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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, gli strani casi di mister Keita Baldè e senor Nández

Le uniche cose che non servono e sono dannose quando si prova a rimettere in sesto una stagione flop. Rimbalzi poco incoraggianti per lo spogliatoio e l’ambiente in vista dello Spezia

Ha vinto la Coppa d’Africa 2022. Da panchinaro. Per stare in casa nostra, un successo simile è capitato a Franco “spadino” Selvaggi (85 e 28 reti con il Cagliari) e Simone Barone (18 e 3), campioni del mondo in Spagna (’82) e Germania (’06). Ma per Keita Baldè la corsa alla maglia da titolare si è rivelata da subito ostica. Intanto, se dividi lo spogliatoio con campioni come il portiere del Chelsea, Mendy, il difensore del Napoli Koulibaly, il centrocampista del Psg Gueyé, l’asticella sale. Poi, se in attacco ti trovi a competere con Manè (Liverpool), Dia (Villarreal), Sarr (Watford), Diallo (Strasburgo), Dieng (Olympique Marsiglia) e Thiam (Kayserispor), le cose non si semplificano. Insomma, Cissè, ex capitano e CT del Senegal, non ha sfruttato il 9 rossoblù. Ma ha vinto e tutti sono rientrati  contenti. Poi, appena arrivato ad Asseminello, Keita ha messo il sorriso in cantina.

Quasi ignorato da Mazzarri, che si è ritrovato il talismano Pereiro. L’uruguagio ha messo a segno reti preziose (Atalanta, Torino, Napoli) con prestazioni importanti. Tanto da guadagnarsi la piazzola da “libero di gironzolare alle spalle e non solo di JP10. La mossa ha pagato. Il brasiliano combatte, prende botte, crea spazi. Pereiro è bravo nel farsi trovare pronto. Adesso, il duro ko con la Lazio ha evidenziato criticità di nuova e vecchia data. Peraltro, una riflessione va fatta. Grazie a Marin, Grassi, Bellanova, Dalbert, Deiola e lo stesso João Pedro  in stato di grazia, mentale e fisico, capaci di andare su tutti i palloni, raddoppiare, sporcare le manovre avversarie con sacrificio e corsa, tutto è andato al meglio.

Pereiro, parso ancora discontinuo e  acerbo per battaglie, tackle e raddoppi corpo a corpo della A, ha goduto di una situazione ottimale per le sue caratteristiche. Ma adesso, con l’appannamento di João Pedro, reduce da due anni a livelli faraonici, e la condizione che non permette i due tempi a Pavoletti, il numero 20 è tornato sulla terra dei normali. Un contesto che permette a Keita di darsi di fare con la concentrazione e l’animo giusto. Cosa che risulta stia facendo anche in allenamento. Mazzarri non ha bisogno di consigli, ma l’uso dei cambi al momento giusto può risultare decisivo per mantenere la categoria. Specie negli scontri diretti. Keita (11 gettoni e 3 gol in rossoblù) merita una chance. A meno che non ci siano impedimenti e interferenze su chi gioca, chi sta fuori e chi deve essere venduto.

EL LEON, UNA STORIA INFINITA. L’acquisto più costoso della storia del Cagliari, 18 milioni di euro, si è anche rivelato quello più complesso da gestire. E da rivendere. Nández  non si fa, o non gli fanno?, mancare niente. Il dubbio sta proprio qui. Ma fino a quando e come, il talentuoso uruguaiano di Punta dell’Este, paga per colpe sue o dei suoi agenti? Tutti a dire: Bentancur è avido di denaro. Può essere. Ma qual è la notizia? Un procuratore fa gli interessi dei suoi assistiti e i propri, in concomitanza. Nahitan arriva al Cagliari e, dopo un giro a vuoto della presidenza, firma fino al 2024. Poi, arriva la grana che riguarderebbe i diritti di immagine non versati al calciatore e al suo entourage. Messa così suona elegante. Ma, senza romanzarla neanche tanto, la storia di quanti fanno affari oltre oceano sa da sempre di accordi a metà, tracciabili o meno pare sia un discorso a latere. Dunque, spesso, per quote neanche minime, vale la stretta di mano, la credibilità, l’impegno. Cosa che evidentemente non c’è stata tra il patron del Cagliari e l’agente dell’esterno.

Tutti in aula. Quella dei diritti d’immagine, con tanto di coinvolgimento del giudice in Tribunale, al Palazzo di giustizia di piazza Repubblica, non è stata solo una scaramuccia legale. In quel periodo Nández aveva già mostrato nel team guidato da Maran – giusto per rinfrescare la memoria, quel Cagliari era tra le prime sei squadre della Atecnica e garra. La capacità di saltare l’uomo e dare superiorità numerica alla squadra sono state decisive nella lievitazione di una formazione che aveva in Nainggolan un faro indiscusso per peso tecnico, agonistico e leadership. Con Nahitan che, grazie anche alla vicinanza e al supporto di Radja, è cresciuto. La maturazione dell’ex Penarol e Boca Juniors ha colto le attenzioni delle grandi. Il passaggio all’Inter pareva scontato. Poi, il mondo si è capovolto, tra Covid, partite a singhiozzo e un mercanteggiare evidentemente mediocre e poco costruttivo. Intanto, i valori dei cartellini sono crollati, in Serie A e nel resto d’Europa. E i 36 milioni di euro fissati dal club come clausola per il trasferimento, sono rimasti dove sono tuttora: su un foglio di carta in un armadio, neanche blindato.

Insomma, il braccio di ferro, con Bentancur che ha sempre dettato le danze e, visti i fatti, messo nell’angolo il club – c’è poco da scandalizzarsi, se si gioca a voler gabbare chi ha più o meno inventato le trattative furbe e i negoziati scaltri, si perde spesso – si è aperto così. Con veri o presunti diritti da saldare con denari promessi dal Cagliari. Se si tratta d’altro, nessuno può saperlo al di fuori degli interessati. Che poi, Nahitan abbia contributo alla salvezza dello scorso anno e ricevuto la promessa di poter andare da una big in caso di salvezza, è noto. Poi, il numero uno ha fatto marcia indietro. La risposta? Il rifiuto di partire per un test precampionato dopo essere stato ingannato. Atteggiamento sbagliato, sia chiaro. Ma queste situazioni, se possono, si annodano sempre peggio. Nández si è ritrovato con un mandato d’arresto in patria, legato alla denuncia della ex moglie. Un mix che non lo ha certo aiutato a proseguire sereno con la maglia del Cagliari.

Valore dimezzato, acquirenti volatilizzati. Anche le offerte di Juventus e Napoli sono sfumate nel nulla. Incongrue o meno, El Leon è rimasto malvolentieri ma quando ha giocato ha dato l’anima. Quest’anno è stato impiegato una volta in campionato, con la Roma, e una in coppa Italia, con il Sassuolo. Quindi, l’infortunio. Quella che pareva una botta al ginocchio (rimediata in Coppa due mesi fa) lo tiene ancora fuori causa. Contusione o altro, viene difficile capirlo. In tanti ricordate il caso Sottil, infortunato da gennaio a giugno. Altri segnalano le partite e i gol a gettone di Klavan e Borriello, subito stoppati dal patron. Sarà. Eppure, il Cagliari avrebbe bisogno dell’apporto di Nahitan nella corsa salvezza. Applausi per Bellanova? Certo, meritati e doppi. Ma avere il numero 18 a disposizione sarebbe un bel colpo anche per Mazzarri. Per adesso, Nahitan svolge lavoro differenziato. E domani, nel primo match clou per stare in Serie A, con lo Spezia in Liguria, non ci sarà: male.

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