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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, realtà e incognite

Out Pereiro e Carboni, dentro Azzi e Prelec. Centrale difensivo e regista sono rimasti nel libro dei sogni. Ranieri incassa e guarda avanti. Ma adesso, testa al Modena

Ieri, martedì 31 gennaio, alle 20, si è chiuso il mercato di riparazione. La domanda è: ha “riparato” il Cagliari ai propri errori post retrocessione con la vendita al miglior offerente dei dieci undicesimi della rosa. Ha rimediato all’organico dato lo scorso luglio a Fabio Liverani e all’orrore del girone d’andata? Ma la riflessione va spostata. E giunge sul nostro caro Claudio Ranieri. Prima considerazione: con la pancia piena dalle due vittorie e un pari – ci sarebbe anche il 2-0 al Cosenza nell’ultima di andata ma in panca last minute si è accomodato Fabio Pisacane -, ma anche dai sei gol fatti e uno incassato, si potrebbe volare alti e riandare al “tutto bene, madama marchesa”. Però, il calcio – spesso, anche la vita quotidiana – insegna che cullarsi e nuotare nel proprio brodo e non cercare una prospettiva che sia di miglioramento e di sviluppo continuo, può rivelarsi un errore. E chissà perché, visto che il presidente impera, esempi pregressi da temere ce ne sono a iosa. E, come dicono a Firenze, chi si ustiona con l’acqua bollente ha poi paura anche dell’acqua fredda.

I movimenti. Salutati Pereiro e Carboni, la si chiami come si vuole con tutto il rispetto per i due interessati, l’ennesima conferma di ingaggi – quello dell’uruguaiano pesante, anche in A figuriamoci in B! – con poca visione per non parlare di competenza. Mentre sono arrivati Paulo Azzi e Nik Prelec. Il primo, che ha esordito con il botto (a metà con il maestrale, rete del 2-0 con il Como), pare offrire una buona resa. Prelec, punta slovena, lo conosce anche sir Claudio per averlo allenato alla Samp. I tifosi ricordano Desogus: sì, come Matteo Tramoni, forse sarebbe stato più proficuo tenerlo. E il resto? Niente centrale difensivo (Gunther e Colley, ad  esempio avrebbero fatto comodo ma, guarda caso, sono andati altrove), niente regista e centrocampista di gamba, proposta e contenimento. Non pervenuti Hongla, Piccoli, Radovanovic, Tsdjout e Sæter. Si è chiuso il sipario anche su Radja Nainggolan. E non era possibile altra soluzione visto il precedente con il presidente. Bene, male? Lo dirà, come sempre il campo e la stagione. Intanto, al diesse Nereo Bonato è complicato imputare poca incisività: senza fondi è difficile fare bingo con il patron che fa e disfa. E i risultati, fino al 31 dicembre scorso, sono indigesti e difficili da dimenticare. Da adesso in poi, per Ranieri ci sarà da tenere in equilibrio un organico in cui Barreca e Viola, con ingaggi pesanti, sono rimasti ad Asseminello. Così come Millico e Goldaniga – tuttora infortunato – mentre è quasi certo che Nandez, out venerdì a Modena, andrà via a scadenza: un flop pesante se si pensa che è stato acquistato per 18 milioni di euro, il Watford ne ha offerto 40 e adesso viene valutato circa otto milioni. Molte volte l’ingordigia si combina con la supponenza. Amen.

Mentalità giusta ma le incognite rimangono. Dunque, adesso più che mai la palla rimbalza nel campo di Ranieri. Si dirà: il tecnico è un maestro, e si è già visto, nel riannodare i fili e incollare i cocci. Autostima, fiducia, consapevolezza dei propri mezzi, sacrificio e lavoro sono entrati ad Asseminello. Ed è già una buona garanzia. E non solo. Si ritrova un Kourfalidis strepitoso, ha visto bene in Lella, sta rigenerando Falco, Luvumbo e Zappa, aspetta i rientri di Mancosu, Obert, Pavoletti, Di Pardo e Deiola. Ma, soprattutto, attende il pieno recupero di Rog, pedina pregiata anche se va detto che il croato, se avesse avuto pretendenti cash, è stato nella lista dei sacrificabili. L’allenatore di Testaccio, meglio: San Saba, sa che sta “inventando” Makoumbou regista, con i pro e i contro della scelta. Sa che il centrale difensivo pronto e solido non è arrivato. Certo, il trio Altare-Capradossi-Dossena ha detto la sua nelle ultime gare. Ottimo. Ma va ricordato che, nonostante le capriole in testa e in coda della B, il Cagliari ha affrontato solo club che in classifica inseguono. Così, mentre ci si gode il sesto posto nel trenino play off, rimane ancora il dilemma su chi e come ricada il compito di costruire se non un bel calcio almeno una manovra organica, efficace e con i tempi di gioco giusti. Serve tempo e qualità. Rimane anche il quesito sul perché questa manovra abbia difficoltà a tirare in porta, manchi di densità in area di rigore e si affidi spesso ai lanci lunghi. La leadership? Di tutti e di nessuno. Claudio Ranieri è bravo, ha passione e i sentimenti corretti. Porterà – dita incrociate – questa squadra a giocarsi i play off. E magari, ma i punti da recuperare non sono pochi, anche al vertice del campionato. Ma è e rimane un allenatore e non un mago.

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