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IL DRIBBLING DI… MARIO FRONGIA. Anche il Torino passa alla Sardegna Arena: Cagliari, che pena! Paga il tecnico

Spareggio fallito. Ora è -5 dalla quart’ultima, progetto frutto dell’incompetenza travolto dalla realtà. Bremer condanna i rossoblù, Cragno migliore in campo 

Forse, è il momento di chiamare le cose con il loro nome: il progetto di Tommaso Giulini (“Sono solo io che ho sempre il cerino in mano”) lo spot del patron milanese non solo è naufragato come peggio non si poteva immaginare. Ma, nell’anno del centenario, di Riva presidente onorario, delle figurine vintage acciaccate prese in due sessioni scellerate di mercato, di un organico con troppi doppioni e con pedine non all’altezza o non pronte per la Serie A, di un tecnico che ci ha messo del suo anche nell’accettare errori e incompetenze seriali del club, di ambizioni smodate e figure dirigenziali inadeguate, le cose si sono ingarbugliate sciaguratamente. Con Bergomi che a Sky ricorda come Maran sia stato cacciato nonostante avesse fiutato il quarto posto, così come Zenga, silurato nonostante la salvezza.

Adesso, al di là dei plateali annunci sparati in tv sul prolungamento del contratto con minacce temerarie (“Nel caso, tutti in B, anche i campioni!”) la sintesi del pensiero presidenziale con procuratori e agent che ancora ridono, la tifoseria si aspetta segnali precisi. In caso contrario il rischio (sia chiaro: da scongiurare a tutti i costi, la permanenza in A è troppo preziosa per l’intera Sardegna!) di ripetere l’annata aperta da Zeman e chiusa (bene) da Festa, è dietro l’angolo. Nel cuore della notte trascorsa a dibattere, nessuno del Cagliari ha parlato ai microfoni di Sky, Rai o altre emittenti, ma il destino di Eusebio Di Francesco pare sia giunto al capolinea. Mentre rimbalzano i nomi di Leonardo Semplici e di Walter Zenga. La prossima a Crotone, quindi il Bologna in casa. Da brivido. chiunque ci sia in panchina.

TANTA PAURA E POCO CALCIO. Nessuna sorpresa (forse mezza con Ceppitelli recuperato in extremis, Walukiewicz in panca: le big europee che lo seguono, come annunciato dal club, dovranno aspettare!). Si parte. Quaranta secondi, cross di Lykogiannis, testa, fuori di Zappa. Rugani si attacca a Zaza, Lykogiannis trova Singo, Zappa se la vede con Ansaldi. Nainggolan parte bene. L’indobelga cuce, pressa e va in disturbo sui portatori di palla granata (ieri in maglia bianca). Belotti calcia male una punizione da 25 metri. Ansaldi lo imita due minuti dopo. Il Torino prende palla e non costruisce dal basso: lanci lunghi per Zaza e Belotti, controllato da Ceppitelli e Godin. Il Cagliari è attento, mobile, concentrato. Il ritmo? Quello di due squadre terrorizzate dall’idea di commettere un errore. La classifica pesa una tonnellata. Per capirlo, basta vedere il volto di Di Francesco e Nicola. Nàndez va al tiro al 17’, a lato. Simeone pasticcia su ripartenza cucinata dal Ninja: il fastidio muscolare lamentato avantieri è in archivio. Zappa prende campo, tunnel su Bremer, assist per Joào Pedro, ribattuto. Match fisico, si combatte sulle seconde palle. I duelli aerei sono la norma. Rincon si sente. Marin e Nàndez prevalgono su Lukic e Mandragora. I rossoblù accelerano.

Al 26’ il primo corner per JP10 e della gara. Nainggolan ruba palla e spacca. Però, manca il passaggio rifinitore o peggio, il tiro nello specchio. N’koulou chiude bene su Simeone. L’argentino, servito dal Ninja, piazza il destro, Bremer devia in angolo. Tattica e atteggiamento sono speculari: squadre bloccate dietro, reparti vicini, raddoppi sistematici e ripartenza appena possibile. Mancano le idee. Ma il Cagliari deve fare di più per più di una ragione: obbligo di vittoria, classifica disperata, campionato da resettare. Marin piazza il destro, alto. Ci prova Mandragora, fuori. Ancora Nainggolan, innesca Zappa, JP10 non trova la porta. Il Cagliari chiude la prima frazione con sei corner a zero. Sirigu sporca i guanti su cross teso di Lykogiannis. A fil di sirena ci prova di testa Simeone, fuori. Lo 0-0 dopo 45’ sta stretto a Cragno e soci.

STRAPIOMBO ROSSOBLU’. La ripresa si apre con gli stessi interpreti. Al 4’ giallo per Belotti, sbracciata su Godin. Le manovre sono imprecise, difficile contare ad entrambe, più di quattro passaggi di fila. Nessuna si vuole allungare né lasciare spazi. Ennesima ripartenza del Ninja, su palla persa da Belotti, destro di Simeone in curva. Joao Pedro impegna Sirigu di testa, angolo. All’ora di gioco ci si aspettano le scelte dei tecnici. Il Toro controlla, il Cagliari è obbligato a cercare il gol. Brivido al 23’: Zaza calcia a lato dall’area piccola. Gli ospiti crescono: Rincon va su Nàndez a destra, Lukic trova Marin dall’altra. Cerri (chissà Pavoletti?) subentra a Simeone, generoso ma impreciso. Orsato (direzione in surplace per il miglior arbitro italiano, tra i primi cinque al mondo) ammonisce Ceppitelli.

Al 31’ inzuccata di Bremer, Godin non lo disturba: gol, Toro in vantaggio. Il Cagliari reagisce. Nicola toglie Zaza per Bonazzoli e Lukic per Baselli. Di Francesco inserisce Pavoletti per Nainggolan, che ha dato tanto, ma le occasioni non sono state sfruttate. Pereiro subentra a Ceppitelli: assetto ultra offensivo a caccia del pareggio: si rischia. Bonazzoli ruba palla a Zappa ma l’assist becca Belotti in off side. Cragno evita il 2-0 su Belotti, servito da Singo che lascia per Vojvoda. Giallo per Zappa, sostituito da Duncan. Sirigu para su Nàndez. Cragno compie il miracolo su Rincon. Si chiude così. Con Simeone che lascia il campo in lacrime, Nainggolan e Sottil che in tribuna hanno le sembianze del dramma. Peggio non è possibile!

QUALCHE NUMERO. Lo spareggio tra nobili decadute e in caduta libera: lo perde il Cagliari, che non vince da quindici turni. Il Toro veniva da cinque pareggi, tra questi la super rimonta da 0-3 con l’Atalanta. Il lavoro, quanto meno mentale, di Davide Nicola è nitido.  Il Torino ha vinto la terza gara in stagione. Prima di mettere ko il Cagliari, Belotti e soci si sono imposti 2-1 a Marassi con il Genoa e 3-0 a Parma. Il Cagliari firma l’undicesima sconfitta nelle ultime sedici partite. In tutto ne ha perse 14 in 23 match. Ha fatto un punto nelle ultime dieci gare. I 15 punti dopo 23 partite sono il punto peggiore del Cagliari da quando si gioca in Serie A con venti squadre. Un disastro.

NOTARELLE. 1) Bilanci in regola, scadenze fiscali rispettate, stipendi e fornitori saldati per tempo: nel calcio, così come nelle altre industrie del paese, si passa – o si dovrebbe passare – per queste frequenze. Con una gestione competente, seria e oculata si possono maturare plusvalenze, meglio se reinvestite nel settore giovanile. Fin qui, tutto in regola. Le cose si possono complicare, quando si entra nel mondo pallonaro con un fine preciso: fare denari e basta, magari al quadrato! Tradizioni, storia, tifosi e territorio della squadra passano in secondo piano. Ma adesso, come dicono gli addetti ai lavori, pare che crisi e pandemia abbiamo inceppato il meccanismo. Il primo segnale arriva dalla Cina: ingaggi calmierati e benefit ridotti. In casa nostra, con emittenti e fondi in corsa per i diritti tv, tanti club si sono attrezzati più o meno bene. Ma sta nelle capacità degli osservatori e degli scout si basa la ricchezza, basti pensare alla politica dell’Udinese, la possibilità di scovare pepite nei cinque continenti.

Con gli extracomunitari si possono fare fortune. Dubai – come negli anni ’80 Montecarlo e tuttora altri paradisi fiscali, dalle Cayman alle isole Vergini – sembra la mecca dei depositi extra-Italia. Ricchezza pura, elevata al quadrato. Il Cagliari? Massimo Cellino dall’estero, con tanti calciatori normali (Penalba, Tinkler, Texeira, Romero, Rui Sampaio, Niathy, Di Fabio, Pineda, Semedo) ha colto nel segno e lucrato più di una volta: da Dely Valdez a Mboma, Dario Silva, Zebina, Suazo e Ibarbo. Adesso, giocato il jolly Barella, nato nella cantera guidata da Gianfranco Matteoli, il juke box è difficile da far suonare a stretto giro con i vari Mpoku, Donsah, Caio Rangel, Miangue, Ceter, Despodov, Tramoni e Luvumbo. Ovviamente, ai giovani si augura di correre per il Pallone d’oro. Ma monetizzare senza particolare intuito non è semplice.

2) Ragnar Klavan ieri non convocato. L’estone ha giocato con la Primavera contro la Roma: curioso sapere quanto abbia inciso l’uscita del centrale ex Liverpool dalle gerarchie difensive dopo aver avuto la scorsa estate conferma del contratto “solo” per una clausola contrattuale. Curiosità: con la Primavera è apparso anche Luvumbo.

3) A proposito dell’angolano, i tifosi si chiedono come stiano anche Asamoah e Calabresi, lo stesso Duncan. Tra gli acquisti, bene Rugani. Ma serviva un regista, hanno preso l’ex Juve e ceduto Oliva.

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