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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, sospiro di sollievo

Brescia sconfitto 2-1 con sofferenza e un filo di umiltà. La squadra controlla e regge alla reazione ospite ma è troppo passiva. I 3 punti sono d’oro. Adesso la Coppa Italia

Calcio sporco, brutto e cattivo. Guardiamo la realtà e quel che ha detto il campo. Il Cagliari dei piccoletti ha portato a casa i 3 punti. Il Brescia, evanescente e improduttivo per un tempo, ne prende 2, ne segna uno nel forcing finale ma viene risucchiato. Sintesi: va metabolizzata la boccata d’ossigeno. Per i rossoblù il successo è un piccolo grande passo avanti, specie mentale. Che rafforza il punto preso con il catenaccio a Genova. Uno step che dà sostanza agonistica nella settimana che porta ad Ascoli. Tutto al meglio? No.

Se si hanno indosso i panni da predestinata alla A, Fabio Liverani deve affinare. Da dietro si riparte spesso sgangherati, con poca determinazione e lucidità, senza palla ci si muove ancora male. La finalizzazione negli ultimi 25 metri è lacunosa. La B si conferma roulette russa ed è un bene. Anche perché i 5 punti di differenza in classifica tra rossoblù e ospiti non si sono visti. Questo Cagliari deve crescere.

La sorpresa di giornata. Interpretabile come meglio si crede, punte fuori, trequartisti e simili dentro. Ma è andata bene ed era questo che contava: un pari, per non dire di un ko, sarebbe stato ingestibile. Al via il Cagliari di Liverani si è presentato con Pavoletti e Lapadula in panca. Ovvero, quelli che dovrebbero essere i bomber di riscatto e riscossa. In campo Falco e Luvumbo. La scelta, quasi da penultima spiaggia, è stata premiata. Pazienza se il tecnico si infastidisce, ma da fuori si è colta un’ansia di prestazione che sale.

Per il resto, tutto come da copione. In difesa, fuori Obert, non male a Genova, a vantaggio di Carboni. Barreca? In panca. Con Makoumbou preferito a Viola, ennesimo mistero stagionale di una campagna che si sta rivelando più fragile del previsto. Con i lombardi un Massimo Cellino in buona forma. L’ex patron, chiamato e applaudito dai tifosi, nel prepartita ha stretto mani e mandato messaggi beneauguranti! Non sono serviti a molto.

Partita poco divertente. Due reti, Luvumbo e Deiola su una difesa imbarazzante. Eppure, la lettura della gara è senza sussulti. Il suicidio firmato Lezzerini-Papetti e da film horror. L’1-0 di Luvumbo sblocca la gara. L’acuto aiuta molto il Cagliari. Si è detto della poca convinzione, della mancanza di leadership, di una manovra quasi inesistente, ecco che ti aiutano gli altri. Il vantaggio sblocca, ma non di tanto, anche la mediana. Prendono fiducia i difensori e tutto o quasi va in discesa. Ma la squadra è ancora opaca, con poca anima, intimorita. Latitano le giocate propositive: Luvumbo, maltrattato da Papetti, non può essere il terminale di cinquecento lanci lunghi. Il tridente anomalo lascia qualche buon segno. Gastaldello, in panca per Clotet, ci capisce poco.

I suoi anche meno. Falco, Nandez (nei tre di mezzo a destra) e Mancosu sono l’imprevedibilità dell’undici di Liverani. Mancosu soprattutto, spinge, recupera palloni, accelera e costruisce. Marco è tornato. Ma non basta. Serve ancora tempo per avere il controllo dei matches, un palleggio e soluzioni d’attacco efficaci. Il 2-0 lo confeziona la catena di destra, Di Pardo-Falco-Nandez. Bel segnale. Adesso, è il momento di godersi il balzo in classifica. Con gli applausi dei 12.905 presenti e gli insulti della Nord per Tommaso Giulini, la vittoria vale il rientro nella zona che, in attesa delle dirette concorrenti, vale i play-off.

Notarelle

Turn over. Il controllo e il gioco di rimessa sono necessari, ma serve più coraggio. Bene i cambi, anche per tempistica. Ma Nandez che sta riprendendo quota poteva stare ancora in campo. Il suo non dare punti di riferimento a Bisoli e soci è stata una delle chiavi della partita.

Troppo passivi. Dal decimo minuto del secondo tempo si è come spenta la luce. Gestione del 2-0 ma fino a un certo punto. La passività mostrata, con il Brescia che ha preso in mano la gara fino a riaprirla con Olzer, può rivelarsi deleteria. C’è di mezzo anche un calo fisico che annebbia le idee? Se così fosse, alla nona di campionato, non sarebbe un bel segnale.

Play ideale. Antoine Makoumbou può essere il regista di un gruppo che ancora cerca al meglio sè stesso. Il congolese, se asciuga certi ghirigori, ha passo, tecnica e forza fisica per un ruolo che, con portiere che fa il suo dovere e attaccante che segna, farà la differenza.

Cuore infinito. Marco Mancosu, assistmen, rifinitore e molto altro. Ad esempio, in marcatura su Valiani, geometra della manovra lombarda. Bentornato, Marco.

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