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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: un successo che dà coraggio

Seconda remuntada di fila dei rossoblù che bissano il 2-1 di Marassi. Pereiro la risolve nell’extratime su assist di Joao Pedro. Il quartultimo posto è a una lunghezza

Il Cagliari parte a mille e si rimette in corsa per la permanenza in Serie A. Il 2-1 al Bologna premia cuore e testa della squadra di Walter Mazzarri che balza, sempre terzultimo, a quota 16: il Venezia è a 17. Insomma, una serata positiva. Dopo tre giorni di polemiche. Tra contagiati dal Covid, infortuni, epurazioni, quarantene e permessi, si gioca la partita degli assenti: otto contro undici. Anche da qui, nervosismi e polemiche della vigilia sul rinvio e sulla data del recupero dopo il rinvio, ritenuto troppo frettoloso dagli emiliani. Il Cagliari, rimane in zona retrocessione, ma riesce a sfruttare il guizzo con la Samp. Entrambe hanno un obiettivo: lasciare la zona salvezza e il terzultimo posto per i rossoblù, agganciarsi al treno che porta in Europa per gli ospiti. Partita accesa e combattuta doveva essere ed è stata. La vittoria è d’oro.

IL PALO DI BELLANOVA. Gli stessi undici vittoriosi a Marassi. Dalbert poteva essere la novità. Mazzarri lo lascia in panca. A ben guardare, un’altra pagella con il segno meno alla campagna acquisti della scorsa estate. Il Bologna alza il baricentro. Il Cagliari si mette in guardia. Ma Cragno non corre rischi. Finalmente un tiro: sponda di Pavoletti, in off side, per Joao Pedro. Il pressing rossoblù è alto, ordinato e puntuale. Ci prova Deiola, alto. La squadra pare avere la testa giusta. Il fluido fiducioso innescato a Genova emana effetti positivi. Al 13’ palo di Bellanova (bel colpo estivo!), quasi a porta vuota! Una super chance non colta. Il ritmo è alto. Marin e Bellanova crescono. Bene la difesa baby: Altare (’98), Lovato (‘00) e Carboni (‘01).

Ma dopo mezzo tempo Altare e Carboni beccano il giallo. Poi, Theate impegna Cragno, corner.  La risposta? Destro di Grassi, Skorupski blocca a terra. Lovato brilla su Arnautovic, volpe fisica come poche, Bellanova su Dijks. Un primo tempo molto fisico e intenso ma con numerosi errori tecnici da una parte e dall’altra. Il Cagliari chiude con il 52 per cento di possesso palla, il resto al Bologna, i tiri sono 7 (2 in porta) e 4 (1). Il rammarico? La palla gol che avrebbe potuto dare la svolta al match: il piattone sul palo di Bellanova, ancora una volta tra i migliori.

LA GRANDE RIMONTA .Orsolini la mette sotto l’incrocio su punizione, Cragno non ci arriva: Bologna in vantaggio dopo 8’. Male. Subito dopo Arnautovic fallisce il tiro al volo all’altezza del dischetto: il Cagliari rischia. Soriano sale in cattedra. Esce Lykogiannis, accigliato, per Dalbert. Il gioco è spezzettato, l’arbitro Ghersini fischia spesso. Pereiro subentra a Deiola, De Silvestri a Bonifazi. Mazzarri incita la carica. Prende corpo l’assedio. Mihajlovic va avanti e indietro. Mazzarri urla “Tempo!”. Il Bologna si arrocca, il Cagliari si butta in avanti. Pavoletti la pareggia in mezza girata su tiro cross di Pereiro. La rete del pareggio di Pavoloso è spettacolare, quarto gol in stagione, secondo di fila in campionato.

L’incontro cambia volto: si palleggia meno e hanno più peso l’uno contro uno e le palle lunghe. Orsolini calcia al volo, Lovato dormicchia, Cragno ci mette la punta delle mani la devia sul palo e salva la rete. Pavoletti, botta al costato, lascia per Zappa. Le squadre sono stremate. Skov Olsen la mette di testa sull’esterno del palo. Risponde Grassi, alto. Falcinelli ì (reintegrato in rosa) sostituisce Orsolini. Viola sostituisce a Dominguez. Poi, ecco Pereiro: gol del 2-1 con tocco filtrante di Joao Pedro. La rimonta, come con la Samp, è completata. Domenica, alle 18, trasferta all’Olimpico dalla Roma di Mourinho.

NOTARELLA
Il 5 febbraio fanno cinquanta. Cinque decenni di tifo genuino, anima e cuore del Cagliari a Bologna. Sotto la sigla Gs Cagliari, fondato nel 1972 da immigrati sardi sostenitori della squadra dei Quattro mori. Con una missione: “Non lasciare soli i ragazzi a rischio”. Il progetto nasce in una casa di Borgo San Pietro e i campi via Scandellara e ha il sostegno della Coop Eta Beta. Una piccola Casteddu dentro la città della cultura e mangiar bene. Il club rossoblù, ma di Sardegna, ha ospitato negli anni anche Gigi Riva, Pietro Paolo Virdis e Massimo Cellino. Con la società attuale non ci sono rapporti. Ma dal Gs Cagliari tendono la mano: “Ma ci piacerebbe invitarli”. La storia, narrata su Repubblica da Luca Bortolotti, piace e scalda l’animo.

Il bersaglio? Far giocare a pallone giovani sardi e figli di emigrati, con  ragazzi locali e stranieri. Oramai sono  circa 130 gli atleti tra la prima squadra in Terza categoria e le selezioni juniores, dai Giovanissimi ai 2015. Dietro il circolo, Fabio Armas, nipote del presidente Giorgio, scomparso lo scorso novembre, e figlio di Pietro, che nel 1972 fondò il club dopo essere emigrato nella capitale emiliana da tredicenne. Assieme al fratello Mauro, Fabio ha raccolto il testimone. Bravi. E in bocca al lupo.

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