Le parole dell’ex giocatore del Cagliari, che ripercorre il suo passato in Sardegna e lo strappo con Giulini
Ha ancora tanta amarezza, Radja Nainggolan. Dalle sue parole, attraverso radiolina.it, traspare tutta la delusione per non essere rimasto nel Cagliari, e per non aver potuto aiutare la ‘sua’ squadra a evitare la Serie B.
“Ho percepito tante difficoltà alla fine, sentivo Joao e gli dicevo di non mollare, ma qualcosa non andava”, spiega Nainggolan, “Pavoletti, quando non giocava si arrabbiava, ma anche da fuori era importante. Io però non so esattamente quello che è accaduto all’interno dello spogliatoio. Le spiegazioni possono essere tante. Io al Cagliari? Tornerei a piedi, ma c’è stata tanta mancanza di rispetto nei miei confronti. Ho rinunciato a tanti soldi, eppure è passato il messaggio che ne volevo di più. La categoria? Ho 33 anni, la Serie B non sarebbe un problema, ma il rispetto dov’è? Se sento ancora qualcuno della dirigenza? Il direttore (Capozucca, ndr), ma Giulini non l’ho mai più risentito. Il mio calcio in Belgio? Mi sto divertendo, quest’anno abbiamo fatto un campionato normale, ci siamo qualificati alla Conference League, va bene così. E poi sono nella mia patria, dalla quale mancavo dall’età di 16 anni. Cosa mi manca dell’Italia? Tutto, lo stile di vita, le mie giornate, il cibo. Ma qui in Belgio c’è anche meno stress. Cosa farò l’anno prossimo? Il mio cuore dice una cosa, ma la realtà è un’altra. Sto bene qui in Belgio, e ho un contratto da rispettare”.