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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, colpaccio in Friuli: la classifica non cambia ma i 3 punti sono pesantissimi

L’1-0 sull’Udinese rilancia i rossoblù e tiene aperto il discorso salvezza. JP10 a quota 14. Ora la Roma  senza Nainggolan squalificato

Proviamo a dirlo, sottovoce. Con umiltà e speranza: la rimonta è solida. I tifosi possono legittimamente gioire. Battere l’Udinese dalla difesa top in casa propria non è da tutti. Ma guai a fare tabelle e proiezioni: il Cagliari deve proseguire facendo la corsa innanzi tutto con se stesso. Il quartultimo posto è nelle possibilità dei rossoblù. I 3 punti colti alla Dacia Arena sono un colpaccio prezioso che mantiene viva la permanenza in A. E significano il recupero di 2 lunghezze su Torino, Benevento, Genoa e Spezia. La classifica? Meglio non guardarla. Più utile godersi la terza vittoria stagionale in trasferta, e tenere la testa sul lavoro.

TUROVER. Alla vigilia, in conferenza stampa, Leonardo Semplici li ha chiamati piccoli accorgimenti: ma Rugani e Duncan fuori, oltre a Zappa e Lykogiannis, con Ceppitelli, Deiola e Asamoah dal primo minuto, oltre a Carboni (riconfermato con merito) proprio un dettaglio non sono. Nessuna chance per Cerri e Pereiro, star della miracolosa rimonta di sabato con il Parma. Nàndez e Nainggolan partono in diffida: il belga i lascerà le penne. Domenica alla Sardegna Arena arriva la Roma. A seguire la trasferta al “Maradona” di Napoli il 2 maggio,

MESTIERE, FATICA E SUDORE. Il Cagliari parte con ordine. Marin, Nainggolan e Nàndez vanno belli tosti. Carboni brilla con Okaka. L’atteggiamento collettivo pare adatto. Ma l’Udinese abbassa il ritmo e i rossoblù si adeguano. La testa, dunque. Concentrazione per provarci e per limitare i bianconeri dell’ex Luca Gotti, in città da vice di Donadoni, privi di De Paul. L’incontro non è bello ma neanche da buttare. Con 36 punti i padroni di casa hanno la pancia più o meno piena. Beati. Il Cagliari deve provarci fino a morire. Al di là della vittoria della Fiorentina a Verona, in panchina alla mezz’ora arrivano i provvisori vantaggi di Spezia (con l’Inter), Parma (Juve) e Benevento (Genoa), (alla nona gara, con 10 punti in otto match frutto delle vittorie con Crotone, Bologna e Parma e il pareggio con la Samp). Ma è vietato distrarsi. Dopo 4’ Pavoletti devia sul palo una girata di Deiola.

Poi Musso si oppone a una sassata di Marin e Vicario agguanta due cross pretenziosi. La gara non regala particolari emozioni. Pare giochino con una palla medica. Calcio bloccato, prudenza e attenzione a non subire da entrambe le squadre. Per vincere serve anche altro. Ceppitelli, Godin e Asamoah sbagliano troppo. Poi, Nainggolan pennella per Joào Pedro. Il brasiliano stoppa e inventa: il simil sombrero è delizioso, rete di sinistro. Ma l’arbitro Guida viene chiamato dai “varisti”: gol annullato per fallo precedente di Marin su Forestieri. Peccato. Nel frattempo Juve (la chiuderà 3-1), Genoa e Inter hanno pareggiato. E, buona nuova, il Bologna chiude il primo tempo in vantaggio sul Torino. Ma i granata finiranno per chiudere 1-1. In breve, c’è da soffrire.

SU RIGORE IL TERZO SUCCESSO ESTERNO. La ripresa ripropone i 3-5-2 a specchio. Poi, Joào Pedro segna il quattordicesimo gol in stagione dal dischetto. Guida, ancora al Var, dà il rigore per fallo di mano di Molina su testa di Carboni: 1-0. Niente male se si pensa che l’Udinese in casa ha subito solo 14 reti (appena 7 nel 2021), seconda miglior difesa della A dopo la Juve. Gotti urla. Semplici è impassibile. Poi, Radja becca il giallo per proteste: alla prossima con la sua ex squadra non ci sarà. Grave. La reazione dei friulani? Poca roba, senza De Paul nulla di particolare.

Poi, su cross di Arslan ecco la traversa colpita da Nestorovski. Semplici chiede ai suoi di salire. La scivolata di Asamoah, con una palla gol fallita da Nestorovski a due passi da Vicario, è da infarto. La pressione è pesante, si gioca a una porta. Il numero 31 viene graziato da Arslan e para da campione su Braaf. Ma quel che conta è stato il portarla a casa. Per la qualità e la tecnica ci sarà tempo. Adesso, per Pavoletti e soci c’è la casella dei 28 punti. Benevento e Torino (una partita in meno) sono a quota 31. A 33 Genoa e Spezia, che si affronteranno sabato. Sì, sottovoce ma con gli occhi iniettati di sangue per provare a salvare un’annata da archiviare quanto prima.

DALLA SUPERLEGA AL SUPERNO. Davide? Gnomo sgangherato con le pezze al sedere che non può neanche  cercare di sgambettare Golia. Eppure, ci hanno provato. A levare incertezze, emozioni, cuore al calcio. Che poi dopo dieci giorni di Atletico-Tottenham o Arsenal-Man City e viceversa quattro volte a settimana, pensa un po’ lo spasso. Hanno cercato di strangolare il calcio. Non ci sono riusciti. Il Cagliari? Alle prese con uno dei passaggi più delicati degli ultimi sette anni. Una proposta vergognosa e scioccante in un momento da incubo. Quando ti giochi una fetta fondamentale di permanenza in A, vieni da una rimonta pazzesca, sai di non poter sbagliare più perché sei terzultimo e hai alle spalle diciotto sconfitte e tutti parlano del giochino ad escludendum dei ricconi dove si entra solo se hai i miliardi. O magari, tanti debiti. O gli uni e gli altri. Con agganci sportivi, politici, finanziari e campioni che generano profitti senza fine. Il flash è sfocato. La Superlega è morta e sepolta. Roba da matti, averla solo immaginata. Avvilente il passo indietro delle big. Con le tre italiane a testa bassa. Per ora. Adesso, c’è da capire quando, se, e quali possano essere le sanzioni.

RIMEDIO. Joào Pedro e Kurtic, fianco a fianco. Seduti in campo, dopo un 4-3 incredibile. Lacrime e ansia rigano il volto dei due. Non ci sono parole. Si avvicina Semplici. L’allenatore del Cagliari ha allenato la mezzala del Parma a Ferrara con la Spal. Kurtic e JoàO Pedro hanno giocato assieme al Palermo. Sabato notte alla Sardegna Arena JP10 ha scritto una bella pagina di sport. Ne scrivo solo adesso, in ritardo. La ragione? Il pezzo sulla vittoria contro i ducali l’avevo già inviato. Ma le belle storie non scadono mai.

 

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