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Genoa-Cagliari, la storia di Francesco Servetto: solo il rosso e il blu

In occasione di Genoa-Cagliari, recuperiamo la storia di un calciatore cagliaritano che si divise tra i due club: Francesco Servetto. Fu uno dei primissimi calciatori sardi in Serie A.

(Fonti: “Calciatori di Serie A 1929-2023 – Volume 3“, di Fabrizio Schmid e Giovanni Gualersi / “La grande storia del Cagliari – Volume I“, di Corrado Delunas)

TRA LE PIEGHE DEL TEMPO. CalcioCasteddu riapre il baule dei ricordi e aziona la macchina del tempo, in occasione di Genoa-Cagliari. Rispolveriamo la storia di un calciatore che vestì praticamente solo queste due maglie in carriera, con un’eccezione sulcitana. Parliamo di Francesco Servetto, uno dei primissimi giocatori cagliaritani a calcare i campi della Serie A. Nato a Cagliari il 4 dicembre 1918, di ruolo centromediano, iniziò a calzare le scarpette bullonate a metà anni Trenta con la San Giorgio Cagliari. Nel 1937 lo ingaggiò il Cagliari, militante in Serie C: tre campionati, 67 presenze e 16 reti.

SERIE A. All’alba del decennio seguente si materializzò per Servetto la grande chance della massima serie: il Genoa, che allora si chiamava Genova 1893, lo chiama ma lo destina inizialmente alla squadra riserve. Resta collegato al Grifone per gli anni a seguire, tra partenze e ritorni, vestendo anche la casacca della Carbosarda dal gennaio 1942 a fine campionato di Prima Divisione. L’interruzione per la Guerra lo localizza in Sicilia, nel Sabaudia Caltanissetta. Finalmente, nella stagione 1945-46, il Genoa lo fa debuttare in prima squadra e in Serie A: è il 14 ottobre 1945, in occasione di Genoa-Milan 1-0.

LA FINE. 35 partite e un gol per lui nell’arco di due campionati, gli ultimi sotto la Lanterna. Il Cagliari lo riabbraccia dopo 8 anni, per ulteriori due stagioni in C (33 match, 6 gol), prima della chiusura della carriera nella Carbosarda 1950-51 nella medesima categoria. Si conosce purtroppo poco sulla sua esistenza post agonismo. Muore a Milano il 3 luglio 1994, all’età di 75 anni.

IL PROFILO DI CENZO SORO. “Franco era svelto, possedeva doti innate di coordinazione e poteva assolutamente definirsi giocatore dai piedi buoni. Dotato di un buon bagaglio di tecnica di base e carattere un po’ bizzarro. Sposò la figlia di un benestante. Emigrò poi a Milano e di lui il tempo che cancella ogni cosa mise fine alla notorietà. Ricordo che si dispiacque molto quando, nel leggere le cronache cagliaritane dedite agli elementi che erano balzati nel palcoscenico della Serie A calcistica, il suo nome non venne rievocato. Ne face una malattia. Con Renato Raccis, per me, sono stati giocatori di primo piano“: così Cenzo Soro, leggenda del calcio isolano, ricordò Servetto per il volume “La grande storia del Cagliari – Volume I” di Corrado Delunas.

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