Il noto giornalista e scrittore Luigi Garlando, titolare della rubrica “Con questa mia…” sul magazine Sportweek de La Gazzetta dello Sport, auspica che la Nazionale punti sugli italiani senza chiamare in causa altri oriundi: come João Pedro. Cosa ne pensate?
PUNTI DI VISTA. “Auspico che il nuovo anno possa portare al Rinascimento delle giovani punte italiane. Stimo il brasiliano João Pedro e rispetto l’aspirazione legittima di rappresentare l’Italia, sua terra d’adozione. Ma il centravanti (?!, ndr) del Cagliari a marzo compie 30 anni. Ne abbiamo davvero bisogno? Confesso che l’affannosa rincorsa a nuovi oriundi, dopo la mancata qualificazione diretta al Mondiale, non mi ha entusiasmato“: così il giornalista de La Gazzetta dello Sport Luigi Garlando si esprime sulla possibile chiamata azzurra del capitano rossoblù, appoggiando contestualmente Scamacca (Sassuolo).
STORIA. L’argomento potrà anche non piacere, ma l’affare Nazionale-oriundi ha portato innegabili benefici nelle varie epoche. Dagli anni Trenta con gli innesti all’Italia campione del mondo 1934-1938 grazie ai vari Monti, Guaita, Orsi e Andreolo, fino a Camoranesi iridato 2006 e al trio Émerson-Tolói-Jorginho a Euro 2020. Certo: non sono state sempre rose e fiori, vedi le delusioni degli anni ’50 e ’60, alcuni apporti insufficienti. Però la faccenda non è assolutamente da demonizzare, seguendo un criterio molto semplice. Chi possiede i requisiti per la convocazione, è giusto che vada in azzurro se lo merita. Che si chiami João Pedro o no.