabilità. Ma ci sono. In mezzo, segno meno per Viola: bel piede, intelligente metronomo. Ma condizione, e dinamismo, non sono al top. Troppo lezioso è confusionario, Makoumbou. Il centrocampo ha sofferto, non ha costruito come deve. Il solo Lella merita attenuanti d’ufficio. Così come Cavuoti, Kourfalidis e Contini. Meno eccitanti le prove di Zappa e Faragò, Da rivedere anche Carboni e Di Pardo. Le note dolenti arrivano anche dalla cintola in giù. Con Boccia che piace, bravo. Ma, andando con ordine, il portiere debuttante va accompagnato, ci vuole pazienza.

Chi starà di fronte a Radunovic, pare il duo Altare-Goldaniga, deve lievitare. Il rendimento della coppia centrale in B, ma anche altrove, è un capitolo di fenomenale importanza. Maltagliati-Festa-Loria nella risalita con Zola, Ceppitelli, Salamon, Krajnc, Pisacane e Capuano nella vittoria del campionato con Rastelli. A centro area non si scherza. E va così così anche con l’ingresso di Walukiewicz (ieri, davvero male). Insomma, il lavoro non manca. Tenuto conto delle assenze di Deiola, del Rog-Nandez sì o no, un esterno alto, una mezzala e un centrale non guasterebbero. Sì, serve pazienza. E investimenti. D’altronde, il tesoretto è cospicuo. O no?

Notarella

Queste righe sono da saltare a piè pari. Se resistete e leggete, fatelo a fondo. Premessa: nessun livore, ma fatti. La notizia? È riapparso il presidente. Giovedì scorso. Un monologo in solitario. Massimo rispetto per i defunti, per il voler dare memoria a uomini e luoghi, per la condivisione, almeno a tratti. Punto e a capo. Poi, rimane il vuoto pneumatico su conduzione, gestione e analisi di quel che è accaduto. Di chi ha avuto un ruolo chiave e indiscutibile sull’ennesimo flop. Di quali siano le prospettive. A chi osserva che nel secolo di vita del club si sia stati più nelle categorie inferiori che in A, è facile replicare che si mischiano capre con asciugacapelli. E che si confonde la parte con il tutto. Dai diritti tv e dai 3 punti a vittoria in su c’è un altro calcio, un’altra industria, altre competenze, altri interlocutori che spesso non sanno neppure le regole del fuorigioco. Anche perché conoscerle non serve a fare soldi.

Nel business vale tutto. Anche per questo è inutile e poco serio riandare ai campionati passati, quando si legavano i cani con la salsiccia. In questi ultimi otto anni sei retrocesso due volte e nei restanti tornei ha due lumini fosforescenti, con Rastelli, vittoria della B undicesimi in A, con 47 punti, e un sontuoso girone d’andata con Maran, a ritmo d’Europa. Progetti presi a pallate innanzitutto dal dirigente massimo. Per il resto, salvezze stentate e last minute. Questi sono fatti. Così come il turn over di allenatori, ds, preparatori. O la cacciata degli uruguaiani, manco li avesse portati Topolino. E gli esoneri, dopo tre turni di Semplici e a tre dalla fine di Mazzarri, sono fatti o livore? Magari, la serata di Assemini – osserva bene un lettore: Asseminello non esiste – poteva essere utile per riaprire il dialogo. Con un atto di umiltà. Verso la tifoseria, gli sportivi, le istituzioni e gli sponsor, cancellati dalla visibilità che conta. Sarebbe stato prezioso fare le scuse pubbliche a Caressa, non tanto per l’anchormen ai vertici di Sky.

Ma per il pessimo esempio dato alla comunità sportiva italiana e a centinaia di giovani che magari vogliono cimentarsi con la professione. E sarebbe stata apprezzabile una parola, o un passo indietro, sul licenziamento senza giusta causa di un collega dell’ufficio stampa rossoblù. Ancora, fatti. O un commento sulle leggende rossoblù del passato, a libro paga, che parlano, magari obbligate a farlo, si dilaniano, si dimettono sbattendo la porta. Un equilibrato, civile e trasparente contradditorio su questi temi non solo non guasterebbe il cammino intrapreso con Liverani&Co.

Ma sarebbe saggio per ristabilire un confronto autonomo, libero, onesto. Il Cagliari è innanzitutto dei tifosi. È stato trascinato in B: nessuno lo scordi mai, mentre la diretta concorrente perdeva in casa 3 e 4 a 0, l’avversario era già retrocesso e, mi ricorda un altro supporter, era sponsorizzato dall’azienda proprietaria della società rossoblù. Dimenticare è da stupidi. A seguire, viene il resto. Emozioni ed entusiasmo per ripartire e puntare alla risalita in A, incluse. Poi, al Poetto c’è tanta di quella sabbia che può ricoprire qualsiasi testa.

Ps A scanso di equivoci, all’inaugurazione della tribuna eravamo tutti liberi di accreditarci e di andarci. Così come alle altre amichevoli, agli allenamenti, alle partite ufficiali. Ma non erano previste domande, né sono state sollecitate. Quesiti? Niet. Né facili né scomodi. I quattro colleghi presenti sono stati tenuti ai margini. Cin cin e arrivederci. Per cui, evitate illazioni. In ogni caso, i luoghi dove i giornalisti vengono avvelenati o scaraventati chissà dove, non sono dalle nostre parti. Ma neanche tanto lontani. Magari, accade che si delegittimi, si facciano “ingaggi” mirati nella professione, si manipoli il consenso, si “noleggi” accondiscendenza su notizie scomode. Nessuno arrossisce ma la cosa è grave. E può darsi che qualcuno venga preso, anche a breve, per ripulire e imbellettare l’immagine del presidentissimo. Sciupata. Dai fatti.

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