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Colomba: “Lo Scudetto a unire Cagliari e Bologna. Maran è molto preparato”

Franco Colomba è testimonial della sfida di sabato tra Cagliari e Bologna. Ecco cosa unisce le due squadre secondo l’ex allenatore rossoblù.

ROSSOBLÙ. E non solo. Cagliari e Bologna non hanno solo i colori in comune. Tanti gli allenatori che si sono seduti su entrambe le panchine, tra questi anche Franco Colomba (sulla panchina dei sardi nel 2006-2007), che per il Corriere dello Sport si fa spot della sfida di sabato alla Sardegna Arena tra le due compagini rossoblù.

COSE IN COMUNE: LO SCUDETTO.Bologna si festeggia ancora oggi la data dell’ultimo scudetto del 1964, così come a Cagliari si fa altrettanto per quello del 1970. Però bisogna anche aggiungere che Bologna ha un passato remoto molto importante“.

TIFO E AMBIENTE. “C’era il Bologna che “tremare il mondo fa” negli anni Trenta e quello di Bernardini negli anni Sessanta del “così si gioca solo in Paradiso”. Ma più che per la competenza il pubblico bolognese credo che vada apprezzato per la capacità di applaudire gli avversari quando giocano bene. A Cagliari il tifoso è forse più chiuso, ma di certo è un piacere per un allenatore l’ambiente isolano. Si lavora benissimo”.

I SARDI. “Maran è un buon organizzatore, allenatore molto preparato, Riesce a dare alle sue squadre una fisionomia lineare, senza voli pindarici. Il Cagliari affronta la Serie A che è un campionato difficile, quindi ci sta se i risultati sono un po’ alterni. E’ una squadra di classifica medio bassa in linea con gli obiettivi che persegue. Tra i giocatori apprezzo molto Farias perché lo conosco bene avendolo avuto al Padova. Se può girare attorno alla prima punta dà il meglio. E poi non dico nulla di nuovo se indico Pavoletti e Joao Pedro.

EMILIANI.Pippo è stato bravo a modificare in corsa dopo le prime partite l’assetto della squadra che ora è più manovriera. Vedo maggiori qualità e gli ultimi risultati lo testimoniano. Inzaghi è molto puntiglioso, anche se ritengo sia ancora presto per emettere giudizi definitivi. Vedo però che i tanti giocatori arrivati dall’estero si stanno ambientando bene e questo è un segno positivo“.

L’ESPERIENZA IN INDIA. Nel 2014-2015 si è seduto sulla panchina del Pune. “E’ stata fantastica. L’India è il paese delle esagerazioni, ricchezze sfrenate e povertà eccessive. Un paese in cui il calcio sta appena nascendo e in cui si vedono 40mila spettatori a partita. Anche se facendo una battuta potrei aggiungere che con un miliardo e trecento milioni di abitanti non è poi questa gran cosa… Sono ormai cinque anni che stanno investendo grandi risorse, anche se il segreto per decollare sta nel far crescere i vivai. Sennò con gli stranieri non potranno mai avere una nazionale“.

VIVAI.L’atletismo nello sport odierno è imprescindibile, ma lo sono anche i maestri, quelli che possono mostrarti il gesto tecnico. E che purtroppo nei vivai ancora latitano perché le società nelle giovanili non fanno gli investimenti dovuti“.

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