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ESCLUSIVA – Canestrari: “Cagliari, ancora un po’ di pane duro e… Io ci credo”

L'ex difensore rossoblù Roberto Canestrari festeggia oggi 72 anni: l'occasione per gli auguri e una chiacchierata sul Cagliari attuale, per i lettori di CalcioCasteddu.

Roberto Canestrari, difensore per due stagioni in Sardegna tra il 1978 e il 1980, è sempre rimasto legato al rosso e al blu: “A Cagliari e ai cagliaritani ho lasciato tanto affetto. Ogni volta che si parla di Cagliari, mi si apre il cuore“. Oggi, nel giorno del suo 71° compleanno, CalcioCasteddu lo ha raggiunto telefonicamente per parlare della squadra guidata da Ranieri: questa è l’intervista realizzata per voi lettori. Buona lettura.


Ciao Roberto. Qual è il tuo parere sullo stato di salute del Cagliari?

Qualche mese fa vedevo molto male il Cagliari, con dispiacere: la reputavo una squadra in difficoltà, con polemiche pure da parte della tifoseria che rappresenta un dodicesimo uomo fondamentale. Invece adesso vedo una situazione estremamente positiva, un gruppo in salute che ha acquisito credibilità ed è in fiducia. Ranieri fa la differenza, nonostante possa venire considerato datato“.

La lotta salvezza non è per niente semplice e necessita di un ulteriore sforzo.

Reputo il Cagliari quadrato, compatto, contro cui non è facile giocare. In questo momento cruciale del campionato sono molto ottimista, nonostante tanta concorrenza nelle retrovie. Non è ancora fatta, ma ci credo“.

Il mercato invernale ha portato in dote due innesti che si sono subito rivelati importanti.

Mina e Gaetano sono elementi di personalità. Il colombiano ha dato chili, centimetri e cattiveria, il trequartista di proprietà del Napoli è un punto di riferimento per qualità e gol. Non sempre si riesce a raddrizzare le cose nel mercato di gennaio, il Cagliari ha scelto bene e i risultati lo dimostrano“.

Quest’anno le sabbie mobili del campionato hanno coinvolto numerose squadre, anche protagoniste costanti della Serie A anno dopo anno, grazie a programmazione e gestioni oculate.

Nella lotta salvezza ci sono delle società che stimo molto sotto il profilo sportivo e gestionale. Molto attive nello scouting, frangente che però non restituisce certezze nel successivo confronto con il campo. Ad esempio Sassuolo e Udinese: in A da tanti anni, hanno commesso degli errori nonostante le capacità. Non sempre si riesce a sostituire chi viene valorizzato e venduto, così come mantenere le aspettative con i nuovi arrivi“.

Fondamentale gestire le energie fisiche e soprattutto nervose, dove anche un singolo evento può cambiare il corso di un intero campionato.

A volte nei campionati gli equilibri sono così sottili, che anche un episodio o una sola partita possono portare alla svolta. Poi il tecnico deve metterci del suo, chiaramente. Così come a Cagliari, dove il pubblico è stato ricompattato da Ranieri. Perché da soli non si va da nessuna parte, se l’ambiente non è coeso. Nel mercato invernale sono arrivati giocatori ottimi e ora il meccanismo gira a dovere. Bravi poi giocatori e dirigenti a non assecondare un cambio di allenatore: se Ranieri fosse andato via, il cammino della retrocessione sarebbe stato segnato. Non ho dubbi“.

Lunedì trasferta in casa del Genoa e il rush finale, con un occhio ai risultati delle altre squadre e la consapevolezza di essere in salute.

La squadra è diventata vera negli ultimi due mesi, non molla mai e c’è anche quando le cose si mettono male. Un atteggiamento importante, che prescinde dai singoli e rappresenta secondo me il capolavoro del Cagliari in questa ultima parte di campionato. La società è stata brava a credere alla figura di Ranieri, senza tentennamenti: quando ha minacciato di andare via, è cambiato tutto. Però il Cagliari sa che bisogna ancora lottare, mangiare pane duro. I presupposti per arrivare all’obiettivo ci sono“.

® RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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