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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: sconfitta amara a Bologna, ma Di Francesco ha tracciato la rotta

Due volte in vantaggio, padroni per un’ora del match, capaci di pressare e creare sulle fasce, i sardi vengono infilzati da Barrow e Soriano

Una partita strana, che pareva in pugno, gestibile anche in rimonta. E invece, ecco Barrow, gambiano che segna e sorride. Il Cagliari, reduce da tre successi di fila tra serie A e Coppa Italia, non spezza la storica serie negativa al Dall’Ara: non si vince dal gennaio 2010, match winner Matri. Il Bologna interrompe il tris di ko consecutivi e mette in classifica 3 punti preziosi. Una sconfitta amara, anche perché per due volte avanti, l’undici di Eusebio Di Francesco ha mostrato crescita tattica e agonistica. Peccato. Ma sarà utile per il futuro: quel filo di cattiveria che deve accompagnare i vantaggi, in casa e in trasferta, deve arrivare in fretta. Il pegno che si paga per avere una carta d’identità giovane passa anche per queste frequenze. Nel 3-2 finale si segnala la lievitazione del gioco e la nitida maturazione collettiva. Poco? Per ora, bisogna accontentarsi.

I PROTAGONISTI. Joao Pedro che in Serie A si lascia alle spalle Oliveira (45 reti) e ha davanti solo sua maestà Gigi Riva, 156 ciliegine, è la foto simbolo del Cagliari per oltre un’ora: frizzante, aggressivo, imprendibile. Ma non è bastato. Il Bologna, reduce da tre sconfitte di fila, trova la tripletta e inchioda i sardi. Calcio sincero, di provincia, cuore e viso aperto. Cinque gol e un primo tempo che vive di fioretto e clava, pallonate e inserimenti, gioco organizzato. Più pressione intelligente e la voglia di firmare la serata da entrambe le squadre. Con JP10 sul trono dopo un quarto d’ora: l’1-0, assist di Sottil, che si aggiudica il corpo a corpo con De Silvestri, lo porta a quota undici e lo incorona tra i migliori goleador brasiliani del 2020 nei cinque principali tornei d’Europa. Per dire, Neymar ne ha segnati sette. Ma la verità della partita l’ha scritta Eusebio Di Francesco. Disegno tattico e filosofia che si solidifica. Manca la saggezza per non farsi riprendere. Serve pazienza, cinismo e solidità dietro arriveranno.

TATTICA E SPETTACOLO. I rossoblù partono forte. E trovano un Bologna piazzato a specchio. Ma mentre Rog e Marin spaziano, Joao va ovunque mentre Soriano vivacchia, le catene Zappa-Nandez e Lykogiannis-Sottil dominano le fasce. Infine, la leadership di Godin e le mani infinite di Cragno: 31 parate in A, finora nessuno come lui. Peccato, dopo aver negato il gol a Palacio, Svamberg, Orsolini, per il super portiere di Fiesole (con 5,4 parate a gara nei cinque campionati europei, è il guardiano più efficiente) che Barrow, con Walukiewicz distante, tiri fuori dal campionario una sassata di destro sotto l’incrocio: 1-1. Ed è solo l’inizio. Il gran gol di Simeone (il quarto di cinque nelle ultime tre gare, assist di Zappa) riporta i Quattro Mori avanti.

Il Cholito, anno solare 2020, con 12 reti è l’argentino più prolifico alle spalle di Leo Messi. Poi, riecco gli emiliani. Il Cagliari pensa a controllare il match. C’è maturità e gestione oculata. Ma Soriano spezzo il sogno. E ancora Barrow incide con il gol partita. Il gambiano sfugge a Rog, l’Uomo Cragno non ci arriva. Ma per DiFra la musica è quella dello spartito che piace. Anche con l’ingresso eccellente di Ounas e le risposte di Pavoletti. In più le verticalizzazioni funzionano, le gambe pure. Godin mette sale nella linea a tre arretrata che costruisce il gioco. Al Dall’Ara sono lievitate personalità e identità di squadra. C’è da lavorare, ma le sensazioni sono buone.

 NONNETTI E ALLENATORI. Godin e Palacio, duello vintage. Il primo, 16 febbraio ’86, uruguaiano di Rosario, mostra i denti all’argentino di Bahia Blanca, 5 febbraio ’82. E pensare che se il Cagliari schiera i 2000 Zappa e Walu, nel Bologna c’è Hickey: 10 giugno 2002, più giovane in A. Su Eusebio e Sinisa, fin dai faccia a faccia in campo tra Roma e Lazio, i numeri sono in parità.

 

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