Centrocampista attivo negli anni ’60, classe 1940, Claudio (detto Rino) Varsi contribuì alla prima promozione in A del Cagliari: categoria che non riuscì a vivere. L’intervista de L’Unione Sarda
AVVENTURA. Quella di Claudio Varsi con il Cagliari è stata un’avventura nata in modo naturale: “Mia madre era la governante della foresteria del club, mio fratello il custode dello stadio Amsicora: sono nato nel Cagliari. Con i rossoblù sono partito dalle giovanili, poi una parentesi a Quartu e il ritorno in prima squadra. Mi ricordo quando Arturo Silvestri mi riprese perché arrivavo sempre al pranzo con i compagni in ritardo di mezz’ora: ma ero studente di Ragioneria e non riuscivo a rispettare gli orari. ‘Sandokan’ era una brava persona e un ottimo allenatore“, rievoca “Rino”. “Un rapporto di grande amicizia con Gigi Riva, con cui ho fondato la sua scuola calcio. Insieme a Nené era il regista di scherzi esilaranti ai compagni“.
NESSUN RIMPIANTO. Con la prima squadra disputa alcuni match di Coppa Italia e 18 partite con 2 reti in cadetteria. Nell’annata 1963-64, che sancì la storica promozione del Cagliari in A, contribuì con 5 gettoni. Varsi non ebbe mai la possibilità di giocare nella massima categoria: “Ma non ho alcun rimpianto“. Il centrocampista militò poi nella Torres e nel Cosenza, finché si trovò davanti a un bivio: “Mi cedettero al Trapani per 58 milioni di lire, proprio mentre a Cagliari vincevo un concorso all’ESAF. I siciliani non la presero bene, ma scelsi di ritirarmi dal calcio per un futuro più sereno. Avevo moglie e due figli, tornai a giocare anni dopo nel Guspini in quarta serie“. Oggi, a 81 anni, Claudio Varsi segue ancora il calcio in tv e naturalmente il Cagliari: “Mi fido di Semplici“.