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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: vincenti, motivati e umili

Como sconfitto 2-0. Claudio Ranieri, messaggio ed esperienza incidono su concentrazione e spirito del gruppo. La vittoria vale oro ma la strada rimane lunga. Il sesto posto va migliorato e preservato. Adesso, testa al Cittadella

Senza particolari sforzi, con un atteggiamento a tratti umile e cauto, a tratti più propositivo. Claudio Ranieri non ha la bacchetta magica. Ma alcune cose ha già cominciato a sistemarle. In pochi, per dire, avrebbero scommesso sul Cagliari a tre dietro, con il trio Altare, Dossena e Capradossi. Meno che mai il rombo di centrocampo, che non è quasi mai stato rombo ma con gli esterni Azzi e la libertà di svariare di Nandez, un po’ ovunque, e Kourfalidis, buona risposta tattica al Como. Anche perché la squadra dell’ex Moreno Longo è approdata alla Domus con una sola sconfitta nelle ultime otto gare, con la Reggina. È la seconda del torneo per occasioni da gol e vanta oltre cento contropiedi. Il tutto per certificare una cifra di gioco precisa e continua. Ebbene, di fronte a una formazione in salute, anche se dietro in classifica, la risposta è stata incoraggiante. E la tifoseria ha apprezzato. Molto. Sir Claudio non solo ha ridato autostima e fiducia al gruppo. Ma ha rimesso alcune pedine al proprio posto. Per dire, il duo Lapadula-Pavoletti, intenso anche nel primo pressing. O la conferma del greco Kourfalidis, la fiducia a Dossena, il ripescaggio di Altare, il via libera a Nandez, il timone a Makoumbou. Piccoli grandi dettagli di un pomeriggio che ha issato il Cagliari al sesto posto con 28 punti.

Il lavoro non manca. La parte vuota del bicchiere racconta di una manovra ancora stentata, di un reparto difensivo che spesso spazza per paura o pochezza tecnica, di una linea che sulle palle lunghe viene facilmente scavalcata ed è costretta a rincorrere. Claudio Ranieri ha tenuto le braccia in conserta a lungo. Ha chiesto a Zappa di tenere la massima attenzione – il terzino l’ha presa bene e ha risposto con la giusta motivazione – e ha sostenuto i suoi nell’operazione di recupero mentale. Autostima, quindi. Quando in conferenza stampa il tecnico ha richiamato la sciagurata palla giocata all’indietro verso Radunovic da Kourfalidis, con Cerri che ha intercettato e calciato il “regalo” a lato, la morale è stata chiara: “Un errore, come tutti ne facciamo tanti. Avevo detto loro di giocare tranquilli e sereni. Quando si sbaglia si reagisce di gruppo, con orgoglio e professionalità. Guai se avessi visto facce scure e teste chinate, mi sarei infuriato. Invece, tutti hanno applaudito Kourfalidis. Ed è quello che voglio”. Un tracciante del genere non passa inosservato. Ed è un’ottima miscela per la rigenerazione del gruppo.

Gennaio, mese decisivo. Intanto, Paulo Azzi. Sarà stato anche il vento a inchiodare sotto la traversa il 2-0 del terzino brasiliano. Ma è stata la prova, interessante sia dal punto tattico, sia di integrazione dopo due allenamenti, a diventare il miglior biglietto da visita del primo acquisto alla riapertura del mercato. Adesso, si viaggia su due frequenze: capire chi saluta e chi potrebbe arrivare. Tra i partenti si sussurra di Viola, Goldaniga, Millico, dello stesso Nandez. E anche Pereiro potrebbe riusare il passaporto. Si vedrà. In arrivo si vagheggia di un centrale difensivo esperto e pronto, voluto da Ranieri. Poi, si attende il pieno recupero di Rog, in panchina con il Como, e di Mancosu, quasi certamente in campo con la Spal, prossimo match in casa dopo la trasferta con il Cittadella. Il trucco? Ranieri l’ha praticamente svelato: ”Sono concentrato sulla partita, una alla volta, e sul campionato”. E la tifoseria? Inutile rimarcare l’accoglienza da re per il tecnico, capace di mettere per un po’ in freezer le delusioni e la tristezza della retrocessione, oltre alla valanga di clamorosi errori gestionali. Il Cagliari non è ovviamente guarito, il campionato è lungo e difficile. Così come il lavoro da fare. Ma adesso, è intelligente godersi la seconda vittoria di fila e il rientro nel trenino dei play off.

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