Assenti per un tempo, dominato dal Parma, in partita grazie al regalo ospite. Si prosegue con poche certezze e nessun passo avanti per manovra e personalità
Il quinto pareggio di fila, 45′ da dimenticare, cinque punti nelle ultime sei partite. Male. L’1-1 è un palliativo pericoloso. E adesso, nell’infrasettimanale c’è la Ternana in Umbria. Un campionato in cui si naviga a vista dà spazio anche alle formazioni meno quadrate. L’unico aspetto, ad esagerare, positivo? I 19 punti portano Lapadula e soci dalla parte sinistra della classifica e, in attesa della altre partite, tra quelle che giocherebbero i play off. Al contempo, se chi sta dietro dovesse vincere, il Cagliari si ritroverebbe a un punto dalla zona retrocessione. Ma non è tutto. Il match ha confermato i limiti difensivi della squadra, l’assenza di certezze nella manovra e nelle conclusioni: aspetti sottolineati fino alla nausea. E fare finta che non perdere, come si legge altrove, sia un passo avanti, non risolve: a nascondere la polvere sotto il tappeto non ci guadagna nessuno.
Soccombenti, senza carattere, disordinati. Se il Parma chiude in attacco, Radunovic è l’uomo del match, c’è poco da filosofeggiare. Fabio Liverani che confida ancora in un lento e pericoloso giro palla arretrato, non più le attenuanti. Il gioco non lievita e il gruppo risponde solo a sprazzi. Il solito incubo. Si parte da un primo tempo disastroso, di sofferenza, con poca personalità e senza carattere. E non vanno scordate le diverse occasioni a favore del Parma, che ha dalla sua anche una rete annullata a Man.
In breve, il solito Cagliari di Liverani. La solita rabbia per i dodicimila, sempre meno, appassionati accorsi al quindicesimo turno della Serie B. Una ripresa diversa, almeno per il carattere e l’attenzione. Certo, nulla di trascendentale. Nessun segnale capace di esaltare le stremate passioni della tifoseria. Ma almeno, brandelli di partita. Considerazioni tattiche obbligate: 1) Liverani cambia ancora l’undici di partenza: si parte con Barreca a sinistra, e al centro sta fuori ancora Altare. Da segnalare, anche per l’assenza di Rog (contusione), Makoumbou dal via.
In attacco, la decisione più ardita: 1) Luvumbo, autore del gol apri-partita di Frosinone, e Pavoletti in campo; 2) suona bene, anche in ottica giovani-futuro, la conferma di Kourfalidis. 3) è evidente un dimensionamento tecnico tattico che non produce la scossa giusta. La rosa è inferiore alle aspettative ed è stata sopravalutata.
Personalità cercasi. La squadra ha firmato un tempo, il secondo, almeno a tratti dignitoso. Ma sei in casa e non può bastare. Anche perché pare sempre più chiaro che con questo andazzo si può solo vivacchiare a metà classifica. Inoltre, continua a latitare chi deve dare tempi di gioco, dettare inserimenti, andare a pungere gli avversari dove è più facile. Ed è una criticità, come quella del terzino sinistro, che il Cagliari si porta appreso da diversi anni. Peraltro, individuare i punti deboli di chi si ha di fronte è compito principale dello staff tecnico. Ma un allenatore in campo ha fatto la differenza, e la fortuna, di tanti club. Al Cagliari, che riesce a subire anche quando va per primo in vantaggio, come a Frosinone, manca l’uno e l’altro. E se Radunovic chiude tra i migliori in campo e il gol rossoblù del pareggio arriva per uno svarione clamoroso di Chichizola, le domande sono più di una.
Notarelle
Restyling. L’operazione maquillage in casa Cagliari è stata lanciata dall’ex direttore generale, Mario Passetti. Dopo la retrocessione vergognosa, l’orribile insulto a Fabio Caressa in diretta tv, con mezza Italia di fronte ai teleschermi per festeggiare scudetto e piazzamenti nelle coppe, la figura presidenziale andava, diciamo così ripulita. In settimana, scansando la possibilità che qualche cronista potesse fare anche la più umile e legittima delle domande, il presidentissimo è ricomparso. La sede del Coordinamento dei Cagliari club l’ha ospitato. Bene. Ma anche gli altri appassionati, sparsi ovunque e tifosi da sempre con onestà e passione, avrebbero diritto a saperne di più. Così come i settemila abbonati. Peccato.