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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, un crollo vergognoso: la Nord insulta presidente e calciatori!

L’Udinese ne fa quattro, i rossoblù perdono la quinta partita in casa. la situazione è drammatica. E martedì si va allo Stadium dalla Juventus

Il ritiro fin dal dopo 3-1 al Cittadella, con passaggio del turno in Coppa Italia, il 12 e il 19 gennaio contro il Sassuolo. Una vittoria tonificante, utile per l’autostima. Ma non è servita a nulla. Il 4-0 dell’Udinese è un treno in corsa che travolge tutto o quasi. Il Cagliari esce umiliato dal confronto. Edopodomani sera si gioca contro la Juventus a Torino, il match che chiude il girone d’andata di una non squadra. E, anche se si rimane a 2 punti dal quartultimo posto (sempre che lo Spezia ogg non faccia punti con l’Empoli)quello contro i friulani potrebbe aver detto ai tifosi quanto sia difficile e frustrante, quasi offensivo, pensare al futuro. In tutti i sensi.

LE SCELTE. Pavoletti dal via, Godin, Nandez e Ceppitelli pure. La prima domanda è quasi obbligata. La squadra – Inter a parte – ha costruito quattro pareggi di fila. Possibile che il ballottaggio promuova Ceppitelli che scala dal centro, dove è più sicuro, e Caceres riandare in panca a vantaggio di Godin? La seconda emerge subito dopo: anche Nandez, a furia di sbattersi, va fuori giri. Sarà. Si parte con Grassi e Bellanova: i due si sono conquistati la maglia. Mazzarri si gioca il macth che rischia di valere mezza stagione. E i boatos evidenziano che il risultato è fondamentale anche per la panca. Il suo omologo, Cioffi, con 17 punti, conferma i dieci undicesimi della squadra che ha pareggiato con il Milan.

UNA PESSIMA ANTICAMERA. La Nord si fa sentire, incita e sostiene fin dal riscaldamento. Poi, dopo appena quattro minuti l’inferno è vicinissimo: Godin sbaglia nell’uscita, l’Udinese recupera la palla con Udogie, che serve Makengo, Cragno battuto rosaterra alla sua sinistra. Il Cagliari reagisce, Pavoletti impegna l’ex Silvestri. Lo svantaggio non ferma i cori di incitamento degli ultras. Encomiabili. Così come i ragazzini della curva Futura. Ma purtroppo anche loro non giocano. Tra quelli che mostrano di tenerci dice la sua il solito Bellanova. La fisicità dei friulani, e la loro abilità nel recuperare palla e ripartire, è determinante. Sulle fasce Dalbert e Marin soffrono, Nandez e Bellanova meno. Inutile sorprendersi, la questione scomoda tecnica, approccio, determinazione. Maresca avverte aria di braccio di ferro e fischia spesso. Il Cagliari presidia bene il campo ma manche sempre un centimetro alla chiusura del passaggio decisivo. La cifra e la qualità è quella che è. Il match, come previsto anche da Mazzarri alla vigilia, è fisico: una brutta notizia per i rossoblù. Però, per dire, Carboni (classe 2001!) con Beto, il bomber ospite, ci prova, cerca l’anticipo, gli leva il fiato.

Il giro palla orchestrato da Godin e soci è lento e prevedibile, snervante per chi guarda. L’Udinese non ha fretta e  aspetta. Chi dovrebbe averla è penultimo in classifica con 10 punti, una sola vittoria in 18 partite, 35 gol subiti (tra le peggiori quattro difese della A) e 17 segnati (terzo peggior attacco). Da brivido. E nulla accade per caso. Magari il super presidente darà la colpa a Mazzarri, Capozucca, ai preparatori, ai semafori della 554, alla Regione che gli bonifica trenta milioni di euro per fare lo stadio. Eppure, a poche ore dall’aver blindato in tv Semplici per poi cacciarlo il pomeriggio seguente, ha detto di accettare qualsiasi confronto tra la rosa attuale e quella dello scorso campionato: Nainggolan, Rugani, Duncan, Sottil, Ounas. Questione di opinioni. Poi, ci pensa il campo a mettere i fatti dove meritano. Intanto, capitan Nuytinck fa sentire i gomiti a Joao Pedro. Il Cagliari mette, finalmente, un po’ di grinta. Ma i bianconeri quando ripartono mettono paura. Makengo, non solo segna ma sembra un tir senza freni per quanto pressa e per i palloni che recupera.

Intanto, se Dalbert si solleva le maniche ed entra in gara, Godin sbaglia appoggi non proprio impossibili. Male. Udogie impegna Cragno. La Nord canta “Noi vogliamo un Cagliari all’attacco“. Marin prende il giallo, eccessivo, per braccio largo su Molina. “Buffone” urla la Sud all’arbitro. Il Cagliari soffre. La manovra non ha  sbocchi, i movimenti senza palla sono inesistenti. Giallo per Dalbert che abbatte al limite dell’area Udogie, un missile capace di schizzare per cinquanta metri palla al piede. Deulofeou batte la punizione. Destro vellutato, palla sopra la barriera, Cragno immobile, 2-0. La montagna da scalare diventa sempre più alta. Ci prova JP10, Silvestri blocca a terra. Maresca manda tutti in doccia. I fischi del pubblico sono feroci e meritati.

La mazzata. Si riparte con un massiccio turn over. Entrano Keita Baldè, Lykogiannis, Caceres, stanno negli spogliatoi Nandez, Carboni e Dalbert. Adesso, c’è niente da prendere sotto gamba. Ma proprio per questo mettere in croce tecnico e squadra – che, sia chiaro, hanno responsabilità precise – non fa tornare i conti. La società non solo non ha saputo trovare umiltà, condivisione e competenza dopo il miracolo dello scorso campionato. E se al Cagliari – con buona pace di chi ancora dice che ci mette i soldi (quelli dei diritti tv e della Regione) – il pallino lo tiene ben stretto il patron, c’è poco da trovare scusanti.

Tre minuti e Molina fulmina tutti, sogni, aspirazioni e speranze residue incluse, con un destro da 25 metri: 3-0. La squadra si sfilaccia. Ma trova brandelli di amor proprio e prova a reagire. C’è ancora mezz’ora da giocare. Ma la differenza di aggressività dei rossoblù nell’andare sulla palla è imbarazzante. Makengo sprinta su Marin, il romeno lo tocca mentre va dritto verso l’area: secondo giallo, espulso. Cagliari sotto di tre reti e con l’uomo in meno. Non piove, diluvia sul bagnato. “Finiremo per fare il derby con l’Olbia” urla un tifoso. Intanto, l’Udinese si diverte: Deulofeu prende la mira e segna il 4-0. Un disastro. Entrano Zappa e Deiola, escono Ceppitelli e Pavoletti. Difficile commentare. Anche se la cattiveria mostrata dall’Udinese, anche sul 4-0 e con un uomo in più, rimane esemplare.

NOTARELLE
Is toppisi a pillu. Un mix di incompetenza, prevaricazioni, manipolazioni e arroganza. Con annunci pomposi e velleitari, intromissioni tecniche e scelte rivelatesi deficitarie. Tutto già detto da tempo. Ma giova ripeterlo, anche a quanti sostengono che è sorprendete vedere il Cagliari così malmesso nonostante “i grandi nomi in organico”. Ma quali? E non solo. Nessun club, bene o male amministrato, ha mai davvero vinto qualcosa e evitato retrocessioni grazie alle piaggerie più o meno velate dei giornalisti. Pochi ma da rimarcare anche se generalizzare è sciocco. La categoria, sull’atteggiamento tenuto in questi ultimi anni verso la proprietà, una riflessione deve farla.

I pochi che sono riusciti a fare con puntualità il proprio mestiere, hanno ripetuto allo sfinimento che la nave imbarcava acqua. Quelli che hanno scritto che con questo management da una testa sola – più attento al marketing e alla cassa che alla qualità del gruppo e al rispetto dei ruoli – si sarebbe andato prima o poi a sbattere, sono stati irrisi, allontanati, intimiditi. Ma il campo è, come sempre, giudice supremo. Quel che annienta è l’amarezza che cresce e rimane mostruosa: l’eventuale perdita della categoria è un salasso che i sardi, tifosi e sportivi inclusi, non possono meritare. Vergogna, presidente!

Rosa inadeguata. “Ho trovato più problemi di quanti me ne aspettassi“. Walter Mazzarri alla vigilia. Il tecnico non si è nascosto. Ha spiegato che crede in ciò che fa, che parla mezz’ora faccia a faccia con ciascun rossoblù, che con “quelli superficiali ci sto anche un’ora“. Motivazioni e responsabilità, dell’uno e di tutto il gruppo. Ha poi aggiunto che non pensa al mercato o alla Juve ma alla partita più vicina. Chissà cosa accadrà. Sempre in conferenza stampa, si è detto in sintonia con la società. E questa sarà la vera sorpresa: lo accontenteranno? I tifosi, visti i precedenti incrociano le dita. E non a caso hanno contestato duramente la presidenza. Il resto del pubblico ha applaudito.

Numeri e agonia. Finisce 4-0 per gli ospiti. Quattro tiri in porta, contro i cinque dell’Udinese. 63 per cento possesso palla, 49,1 chilometri percorsi (51,1 l’Udinese), 234 passaggi (83 per cento a buon fine) contro 115 (71). Sono questi i numeri che disegnano il primo tempo.

Quarantasette supertifosi. Tra venerdì e ieri si sono divisi, una trentina in gira a Barumini, gli altri nel Sulcis, escursione a Sant’Antioco e Carloforte. Nel “formaggino” tra curva Sud e Distinti, i tifosi dell’Udinese. Famigliole, ragazzini con drappi e piccole bandiere. In tutto, 47 spettatori. Tifo più che pulito. Gli ospiti, gemellati con i Giuristi sportivi, gruppo supertifoso del Cagliari, ha trascorso tre giorni da favola in Sardegna.

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