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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, la terra trema!

Con la Vecchia signora è giunto il quinto ko di fila, diciassettesimo in stagione. Ma servono punti. Adesso, testa al Sassuolo, in attesa di Genoa e Venezia

Diciassette sconfitte, quasi un girone intero a testa in giù. E adesso, a sei gare dalla fine, tre scontri diretti in trasferta (Genoa, Salernitana e Venezia), chi conosce riti propiziatori e magie, si faccia avanti. La Juventus che si impone 2-1 in terra sarda può anche non essere una gran notizia. Ma arriva in un contesto che più si complica e meno se ne esce. La squadra di Max Allegri tira 19 volte (4 il Cagliari), gioca 395 palloni (227) con l’81 per cento di passaggi a buon fine (70 per cento i rossoblù). Insomma, complicata si annunciava e complicata è stata. Per Cragno e soci c’era un incubo da scacciare: la cinquina rimediata a Udine. Complesso dire se, almeno dal punto di vista temperamentale, ci siano riusciti. Ma adesso, testa la Sassuolo, sabato vigilia di Pasqua sempre in casa. Dita incrociate.

Formazioni inferocite. Il Cagliari devastato dalla fisicità e dalla cinquina di Udine. La Juventus sconfitta dall’Inter e in corsa per blindare la quarta piazza, insidiata da Roma, Lazio e Atalanta. Baselli in panca, Lykogiannis in campo, così come Marin. Walter Mazzarri ha scelto prudenza e gambe al tempo stesso. Marko Rog è ripartito dalla panca. Così come Keita Baldè. Ma c’è Pavoletti: al netto di quel che si può dire con il senno di poi, scelte e un menu che fotografano gli ingredienti a disposizione. C’è davvero poco da sbizzarrirsi in casa Cagliari. Il convento passa quello, che poi si possa sbagliare lo stesso, Bellanova a sinistra (come in Friuli) è un regalo agli avversari. Max Allegri non riserva sorprese: in panca Alex Sandro e Bernardeschi e per il resto tutto come previsto.

Sogno sfumato. Se c’era un modo ideale di immaginare il Cagliari quart’ultimo che sfida la Juventus quarta in classifica, è stato proprio quello visto fino al 45′. Se invece si pensa all’immagine peggiore basta l’attimo a cavallo tra l’ultimo minuto del primo tempo e il primo dei due di recupero. Rossoblù avanti con Joao Pedro, magia di destro su incursione di Marin, dopo 9′. Ripresi da De Ligt di testa, su serpetina e tocco felpato di Cuadrado. Una mazzata. Perché la partita, con almeno due interventi top di Cragno mentre Szczezny non ha praticamente toccato palla (67 per cento di possesso palla della squadra di Allegri), è andata sui binari disegnati dal tecnico. Ovvero, corti. reattivi, a caccia di qualsiasi pallone, pronti al raddoppio. E con una Juve sonnecchiante, annebbiata e poco reattiva, probabilmente convita di poterla gestire a proprio piacimento, la mossa ha dato i suoi frutti. Ma le partite sono feroci o dolcissime fino all’ultimo secondo. Un’altra amara lezione da portare a casa. Però, una considerazione va fatta: i 34 punti di differenza tra padroni di casa e ospiti si sono visti solo a tratti.

Certo, la Juve è andata al pari con Rabiot, deviazione su tiro di Pellegrini, ma il Var ha preso per mano l’arbitro Chiffi che ha annullato. Arthur e soci, con Dybala in serata da dimenticare, hanno alzato il baricentro. Ma il Cagliari si è difeso con ordine., Un buon segno, specie per le prossime partite. Allegri ha chiesto ai suoi di allargare il perimetro del giro palla. Ma il ritmo è rimasto basso e per il Cagliari è stato semplice stare sul pezzo. E la risposta di Mazzarri è stata precisa, con una studiata fisarmonica tra reparti, la corsa e il pressing intelligente sul portatore di palla (Arthur ha sentito il fiato di Deiola e Marin), un filtro abbastanza continuo di Pavoletti, JP10 e Dalbert. Poi, c’è la qualità e la giocata dei singoli. Che alla lunga fanno quasi sempre la differenza. Eppure, tra i top player un’assenza è stata più marcata di altre: Lovato ha annullato Vlahovic. Bravo.

In apnea. Nella ripresa, dopo neanche dieci minuti ecco Rog. Mazzarri chiama Dalbert, tanta fatica ma poco arrosto. A seguire, Pereiro dà il cambio a Pavoletti. Il bomber marinaio è stato bravo nel fare a sportellate con Chiellini, fare filtro su Arthur e dare respiro alla squadra. Non ha fatto un tiro. Vero. Ma c’è da chiedersi quanti cross e palloni puliti gli siano stati giocati? La deriva del match si inclina a favore dei bianconeri (in giallo e blu). Il Cagliari prova a ribattere ma mancano energie e idee. E piedi buoni dietro. La Juve accelera.

E Vlahovic, un solo tiro passabile, ha la zampata giusta su invito di Cuadrado. Il 2-1 ferisce Joao e soci. Ci prova Lykogiannis da trenta metri, abbondantemente a lato. Ovvero, saper gestire le diverse partite dentro la stessa gara, non è mai facile. E la squadra entra pian piano in una sorta di apnea fisica, mentale, organizzativa. Allegri, che ha giocato al gatto col topo, richiama Dybala e inserisce Kean. Sarebbe il  momento in cui Joao, Marin e lo stesso Rog dovrebbero alzare i volumi musica. Ma non va. C’è la convinzione, o almeno pare, manca la qualità. Ma questa non è una notizia. E la classifica rimane un inferno.

Notarelle

Meglio cardi che mais! Il Cagliari si è ricordato di Silvio Longobucco. Fabiana e Silvia, figlie dell’ex rossoblù, sono state omaggiate dagli ex compagni. Un applauso. Anche a Gigi Piras, Roberto Quagliozzi, Costantino Idini, Beppe Tomasini, Gianni Roccotelli e gli altri che hanno giocato e conosciuto il terzino sinistro per sette anni in rossoblù. Bravi a non voler dimenticare.

Quasi in tremila lasciati sul divano di fronte alla tv. Cinquanta euro per le curve, cento per i Distinti, centoventi per la tribuna. Risultato: 13.437 paganti per 609mila euro di incasso. Ben distanti dal sold out, nonostante la Juve e una ventina di bus provenienti da mezza Sardegna. Il pubblico, specie se corri per salvarti, fa sempre molto comodo. I tifosi vanno incoraggiati, sempre e comunque. Centomila euro di incasso in più non possono valere lo sbarramento per una larga parte di supporters, specie giovani, magari senza lavoro. Un anziano tifoso si sfoga: “Ma al Cagliari le politiche dei prezzi le fanno bendati, col sorteggio o tirano a sorte?” Bella domanda.

 

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