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DRIBBLING DI MARIO FRONGIA… Il Ninja: una storia che appassiona

(foto: Paolo Mastrangelo)

Meglio essere trasparenti: per riavere Nainggolan nuovamente al Cagliari si deve pagare quanto dice il mercato

Proviamo a unire i puntini: Radja Nainggolan gioca l’ultimo quarto scarso di Inter-Fiorentina. Va a finire come sappiamo: remuntada nerazzurra e viola a casa con il fegato annodato. Antonio Conte? Gongola. E si gode una squadra che “ha anche una seconda squadra che si avvicina alla Juve – perché come ha scritto un collega come si deve della Gazzetta, Luigi Garlandoha una panchina lunga e di qualità”. Difficile dire il contrario se si possono inserire Vidal, Sanchez e, appunto, Nainggolan. Traduzione: l’indo-belga non si muove da Milano. Altri puntini, altre fresche ipotesi.

Il rubapalloni che mise in crisi Cellino (“Direttore, non lo voglio più vedere!” le parole del patron del Cagliari dopo l’ennesimo ritardo di Radja alla riunione tecnica pre gara) e fu salvato da Francesco Marroccu (“Presidente, mi faccia fare un ultimo tentativo”), non viene convocato per il match di Benevento. Ha una laringite, pare. Tv e web si infiammano. Gianluca Di Marzio, solitamente ben informato, scrive su twitter: “Il centrocampista non prende parte alla trasferta”. E il Cagliari? Aspetta e spera.

RISORSE E VISIONE. La storia della Serie A, ma è capitato anche nei principali tornei stranieri, dice che anche a fare gli organici con le figurine Panini (basti pensare al Psg) non è scontato vincere. “Al Real Madrid un anno avevamo cinque palloni d’oro e abbiamo fallito tutti gli obiettivi, campionato, coppe nazionali ed estere” ricorda spesso Arrigo Sacchi. Dunque, occorre fiuto, denari, capacità relazionale. Più umiltà e rispetto. Partiamo dai soldi. È pensabile che l’Inter possa regalare al Cagliari o a chicchessia Radja Nainggolan? No. Premesso che non è semplice sapere come sia andato il prestito la scorsa stagione dopo il niet del duo Marotta-Conte (“Nainggolan non rientra nel nostro progetto tecnico”), né chi abbia pagato e quanto lo stipendio di quattro milioni e mezzo di euro, adesso l’Inter fa passare tutti dalla cassa. Senza corsie preferenziali.

Dunque, uno dei migliori cinque interni multitasking al mondo va pagato quanto vale. Anche se a tratti può diventare scomodo da gestire (“Della mia vita privata faccio quel che voglio” è il mantra del Ninja), rimane pur sempre uno di quei giocatori che fa pareggiare le partite che si finirebbe per perdere.

E, soprattutto, fa vincere quelle che sarebbero da pareggio. Insomma, una miniera per i colori rossoblù. Un valore aggiunto immenso, come si è visto, quando era in condizione, lo scorso anno con Maran al timone. Sì, forse il tecnico trentino non ha scolpito i cuori di una fascia della tifoseria. Pazienza. Di fatto, per prendere Radja, che ha detto e ripete agli amici di Cagliari e Milano di voler stare ad Asseminello, bisogna chiuderla con le manfrine e mettere mano al portafogli. Tutto meno che scienza missilistica.

EQULIBRIO E SUPPORTO. Una pedina del valore, tattico e tecnico ma anche di forte carisma, di Nainngolan èper i procuratori più esperti trova una maglia da titolare nelle prime dieci squadre d’Europa. Se poi volesse fare un altro gioco che rende una montagna di soldi, gli basta schioccare le dita: Stati Uniti, Arabia e Cina sono ai suoi piedi. Ma per cambiare continente c’è tempo. Il Ninja, è l’augurio, non deve buttarsi via. Può ancora regalare giocate, gioie e successi, al club e ai suoi tifosi, a se stesso. Certo, un filo di morigeratezza nel tempo libero non guasterebbe. Ma tutto non si può avere. Il Ninja è così, prendere o lasciare. Eusebio Di Francesco ha già scelto: prendere. Per dare solidità, tempi di gioco, quoziente tecnico elevato al gruppo. Più reti, se gioca il più possibile vicino all’area avversaria, e assist.

Dare sostanza al progetto “Di Fra” richiede un investimento oneroso. Certo, i tempi non sono dei migliori: senza incassi, il merchandising che langue, le tv che puntano i piedi, il budget stipendi che sale. Ma se si vuol fare il salto di qualità, le risorse fanno la differenza. Per Nainggolan e per prendere due terzini “pronti” e un terzo alto del 4-3-3. Che poi il tecnico ex Roma adatti il modulo a quel che gli passano dal convento è un’altra storia. Intanto, sarebbe folle lasciare le cose come stanno.

Massimo Rastelli, autore della vittoria della B (mai riuscita a nessun Cagliari, neanche alla corazzata guidata da Zola e allenata prima da Ventura e poi Reja) con i record di gol, vittorie totali ed esterne, è giunto undicesimo da debuttante e con una neopromossa in A. L’anno seguente hanno ceduto Murru, Bruno Alves e Isla. Ma anche Tachtsidis, Di Gennaro e Borriello. Dietro gli hanno messo a disposizione Van der Wiel, Andreolli e Miangue. Meglio, anche se per qualcuno non molto simpatici, non scordare nulla.

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