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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, venghino siori venghino

I brividi per una campagna basata su cessioni eccellenti e poi si vedrà. Liverani non è una scommessa folle ma va aspettato: devono dargli chi chiede

Un malessere forte, quasi da scorpacciata di frutti di mare avariati. Sì, riparto dalla retrocessione. Nei giorni scorsi hanno sorteggiato il calendario della Serie A. La Salernitana gioca la prima in casa contro la Roma. Il calendario senza il Cagliari è una coltellata al fegato. Esagerato? Può darsi. Ma l’amarezza è immane. Declassati, messi via, cacciati e defraudati per manifesta incapacità progettuale, gestionale, finanziaria. Lo ha detto il campo, nonostante la pochezza del Venezia e il suicidio della Salernitana. Lo hanno visto tutti. Lo hanno ribadito gli Indici di liquidità. Lo hanno confermato anni di scelte scellerate, con i nomi altisonanti e spesso stracotti, con gli ingaggi da superclub nonostante le casse in rosso. Con una sfilza di esoneri sbagliati nei tempi e nei modi. L’intera Italia del pallone, e non solo, ha assistito dispiaciuta: sì, perché il Cagliari, piaccia o meno all”attuale proprietario, dall’anno dello scudetto è un bene e un patrimonio anche immateriale di decine di migliaia di sportivi, anche non sardi.

Dispiaciuta e stupita: raccontano di presidenti di società di A che hanno assistito increduli allo 0-0 di Venezia. Basiti da tanta insipienza. Scioccati, come i tifosi, da mosse che risalgono al post Rastelli. Sempre uguali, stesso dna, identiche movenze e speculazioni finanziarie: il Cagliari in B è roba da manicomio. E a guarnire la torta nessuno potrà dimenticare il grave insulto in diretta tv al conduttore pallonaro più noto in Italia. Ribadisco un concetto: Fabio Caressa, può farsi una mezza risata se il patron di un club di Serie A gli dà dell’infame. Ma, da cronista, lascio immaginare a chiunque che messaggio sia passato per i tanti giovani che su siti, blog, testate accreditate, stiano cominciando questo mestiere. Il potere che intimidisce, censura, delegittima non è roba nuova. Da queste parti è una certezza o quasi. E richiede un ulteriore sforzo, compatto, credibile, sincero.

PASSATO E PRESENTE. Ancora uno sguardo all’indietro per capire meglio il presente. Leggo che date grandi responsabilità ai calciatori. Certo, è così. Ma chiunque abbia tirato un calcio a una palla sa che chi scende in campo respira, per undici mesi, quel che il proprietario ha tessuto. Dal torneo amatori alla Champions. Professionalità, impegno, concentrazione, rispetto per tutti i portatori di interesse (città, comune, forze dell’ordine, sistema economico e imprenditoriale, Regione, Cagliari club, ultras, sponsor eccetera), per la storia e la dimensione della società, per quel che è stato sbagliato e ci si aspetta non venga ripetuto. Ecco, proprio il diabolico perseverare – dalle figurine vintage che non fanno la differenza e guadagnano cinque volte quel che prendono i compagni – con le pessime conduzioni e intromissioni anche tecniche dei campionati precedenti, conferma cinismo e incompetenza quasi masochistica.

Intanto il presidentissimo pare voler puntare a vendere tutti, anche chi passa dalle parti di via Mameli solo per andare all’ExMà. In parte risponde a quanti gli rimproverano di aver tenuto dei sarcofaghi in campo con stipendi da nababbo, che, per inciso, non ha deciso Topolino o Black macigno. Una volta messi a posto i conti, magari anche quelli personali, consegna una rosa di incognite – ben vengano Di Pardo, Viola, Coda o Lapadula e altri, il mercato è tutto da compiere – a Liverani. E poi lascia. Sarà così? Lo dirà il tempo.

LO STARE IN B RODE. Non ci sarà da aspettare molto: tra il 10 e il 14 luglio si conosceranno gli abbinamenti: occhio a SudTirol, Reggina e Cittadella! Poi, il 12 agosto si parte! Orribile, pare un incubo. Intanto, la tifoseria ingoia – e dovrà farlo per un bel pezzo – un boccone avvelenato, dalla retrocessione causata da un fallimento e da una incompetenza gestionale senza precedenti. Un inferno chiuso da un finale di torneo che neanche un film horror. Il modo in cui si è retrocessi, dirà qualcuno, è roba vecchia. Contenti voi. Ma la cronaca è impietosa. Aver buttato il Cagliari in B suona come un attentato terroristico. Sia chiaro, parliamo di calcio.

C’è tanto di più importante di cui dolersi: crisi, inflazione, lavoro che non c’è o va e viene, precarietà, diritti calpestati, futuro incerto per i giovani e non solo. Ma il benaltrismo non porta lontano. E, comunque, in casa rossoblù avevano l’obbligo – per il pubblico e gli abbonati, allo stadio e alle tv, per i denari pubblici e gli inserzionisti, per le tante famiglie che, ad esempio, sono state coinvolte con i bimbi a Monte Claro e in tutta l’isola, con le scuole calcio – di fare le cose almeno con la sufficienza. Invece, hanno distrutto quasi tutto. Adesso, si riparte con la morte, e la vergogna (ovunque, da Bergamo a Catania, se incontrate chi segue, anche da lontano, il calcio, vi chiederà “Ma come c… avete fatto a retrocedere!”) nel cuore.

BENVENUTO FABIO. Non paghino i figli le colpe dei padri, dice la Bibbia. Parafrasando, diamo tempo a Fabio Liverani. Si riparte, dunque. In conferenza (date uno sguardo alla cronaca del nostro Giacomo Dessì) è emersa la volontà e l’entusiasmo giusto. Il tecnico ha usato spesso la parola “condivisione”. Auguriamogli possa avere pienezza di significato nel dialogo con la proprietà. Altrimenti, si andrà a sbattere di nuovo. Intanto, dalla conferenza del duo dirigenziale, alcune cose sono già cambiate. Alessandro Deiola, cuore e anima rossoblù, pareva dovesse essere il capitano? Un capitan futuro, umile e operaio, capace come nessun altro di indossare e rappresentare al meglio la camiseta dei Quattro mori. Invece, è al centro di varie operazioni. Così come l’idea del Cagliari etnico, che in tempi di globalizzazione ha poco senso, specie se il club ripeteva di doversi espandere in Cina. E allora? Carboni pare ai saluti. I saldi del presto e subito sono iniziati un attimo dopo quella che rimane la più atroce e beffarda retrocessione dell’ultimo millennio.

Notarella

LO STADIO DEL TERZO MILLENNIO. Intanto lo dedicherei a “Gigi Riva”. Ma è un dettaglio. Entro il 30 giugno (giovedì prossimo) il Cagliari deve presentare, come previsto dall’iter e promesso dalla dirigenza, il progetto del nuovo stadio alla municipalità. Spero che gli ingegneri abbiano tenuto a mente gli spazi e la collocazione per disabili, bambini e tribuna stampa. Sono certo che la struttura sarà spettacolare.

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