Lo storico ex rossoblù analizza il finale di campionato dei rossoblù, in vista del match salvezza con il Genoa
La parola magica è concentrazione. Gigi Piras prova a spingere il Cagliari verso il delicatissimo match contro il Genoa, invitandoli a puntare dritti sull’obiettivo.
“Bisogna partire concentrati, convinti di poter vincere“, spiega Piras sulle pagine de La Nuova Sardegna, “senza dimenticare che di fronte avrai un avversario pronto a dare l’anima. In questo caso il Cagliari è avvantaggiato perché è il Genoa ad avere più da perdere. Loro se non vincono sono retrocessi. Il Grifone ha difficoltà a fare gol, da quando è arrivato Blessin solo una vittoria, due sconfitte e tanti pareggi. L’attaccante ideale al fianco di Joao Pedro? In questo momento è difficile dirlo. Secondo me uno con le caratteristiche di Pavoletti è l’ideale. Poi per fare la scelta entrano in gioco altri fattori come lo stato di forma e la condizione fisica. Che clima ci sarà domani a Marassi? Sicuramente caldo. Penso che il Genoa abbia sbagliato a prendere due allenatori stranieri, si è complicato la vita. I tifosi si faranno sentire ma sono un’arma a doppio taglio. Se le cose di mettono male ti fischiano. Ci saranno anche tanti tifosi rossoblù e quest’anno in quello stadio la nostra squadra ha già vinto. Deiola? Un ragazzo che in campo ci mette l’anima. Sente il peso della maglia. Per un sardo essere profeta in patria è difficile. Quando giocavo sentivo più dei compagni il senso di responsabilità. Cercavo di far capire quanto erano importanti i colori. Avevo la personalità per farlo. Ricordo che in un campionato non ci pagavano da cinque mesi. I giocatori volevano mettere in mora la società, e io li ho convinti a non farlo e a resistere. La domenica dopo abbiamo vinto e siamo ripartiti. E sono subito arrivati anche gli stipendi. Il Cagliari si salverà? Ne sono sicuro se si gioca sempre come col Sassuolo. Lo spirito deve essere quello”.