Tanti i cosiddetti campioni arrivati in Italia in quel periodo insieme a quelle aspettative rimaste però solo sulla carta. Tra loro, anche l’uruguaiano del Cagliari

Arrivati come i salvatori della patria e ripartiti da una porta secondaria, o quasi. Sono i campioni (o cosiddetti) arrivati negli anni ’80 con grandi squilli di tromba, ma che chiusero la loro esperienza con la delusione di tutti i tifosi e dei presidenti che per portarli in Italia spesero fior di quattrini.

Come per esempio Hugo Maradona, che non si avvicinò mai alle gesta del fratello Diego. Oppure come Andrade, brasiliano della Roma che collezionò appena nove presenze nella stagione 1988/1989. Come non ricordare poi Ian Rush, gallese della Juventus arrivato dal Liverpool che non si adattò mai al campionato italiano, facendo mesto ritorno in Inghilterra dopo un solo anno a Torino.

E al Cagliari? Anche in rossoblù ci fu un arrivo preceduto da tante aspettative: quel Waldemar Victorino, uruguaiano arrivato in Italia dopo aver impressionato in una gara con la sua Nazionale proprio contro la squadra azzurra. Inutile dire quanto grande fu la delusione dopo averlo visto in campo: si dice addirittura che il Cagliari a fine stagione, quella del 1982/1983, avesse addirittura pagato il Newell’s Old Boys pur di convincere il club argentino a portarselo via.