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ESCLUSIVA – Ancora Abe: “Quando Sonetti mi chiamò in camera sua…”

Ancora qualche aneddoto raccontato in esclusiva ai nostri microfoni dal guerriero rossoblù

SONETTI, IL GIGANTE BUONO. “Ricordo che eravamo ad Empoli. Perdemmo 2-1 e lui era in tribuna perché ancora non poteva sedersi sulla nostra panchina (in attesa dello svincolo da parte della Salernitana,ndr). Tornammo in albergo ed io ricevetti una chiamata al cellulare. Era lui, e mi disse ‘Abeigion! Raggiungimi nella mia camera!’. Per un attimo ebbi paura, era un uomo enorme e mentre raggiungevo la sua stanza pensai di tutto. Una volta lì mi disse ‘Abeigion, spiegami come può un componente della nazionale uruguaiana stare in panchina nella sua squadra di club? Facciamo così: in questi tre giorni fammi vedere di cosa sei capace e ti farò giocare da subito’. Non me lo feci ripetere due volte e la domenica successiva giocai titolare contro il Genoa e feci pure il goal decisivo”.

IL PRIMO ADDIO. “Mi chiama il presidente Cellino e mi dice che non può rinnovarmi il contratto. Chiesi il motivo e mi rispose che il tecnico Ventura non mi voleva più. Da una parte non lo sopportai, ma oggi che sono allenatore capisco che se non gradisci un giocatore tanto vale che glielo dici e stop! Ventura era un tecnico molto preparato a livello tattico, ma come persona lasciava molto a desiderare”.

NOSTALGIA. “Trovai l’accordo con il Como, ma non riuscivo a vivere senza pensare la Cagliari. Vidi la grande squadra che volevo fare di tutto per tornare. Chiamai Diego (Lopez, ndr) e gli dissi ‘Amico mio voglio tornare, sono disposto a tutto pur di tornare’, ma lui scherzosamente rispose ‘Purtroppo Mister Ventura non ti vuole'”.

IL GRANDE RITORNO. “Ero appena andato via da Como. Bellissima città, ma il clima invernale non andava bene per i problemi di salute di mia figlia. Tornai in Uruguay quando ricevetti una telefonata da un numero italiano. Era Mauro Pederzoli, il ds del Cagliari e mi disse che il presidente Cellino voleva che tornassi, ma che poteva assicurarmi solo lo stipendio minimo sindacale da 1500 euro. Presi il primo volo senza pensarci due volte”

IL GOAL PIU’ BELLO. “Quello di testa contro il Palermo. Avevamo sentito molto quella partita. Era una grandissima squadra e sgomitavamo per il primo posto in classifica. Fu una partita bellissima, passammo in vantaggio, poi il Palermo ribaltò la situazione. A pochi minuti dalla fine Langella fece venire giù lo stadio con il 3-2”.

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