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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, pareggio assassino

JP e soci si buttano via. La Salernitana pareggia al 90′. Fallito l’ennesimo confronto diretto, imbarazzante la qualità e le emozioni offerte dal match. La Domus fischia e contesta

Il derby delle ultime lo porta a casa la Salernitana. O meglio: il Cagliari aveva l’obbligo di fare la partita e di vincerla per tenere accese le speranze di stare in Serie A. Non ci è riuscito e può recriminare solo con se stesso. Un punto a testa, entrambe con la peggior difesa (29 reti subite) del campionato. Sfortuna, decisioni arbitrali: con gli alibi non si volta pagina quasi mai. E poi, basta riandare alla scorsa stagione: Dopo gli errori della scorsa stagione si sarebbe dovuto trarre la lezione ha detto a CalcioCasteddu Web Tv il tecnico Gian Piero Ventura. “Mandare via Semplici dopo tre giornate è stato un grave errore che ha influito sul gruppo” ha aggiunto Jeda.

Comunque, sia, per i tifosi la musica non cambia: fegato a pezzi e, ancora una volta, amarezza a quintali. Il giocattolo è semi rotto dal via, pare complicato rimetterlo in funzione. Progettato male, senza costrutto né competenza, il gruppo dà quel che può. Ma cuore e spirito di squadra non bastano. La classifica non cambia: in coda con 8 punti, assieme agli ospiti. Se doveva essere una delle prime finali, il flop è servito. C’è ancora tanto da giocare, sperare è lecito. La A è troppo preziosa per buttarla via tra mosse avventate e senza costrutto. Però, scrive un lettore, il marketing funziona benissimo!

Intanto, le novità. Tutte di peso, specifico per caratteristiche e contesto. Mazzarri recupera Dalbert e piazza dal via Caceres. Quest’ultimo pareva essere finito nella black list del patron dopo l’alterco pre Atalanta. Tutto rientrato? Può darsi, si vedrà a gennaio. Ma la conferma che ha scaldato il cuore dei tifosi è la riconferma di Bellanva e Grassi. Ma anche la coppia in gol al Mapei con il Sassuolo: Joao Pedro e Keutà Baldè parte dal 1′. Balza agli occhi la seconda panchina (dorata, a tre milioni e mezzo l’anno due a carico del Marsiglia) di fila per Strootman, inquietante segnale dell’ennesimo flop presidenziale in campagna acquisti. Nel merito, nulla di nuovo per la tifoseria, che aspetta ancora un regista degno di questo nome.

La Salernitana (che al mattino ha effettuato la rifinitura al campus di Sa Duchessa) ha lasciato a casa il campione del mondo e collezionista di scudetti e coppe nella Bundesliga, Ribery. Per il resto, Colantuono ha dalla sua una rosa modesta, come dettano i 7 punti in classifica e l’ultima casella in compagnia del Cagliari. I ventidue in campo, arbitro Doveri e assistenti inclusi, giocano con il baffo rosso sulla guancia sinistra: violenza, percosse, minacce e sopraffazioni sulle donne sono uno schifo. Fino ad ora sono 109 le donne uccise, 96 in ambito familiare, 63 per mano del partner o dell’ex. Ogni giorno 89 donne sono vittime di reati di genere, appena il 27 per cento sporge denuncia. Una vergogna per chiunque.

APPROCCIO BUONO, MA NON DECISIVO. Il gioco è spigoloso e spezzettato, la manovra abbastanza lenta e prevedibile, la palla si alza spesso. Il primo angolo è per gli ospiti. Il Cagliari parte con la testa giusta in un match che non tollera fretta e precipitazione. Il primo tiro, a lato, è di Nandez. Un piccolo interessante segnale. Come la mezza sforbiciata di Keita Baldè, a lato, che innesca il tifo. Il gioco? Nell’insieme, una noiosa partita di Serie B. Ma serve pazienza e determinazione. Marin prova a cucire il gioco, ma spesso la palla non viaggia con i tempi giusti e torna indietro. Due ripartenze, su altrettante disattenzioni, costano il giallo a Grassi e Dalbert: ammonizioni che danno una mezza idea della qualità della gara. Mazzarri chiede un giro palla rapido, punta a creare varchi. Il trombettiere della Sud dà il tempo, ma non basta. E anche alla Nord si prendono una pausa. Si sentono i trecento ultras campani. Intanto, entra Zortea per Gondo, stirato. Poi, la Salernitana riparte tre contro tre: Bonazzoli pesca proprio Zortea, traversone a lato.

La risposta è di Joao, destro in angolo. Sono i segnali di una riscossa? Sì. Ma non basta. I limiti strutturali e la qualità tecnica insufficiente si sentono, e sono ben noti. Personalità e carattere sono molto importanti ma in A non bastano per fare punti. Doti che hanno Nandez, serpentina fulminante, e JP10, incornata su cross di Marin. Belec para. Morale? Lo 0-0 è poco incoraggiante se giochi in casa, contro una neopromossa con una rosa palesemente inadatta alla categoria, sei ultimo e devi fare almeno tre vittorie in sei partite. E non basta chiudere con il 59 per cento di possesso, 171 passaggi contro i 117 degli ospiti, l’86 per cento a buon fine contro il 73, 10 tiri contro 1,  6 e 2 corner, 52,6 chilometri percorsi e 51. Numeri a favore. Ma non se non si sblocca, tutto sfuma. E i 9.700 spettatori lo sanno.

L’INCAPACITA’ DI CHIUDERLA. Evocato Strootman, ecco l’olandese nella ripresa per Grassi. La Salernitana difende e fa barricate in dieci. Il Cagliari prova ad aggirare la muraglia granata (in bianco). Ci prova Keita Baldè, ribattuto. Ma tutto pare casuale e manca sempre qualcosa, l’ultimo passaggio ad esempio. Ci sono cenni di rapidità e crescita della manovra. Sbagliano passaggi elementari Marin, Carboni, Caceres, Strootman, Dalbert. Male. La Nord si fa sentire. Dalbert cede, Mazzarri mostra un foglietto “tattico” a JP10. Pavoletti è in pole. Marin cerca la botta giusta da 28 metri, alto. La gara pare animarsi, era ora. Dietro la Salernitana è imbarazzante. Ma il Cagliari nei primi quindici minuti non ne approfitta. Esce Dalbert, Pavoletti è accolto da un applauso d’altri tempi. I Mazzarri boys accelerano. Joao e Pavo si disturbano su un bel cross di Bellanova. La palla? In possesso dei rossoblù. E, per quanti non hanno visto la partita, gli ospiti, quando ripartono lo fanno male.

JP10 cerca Nandez, un filo in ritardo. Innegabili i passi avanti nello sfruttare le imbucate offensive. La Salernitana risponde, ma è Pavoletti a rompere l’incantesimo: il bomber marinaio firma 1-0 su rasoterra di Joao, dopo tunnel di Carboni su Obi. La spizzata di destro del centravanti di Livorno è letale e apre interessanti prospettive. Lykogiannis rileva Bellanova. Mazzarri chiede calma.  Doveri mostra un giallo esagerato a Pavoletti. Ma meglio lasciar perdere l’arbitro: è lo stesso che l’anno scorso ha fischiato un rigore abbastanza netto che poteva valere tanto per il Benevento e, richiamato da Mazzoleni al Var, se lo è rimangiato. Keita lascia per Deiola. C’è da serrare le fila e fare legna in mediana. Colantuono rivoluziona i suoi. Kechrida e Capezzi rilevano Di Tacchio e Obi.

Gli ospiti reagiscono. Mazzarri impreca, la squadra non riesce a tenere palla. Pare finire con Cragno che non si sporca neppure i guanti. Ma è Bonazzoli a pareggiarla al 90′ con sassata dentro l’area: 1-1. La distrazione dietro è collettiva, con Nandez in prima fila. La rete sa di beffa. “Non è possibile!” dice sgomento il tecnico di San Vincenzo. Veseli, Djuric, JP10 e Strootman battibeccano. Il Cagliari si fa imporre il pareggio. I rossoblù si buttano via. Finisce con un punto per parte. E gli ultra che cantano il vaffa all’Uomo solo al comando. Giusto o sbagliato, c’è poco da sorridere.

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