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Stesso copione dell’andata, ma stavolta il Cagliari dura soltanto un tempo

I rossoblù di Zenga partono bene, chiudendo gli spazi e ripartendo in velocità per tutti i primi 45′. Ma nella ripresa scende in campo un’altra squadra, e la Lazio ne approfitta per resuscitare

Poteva essere una buona occasione per dimostrare qualcosa. Una Lazio in disarmo, una classifica ormai priva di argomenti interessanti, la voglia (?) di ‘vendicare’ la gara dell’andata. E il primo tempo sembrava presagire qualcosa di buono per un Cagliari che si è presentato all’Olimpico con una squadra quadrata e compatta, che pressava alto e ripartiva molto bene. Cragno è riuscito a mettere una pezza laddove non è stato possibile ai difensori centrali: in sofferenza Walukyewicz, che ha ancora molta strada davanti a sé per arrivare agli impegnativi livelli della Serie A. Il vantaggio di Simeone ha comunque messo il Cagliari nelle condizioni migliori: gol poco prima del riposo, gestione ideale della gara, possibili ripartenze pericolose.

Tutto però è rimasto sulla carta, perché alla ripresa è scesa in campo un’altra squadra, la brutta copia vista nelle ultime uscite: nonostante un Mattiello in netta ripresa e il solito Nandez a tutto campo, il Cagliari si è letteralmente spento, lasciando ampio spazio a una Lazio che prima ha trovato il gol del pareggio, e poi quello della vittoria, ricalcando lo stesso copione della gara di andata.

NOTE POSITIVE. Un Joao Pedro ritrovato (peccato per il gol su punizione annullato dall’arbitro), e un Giovanni Simeone che soffre abbastanza in mezzo all’area, ma che riesce comunque a timbrare il cartellino. Cragno super, Mattiello in costante crescita.

NOTE NEGATIVE. Il reparto arretrato ancora non riesce a metabolizzare completamente i tre centrali dietro: diverse le amnesie che hanno portato spesso e volentieri i giocatori biancocelesti a tu per tu col portiere rossoblù, bravissimo anche questa volta a evitare un passivo più pesante.

Tre le gare che mancano alla fine, tutte piuttosto impegnative: per il Cagliari, domenica alla Sardegna Arena arriva l’Udinese, poi ancora in casa mercoledì contro i campioni della Juventus, chiusura con il Milan fuori. Ci si gioca un gran fetta di credibilità: serve una segnale forte, a cominciare dalle prestazioni. La conferma dell’allenatore e di tanti giocatori passa soprattutto da qui.

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