Con la sconfitta di ieri sera col Frosinone per 3-0, è arrivata la matematica della retrocessione dopo due anni in Serie A, della Salernitana. Che già nel campionato 2021/2022 si salvò con Nicola in panchina, per il suicidio sportivo del Cagliari che, mentre i campani perdevano malamente in casa con l’Udinese, non riuscivano ad imporsi sul già retrocesso Venezia. Il miracolo sportivo in questa stagione per i granata non c’è stato e l’epilogo era ormai scritto da tempo, non solo per i risultati sul campo ma anche dalle turbolente vicende societarie che hanno coinvolto la dirigenza, su tutte quella di Walter Sabatini, ma anche i numerosi cambi di tecnici. Prima c’era stata la conferma di Paolo Sousa, allenatore dal profilo professionale internazionale esonerato ad ottobre e sostituito da Filippo Inzaghi, a sua volta sostituito da Fabio Liverani 4 mesi dopo. a fronte di 5 partite giocate, con appena un punto, hanno portato all’avvicendamento con Stefano Colantuono che certo in questa situazione non può avere delle colpe.
Ad incidere non pochi anche la vicenda riguardante Dia (messo fuori squadra dal presidente Iervolino per varie incomprensioni e con una richiesta di 20 milioni di euro, Giocatore di qualità, che nella scorsa stagione ha realizzato 16 gol, mentre in questo campionato in 17 presenze (assenze determinate da infortuni e Coppa d’Africa a inizio anno) ha realizzato solo 4 reti. Ora le ultime quattro gare da giocare con dignità. La Serie B non per nulla facile. Perchè, se c’è l’eccezione Cagliari (due retrocessioni e due pronte risalite nell’era Giulini nel 2016 e lo scorso anno) c’è anche il discorso difficoltà, come insegnano parma, ad un passo dalla promozione nella seconda stagione tra i cadetti e Venezia. Ma c’è chi ha fatto peggio, come il Crotone e la Spala con due discese dalla Serie A alla Serie C in poco tempo.
