Dopo il nono giorno del precampionato casalingo, il Cagliari e Fabio Liverani traggono qualche altra indicazione su quella che potrà essere la squadra del futuro. Ma le scorie della scorsa stagione sono ancora presenti
dal nostro inviato
Nono giorno di ritiro precampionato per il Cagliari di Fabio Liverani, che si è concluso con la seconda amichevole stagionale. L’avversario, una rappresentativa locale, nonostante il grande divario tecnico ha ben figurato: lo dimostrano i due gol messi a segno (10-2 il risultato finale), tra l’altro di pregevole fattura.
E il Cagliari? La prima cosa che salta all’occhio è ovviamente il modulo di gioco, un 4-3-3 rivoluzionario rispetto al recente passato, che certamente ha bisogno di tempo per ‘attecchire’. Tempo e uomini. E gli uomini, al momento, non si sa se saranno quelli finora utilizzati dal tecnico romano. Sì, perché il rischio di trascinare la preparazione ‘attingendo’ dai giocatori con la valigia in mano è evidente. I tempi del mercato sono diversi da quelli tecnici, ma per una squadra che ha bisogno di essere ricostruita occorre certamente fare di più, e occorre farlo alla svelta.
Manca un mese esatto all’inizio del campionato, e le incognite sono terribilmente tante. Nonostante tutto, gente come Nandez, Pereiro e Joao Pedro (ovvero alcuni di quelli con l’ipotetica valigia in mano), non fanno mancare il loro impegno. Ciò che colpisce maggiormente, però, è il grande silenzio che regna sul campo: concentrazione, sicuramente, ma anche poca voglia di aprirsi. Su tutti, Joao Pedro: la professionalità espressa in campo è innegabile (quattro gol anche oggi), ma ciò lascia perplessi è la poca voglia di coinvolgere e di essere coinvolto. Almeno è questo ciò che traspare. Le scorie della retrocessione sono ancora lì, tutte da smaltire. Esprimere giudizi ora sarebbe peccato mortale, ci mancherebbe. Mancano però i sorrisi, e forse anche la voglia di divertirsi. E questo, al momento, non è un bel segnale.