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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, due ceffoni dallo Spezia

Poco incisivi, distratti dietro, incapaci di impensierire i padroni di casa. Lovato e Cragno da applausi. Male i big. Mazzarri deve ripartire dal via

Ha prevalso una migliore cattiveria agonistica e un’unità di intenti costruita con la bava alla bocca. Il Cagliari che cede 2-0 allo Spezia paga scarsa costruzione offensiva, manovra sterile, poca incisività. Forse, anche un filo di supponenza iniziale. Approccio e testa che riportano, almeno in parte, ai 10 punti del girone d’andata. E tutti a chiedersi il perché e il come. Ma nella sconfitta esterna ha avuto un ruolo anche la scarsa vena dei leader, da Joao a Pavoletti. Nella partita della vita o quasi, la spuntano i liguri tutto cuore e corsa di Thiago Motta. A dieci giornate dalla fine il Picco ha ospitato un pezzo importante di permanenza in serie A che ha visto emergere i padroni di casa. I 3 punti arrivano da una gara combattuta, tesa, sofferta.

Anche Gianluca Rocchi ha intuito in settimana che sarebbe stato un pomeriggio caldo: fischietto affidato all’internazionale Daniele Orsato, con Massimiliano Irrati al Var. Umori feriti ma in modo diverso nei due club. Il Cagliari reduce dalla tripletta subita dalla Lazio in casa, lo Spezia acciaccato dalle quattro partite perse di fila. Marin fuori – al posto del rumeno c’è Deiola – è la sorpresa. Mazzarri ha confermato i rumors della vigilia e ha piazzato in campo dal via Pavoletti (5 gol in stagione) e Baselli. Pereiro si è riaccomodato in panca. Match da subito nervoso, spazi ridotti, adrenalina a quintali, tensione. La sfida degli esterni è interessante: Bellanova e Dalbert, Reca e Amian dall’altra. Sulle fasce sgomitano a tratti alterni anche Deiola e Baselli, Verde e Agudelo. Ma è in mezzo che il traffico e asfissiante.

Il Cagliari in avvio perde quasi subito il controllo del pallino. Ma le sofferenze sono modeste. Lo Spezia, ha il compito di fare la partita. Thiago Motta chiede ai suoi di innescare Gyasi e Verde. Agudelo balla senza dare riferimenti al trio arretrato: la mossa è azzeccata. Mazzarri chiede ai suoi reparti vicini, linea difensiva alta, concentrazione e calma. Il tecnico toscano l’ha preparata per ripartire e colpire. Ma le cose non vanno come si deve. Provedel si gode il sole. L’unico tiro pericoloso, Grassi su sponda di Pavoletti, arriva al 44’! L’analisi è facile: la bilancia della partita premia nettamente i liguri. Adesso, testa al Milan. E giusto per non stare in modalità serena, a seguire trasferta a Udine, match in casa con Juventus e Sassuolo e sfida al Genoa a Marassi.

CRGNO SUBITO SANTO. Intanto, va fatto un solido monumento a Sant’Alessio. Il portiere di Fiesole para due volte su Verde, pericoloso dalla bandierina. Poi, nega all’attaccante spezzino il gol dal dischetto: fallo di Dalbert su Erlic. Orsato fischia. Poi, va a rivederlo: rigore. Cragno ricorda ai tifosi che dagli undici metri ha detto no anche a Lautaro Martinez. Verde batte male, a mezza altezza e lento. A seguire, il numero 28 rossoblù mette in angolo anche su Agudelo. Insomma, sofferenza e poche sensazioni di riscatto. Con Pavoletti e Joao ammoniti, la difficoltà ad arrivare prima sulle seconde palle, Baselli e Deiola al di sotto del compitino, così come Grassi in regia.

Oltre la sufficienza Lovato (il migliore), Goldaniga e Altare. Ma la difesa brilla non è un buon segno. Anche perché si nota un Cagliari che controlla ma si arrampica ai lanci lunghi. La manovra? Frammentata, con le punte che non attaccano lo spazio. Ma quel che manca maggiormente è JP10. La qualità, gli strappi, il poter cambiare gli equilibri del bomber non arrivano. Joao non si sente. Ed è curioso che il rendimento del capitano e bomber rossoblù si sia offuscato dalla ripartenza del 2022, con la squadra che invece è cresciuta ed è andata a riassestare la classifica con tre vittorie esterne (Samp, Atalanta e Torino). Identica, anche se combatte senza sosta, la fame di gol di Pavoletti. I primi 45’ finiscono 0-0 e premiano il Cagliari.

DUE PAPPINE E TUTTI A CASA. Il vantaggio dello Spezia arriva su palla inattiva: c’è qualcosa da rivedere nella marcatura a zona dei rossoblù. E la storia non è nuova. Erlic segna l’1-0 dentro l’area piccola su corner di Verde. Male. La squadra di Mazzarri ha una reazione blanda. Il tecnico, che ha cambiato Dalbert con Zappa, inserisce Pereiro per Baselli e Marin per Deiola. Le scelte disegnano una propulsione diversa, anche coraggiosa. Quando dopo un’ora e dieci di gioco Lovato ha lasciato per Keita il quadro e chiaro: Cagliari d’assalto. Ma a gelare la tifoseria – oltre quattrocento sostenitori in curva a incitare senza sosta – ci ha pensato Manaj, sinistro chirurgico alle spalle di Cragno.

La distrazione della difesa è stata imperdonabile. E il fatto che il cambio modulo (4-2-3-1) e l’uscita di Lovato, un vero muro, abbiamo pesato, non alleggerisce le responsabilità. A 10’ dalla fine due pessime ciabattate di Pereiro e Bellanova, senza pressione avversaria, la dicono lunga sull’atteggiamento mentale dei rossoblù. Ecco, l’assetto e la cifra psicologica del gruppo sono un bel tema da preparare, sfoderare e analizzare quando si affronta una diretta concorrente per la salvezza. E nessuno può dirsi sorpreso. Gli scontri diretti sono questi: imprevedibili, sul filo del rasoio, mai chiusi. Ed è meglio non ridare fiato ai fantasmi, per stare alla personalità e al saper volare bassi e umili, del girone d’andata.

NOTARELLE
In Serie A solo il Genoa, con 13 reti subiti di testa, ha fatto peggio. Il Cagliari ne ha incassati 10. La rete dell’1-0 di Erlic nasce da una voragine a due passi da Cragno. Meglio, sui calci piazzati, rivedere posizione e ruoli, forse passando a una marcatura mista, a metà tra zona e uomo. Con tipini come Giroud, per non dire Ibrahimovic, sarà meglio non fare regali.

Sensibilità e attenzione. Un gesto umanitario, condiviso e puntuale. Attenzioni per quasi due milioni e mezzo di sfollati, centinaia di morti. Spezia e Cagliari hanno compiuto un gesto onorevole. Metà incasso destinato a Save the children, impegnata nell’assistere i bambini in mezzo mondo, la maglia bianca con la scritta Peace. L’Ucraina è una  guerra assurda piaga vergognosa e drammatica.

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