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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari ok in Coppa Italia: Cremonese a casa e testa al Bologna

I rossoblù liquidano 1-0 l’undici di Bisoli. Avanti al quarto turno con una formazione rivoluzionata e una prova opaca

Il solo Marin tra i primi undici, reduce dalla doppia vittoria in A, la dice lunga sul bersaglio: passare il turno, archiviare quanto prima la pratica Coppa Italia, mettere minuti nelle gambe dei rincalzi, limare gli automatismi. Obiettivo centrato. Che poi i due tempi con la Cremonese dell’ex Pierpaolo Bisoli siano stati tra i meno apprezzabili degli ultimi anni, poco importa. Eusebio Di Francesco ha schierato una sorta di squadra B. Con Pavoletti (pregevole l’intesa con Ounas) Pisacane, Klavan e Faragò a scaldare i motori dopo un periodo di letargo. Proprio Faragò è stato l’autore della rete del successo. Con il supporto del subentrato Joao Pedro e la collaborazione di Ounas: 1-0 al 24’ della ripresa. In precedenza, da segnalare un’occasione sciupata da Tramoni e i due pali degli ospiti. Con Bisolone letteralmente infuriato con i suoi.

IL VALZER DEI NUOVI. Palma del migliore in campo per Vicario. Con due parate da applausi, il portiere con la valigia, in bilico sul rimanere o meno fino ai titoli di coda del mercato, ha colto l’attimo. Potrebbe essere il successore di Cragno. Da segnalare un attivo ma impreciso Tramoni, meglio Tripaldelli, a suo agio sulla fascia. Da veterani Klavan e Pisacane, tanto mestiere e attenzione. Prestazioni incolore da Caligara e Oliva, con Faragò match winner ma un tantino arrugginito. Per approccio e tattica collettiva, meglio ripassare. In attesa di sfidare la vincente di Verona-Venezia.

IL BOLOGNA NEL MIRINO. Eusebio Di Francesco sa di calcio. E di momenti che possono fare la differenza. Ad esempio, la trasferta in Emilia. Il Bologna di Sinisa Mihajlovic è animale da museruola. Il Cagliari fra tre giorni arriva al Dall’Ara con la pancia piena. Aver matato Toro e Crotone è uno splendido trampolino, occasione da non perdere per passare dalla parte sinistra della classifica. Conta poco e niente ed è presto per far squillare trombe e trombette. Ma moralmente sarebbe il premio per un lavoro che sta dando i primi frutti. Incompleto, da rifinire, ma pur sempre innovativo e organizzato con il materiale a disposizione. “Date a Guardiola o Klopp la Pro Vercelli o la Salernitana e vediamo come se la cavano” è un vecchio adagio riadattato nel tempo dagli allenatori italiani. Vero. Dunque, DiFra. Abile, ne siamo certi, nel non guardare la classifica. E nel far sentire ai suoi, sabato alle 20.45, tanta di quella fame da scordare senza balbettii Belotti e Cordaz.

FIGURACCIA. In Coppa andava sfatato un precedente che non sa di buono. Il Cagliari ha perso il biglietto per gli ottavi della Tim cup il 28 novembre del 2017. A giocare a San Siro contro l’Inter di Spalletti ci andrà il Pordenone dell’ex Leonardo Colucci. L’undici con Salvatore Burrai a fare il Maradona, talentino sardo sbocciato lontano dalla sua terra, naviga a metà classifica del girone B della Serie C. I rossoblù di Lopez vengono sconfitti 2-1 di fronte ai cinquemila accorsi alla Sardegna Arena. Male. Anche perché giocare al Meazza avrebbe significato portarsi a casa circa un terzo dell’incasso – pari a circa 400mila euro. Dietro la magra figura di un gruppo che si salverà all’ultima giornata, circola un retroscena che ci auguriamo non vero. Il Pordenone, in città da due giorni con tanto di sgambate al Cus Cagliari, prende la partita sul serio. Il Cagliari, andando contro quelle che sono le regole codificate del pallone che conta, alla vigilia dorme a casa. Niente ritiro, dunque. Con Dessena e soci che, pare, siano arrivati all’appuntamento solo a metà mattina. A poche ore dal match. Vinto dagli ospiti.

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