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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, super colpaccio a Torino

I rossoblù battono i granata 2-1 con orgoglio, coraggio e organizzazione. Mazzarri conferma la personale striscia positiva. Prima fuga dalla zona salvezza

Una vittoria meritata, sofferta, giocata a viso aperto. Mazzarri mette la museruola al Torino e si impone allo Stadio Olimpico Grande Torino. La ragione? Organizzazione, umiltà, condizione fisica ritrovata. Che poi il tecnico azzecchi tutto, con l’uno contro uno a tutto campo, un feroce intensità e addirittura il pressing sistematico fino alla fine, fa parte della resurrezione della squadra. Meglio del gruppo. Ed è questo un altro merito dell’allenatore di San Vincenzo: aver riportato ordine nello spogliatoio dopo che il club gli ha consegnato una polveriera, figurine vintage super pagate, pedine demotivate e pronte a scappare.

Il Cagliari che vince 2-1 in trasferta è compatto. Mostra aggressività e consapevolezza dei propri mezzi. Reparti corti, spirito da battaglia su tutte le seconde palle, ferocia anche nell’andare a riprendere il pallone per battere un fallo laterale. Mentalità e concentrazione, dunque. E umiltà. Intanto, alle 14.35 la zona salvezza è dominio di Venezia, Genoa e Salernitana. A quota 25 si respira meglio, molto meglio. Il successo, 15 punti in otto gare, mostra un atteggiamento da squadra matura. Adesso, serve un ultimo sforzo. Per guardare con più fiducia alla Lazio, attesa in città sabato sera, e al resto del campionato.

APPLAUSI PER BELLANOVA. Gigantesco Lovato, grande match di Goldaniga, Dalbert, Grassi e Deiola, terza rete in stagione. Ma la palma d’oro va a Mazzarri: Pavoletti per Pereiro (prestazione opaca) sull’1-1 merita un applauso. E denota un coraggio per nulla scontato se sfidi in trasferta il Toro undicesimo e sei terzultimo in classifica. Poi, c’è Cragno. La parata su Pjaca vale i 3 punti e anche quelle su Bremer e Brekalo sono un capolavoro. Ma, fatti due conti, il migliore è Bellanova: la dedica al popolo ucraino del gol dell’1-0, è impossibile da scordare. Bravo, Raul. L’esterno brilla in campo e fuori. E il flash di solidarietà e di condanna all’invasione russa in Ucraina, fa bene allo sport. Per il resto, il calendario merita uno sguardo. I rossoblù sono attesi da sei partite in casa e cinque fuori. Le ultime tre gare sono tutte in trasferta e contro le ultime tre della classifica attuale: Genoa, Salernitana e Venezia.

LA SFIDA VA AL TOSCANO. Se costringi Milinkovic alla rimessa lunga sistematica, hai capito quale può essere il dna tattico che ti puoi permettere. Mazzarri blinda lo score positivo: con Juric non ha mai perso. Il Cagliari che viene da tre pareggi e una vittoria, firma il primo squillo: doppio Milinkovic su Grassi e sul tap in di Joao, quindi Deiola, alto. Ma tutto nasce da una preziosa gestione della palla di Dalbert. Poi, entra in scena Cragno: parata d’istinto su Bremer, sfuggito a Grassi. Ci provano Belotti e Pobega. Risponde Altare. Ma emerge Lovato, abile nel mettere le manette a Belotti. Salgono anche Grassi, su Lukic, Dalbert su Vojvoda. Mazzarri chiede a Pereiro di abbassarsi per portare fuori Bremer. Cragno para su Pjaca, la palla carambola sulla traversa. È un mezzo miracolo.

Che conduce al vantaggio con Bellanova, alla prima marcatura in A. Per la cronaca, il gallo Belotti la pareggia, dimenticato su un calcio piazzato. Sull’1-1, dopo Milan, Samp arriva il terzo gol di Deiola, rasoiata di sinistro. 2-1. Su cross di Bellanova, sponda di Pavoletti, la mezzala di San Gavino zittisce i denigratori e dà il vantaggio al Cagliari. La squadra, a oggi, con 15 punti, è seconda al girone di ritorno dopo la Juve. L’esultanza dei 400 tifosi sardi sbarcati a Torino è straordinaria. Ci sarebbe anche la palla del 3-1 con Goldaniga che da un metro calcia addosso a Milinkovic. Ma questa è un’altra storia. I rossoblù si prendono 3 punti con l’orgoglio di chi sa combattere senza mai mollare.

NOTARELLE

Due anni dopo l’ultima apparizione sulla panca del Toro, Mazzarri rientra dalla porta principale in casa granata. Il tecnico rossoblù vanta il record dei 63 punti conquistato a Torino. E la calda e competente tifoseria locale non lo scorda: Walter è stato l’ultimo tecnico a guidare la squadra nelle coppe europee. Juric, sarà per la prossima.

L’evoluzione di Joao Pedro: da mezzala a trequartista a prima e seconda punta. Capitano, bomber e rigorista. Quarantacinque gol in due anni e mezzo, la nazionale azzurra – e non quella del Brasile: con i verdeoro, assieme a Neymar e Coutinho, ha giocato i Mondiali under 17 – il podio dei migliori brasiliani in Europa. Un film, emozionante e ben girato. Che ha anche un’altra puntata: JP10 affronta un lieve e normale appannamento. Si danna nel fare filtro e disturbare il giro palla avversario. Deve andare a sgomitare nella trequarti e ne risente in lucidità e presenza negli ultimi venti metri. Ma non per questo va discusso.

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