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ESCLUSIVA – Selvaggi: “In attacco, il Cagliari avrebbe avuto bisogno di qualcosa in più”

Doppio ex di Cagliari-Udinese, l'iridato 1982 Franco Selvaggi parla ai nostri microfoni della situazione rossoblù in questo avvio di campionato: focus sul reparto offensivo cagliaritano.

Buongiorno, signor Selvaggi. Come ha visto il Cagliari in questo avvio della nuova stagione?

Il Cagliari, per me, necessitava di qualche altro rinforzo in sede di mercato: la B non è la Serie A. Credo nel lavoro di Claudio Ranieri, con cui fummo compagni da giovani nella Roma: è molto bravo. Però, se dovesse proseguire su questa falsariga, si prospetterebbe un campionato di sofferenza per i rossoblù. Che nessuno si augura! Sono comunque fiducioso“.

Quanto è sottile il filo del rasoio in un calcio più livellato rispetto a prima?

Mio figlio è nato a Cagliari, è tifoso del Cagliari, io porto la città nel cuore perché ha rappresentato un passo decisivo nella mia carriera da calciatore, grazie alla fiducia di Gigi Riva che non smetterò mai di ringraziare: per questo mix di fattori, ci arrabbiammo molto un anno fa per la retrocessione. Ai miei tempi il massimo campionato era giocato da 16 squadre, oggi sono 20… Allora si rischiava parecchio e pure il Milan, con giocatori come Baresi, Tassotti, Evani che avrebbero conquistato in seguito il mondo, perse la categoria. Noi raggiungemmo una salvezza incredibile nel 1982, con diversi giovani affiancati da me, Marchetti, Piras e altri. Di quel risultato ci si ricorda purtroppo molto raramente“.

Non esiste una ricetta perfetta per affrontare il salto di categoria: a che punto si trovano i rossoblù, dopo il mercato estivo?

In avvio di intervista ho parlato di rinforzi, che secondo me mancherebbero a questo Cagliari. In realtà bisogna essere oculati e pure fortunati: perché i giocatori esperti della categoria servono. Ma pure i giovani affamati, auspicando che poi magari esplodano. Spesso si prendono dei calciatori titolati, che però alla fine non rendono: la loro voglia di affermarsi e la competenza di chi li sceglie fanno la differenza“.

Focus sui giovani. Il Cagliari, ad esempio, ha portato degli azzurrini di talento come Oristanio e Prati. Un sentiero quanto percorribile in massima serie, in questo momento storico?

Ho svolto per 6 anni il ruolo di capo delegazione dell’Italia Under 16 – con ragazzi come Miretti, Fagioli, Bellanova, Colombo, Gnonto – e se dipendesse da me prenderei sempre dei giocatori che hanno fatto le nazionali giovanili e magari dei campionati di B. Ribadisco: sostengo che si debba puntare sui giovani con occhio lungo e abilità“.

Una battuta finale sul reparto offensivo rossoblù. Da ex attaccante, qual è il suo parere?

Soprattutto il reparto offensivo avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più importante. Petagna, per quanto sia in gamba, da solo non può risolvere le cose. Così come Pavoletti, che spesso purtroppo ha delle difficoltà fisiche. Un goleador come Lapadula è ancora fuori, la sua mancanza si sente: sarebbe stato necessario intervenire maggiormente“.

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