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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, ancora ultimo e non per caso

L’Atalanta vince 2-1, si porta via i 3 punti e inchioda i rossoblù in fondo alla A. A tratti atteggiamento, concentrazione e reattività. Ma non basta per evitare la quarta sconfitta di fila

Un tifoso segnala un bel titolo: Primo, non prenderle! Detto che tra Keita Bladè, Dalbert, Walukiewicz (ma che fine ha fatto?), Ceppitelli (sarà la gara numero cento che salta per acciacchi vari) e Caceres (squalificato per l’incredibile lo scivolone di Bologna!) le assenze ci sono, Mazzarri tiene in panca Pavoletti – non si conoscono eventuali problemi fisici – e gioca con un trequartista e un esterno in attacco. La scelta non dev’essere stata facile. Ma le prelessità rimangono: a giocarla dietro, con una linea che va da Bellanova a Lykogiannis. Con Carboni, Godin e Zappa a reggere l’urto ospite. In mezzo Strootman, in difficoltà, Marin e Deiola. L’Atalanta? Forte in campo e in panca, inutile sottolineare organico e potenzialità. Il Cagliari ci ha provato. Ma con alcune fiammate è complicato invertire la rotta.

ENNESIMA SCONFITTA. Ha smesso di piovere ma sul Cagliari grandina sempre e comunque. Quarta sconfitta di fila, otto in tutto dopo dodici giornate. Un dramma. E in campo l’inferno si mostra subito: Pasalic va in gol al 6′. Basta un pressing appena accennato all’Atalanta per sbloccarla. La serata si apre al peggio. Mazzarri lancia la giacca lontano. La squadra, almeno sul agonistico reagisce. Ma il divario fisico, tecnico e organizzativo era e rimane pesante. L’Atalanta dà la sensazione di poter passare a piacimento. Ma la barriera regge. Nandez e Joao non si trovano di un niente al limite dell’area, mentre Cragno sforna un miracolo in uscita su Zapata. Poi, ci pensa JP10: lancio perfetto di Godin, stop, controllo e pareggio con Demiral che devia leggermente alle spalle di Musso.

Si riparte. L’1-1 (7 gol in stagione del brasiliano, 65 in A) è grasso che cola. Gasperini urla come un ossesso. Il Cagliari galleggia ma da dietro è inesistente o quasi la costruzione palla a terra. Manca un play e non è una notizia: “Ci avrebbe fatto comodo anche Cigarini dice un tifoso con una smorfia. Godin argina Zapata, Bellanova conferma cose buone. Dal gioco vengono presi fuori tempo Marin, Strootman e Deiola: la mediana filtra male, si muove in ritardo, la palla va troppo spesso dietro. Si dirà: hai di fronte l’Atalanta. Vero. Ma l’atteggiamento, tra idee mancanti e qualità, è quello già visto, e perdente, anche con le parigrado. Gli ospiti traccheggiano e non sfondano. Il Cagliari ha almeno due fiammate che si spengono sul fuorigioco, in pratica la battuta lunga e a sorpresa per JP10 e Nandez. Poi, riappare Zapata: 2-1. La rete arriva al termine di una sequela di errori tecnici individuali da mani nei capelli. Si chiude con 1 tiro in porta contro i 9 dei bergamaschi, 34 per cento di possesso palla vs 66, 119 (7passaggi e 253, 0 e 3 angoli.

TIMIDI SEGNALI. Deiola in doccia, Grassi in campo dal 1′. Ma è Bellanova, ottimo inserimento, a calciare alto di destro. Peccato. Il piglio è dignitoso, ma non basta. Anche perché l’Atalanta palleggia con buona velocità e mette anche sei giocatori sopra la palla. Piccinini fischia il rigore su Carboni che calcia e prende palla e Pasalic. Chiffi, al Var, lo chiama. L’arbitro ci pensa, vede e rivede la scena e revoca la decisione. Ai moviolisti la risposta. Intanto, scampato pericolo. Scocca l’ora di Pavoletti. Il centravanti subentra a Strootman. Gasperini inserisce Ilicic per Malinovskyi e Lovato per Koopmeiners. Il possesso dell’Atalanta a tratti è asfissiante, il Cagliari si piazza a cinque dietro. Si soffre. Ma una ripartenza, come chiede Mazzarri, mette i brividi a Musso. Purtroppo Nandez è in offside. Si nota spirito di sacrificio, buon segno.

La partita negli ultimi 20′ si accende. Ilicic costringe Cragno alla paratona, dall’altra Pavoletti non conclude a meglio un’azione ben congegnata. Gli ospiti non la chiudono con Pasalic e Zappacosta. Esce tra gli applausi Bellanova, Pereiro in campo. Pavoletti sfiora la traversa di testa, specialità della casa. Cragno si distende e dice no a Zapata. Mazzarri si volta. Chiama Farias per Zappa. Zappacosta, Zapata e Ilicic danzano in area: ma la presunzione non butta la palla dentro. Gasperini si ricorda di avere in panca il campione d’Europa, Pessina. Lo butta dentro con Pezzella. Escono Freuler e Pasalic. Piccinini fischia. Si chiude con gli ospiti che dominano: 254 passaggi contro 265, 19 tiri contro 6. La curiosità? L’Atalanta percorre 103,4 chilometri, il Cagliari 111,2. Dopo la sosta si va a Sassuolo da ultimi in classifica con 6 punti. C’è poco da aggiungere.

NOTARELLE

I BUONI SONO SCAPPATI. Seimila976 spettatori, 95.758 euro di incasso. La soglia delle dodicimila possibili presenze è malinconicamente distante. Nonostante i prezzi finalmente in linea con classifica, presumibile spettacolo dopo un avvio casalingo disastroso, momento economico di sofferenza palpabile per le famiglie. I 15 euro in curva e i 20 in Distinti sono il prezzo giusto e “intelligente” per la sfida a una squadra che gioca in Champions, è reduce dalla sfida al Manchester di Cristinao Ronaldo ed quarta in classifica con la Roma. Erano un azzardo assurdo e provocatorio, e infatti fallimentare. i 25 con lo Spezia e i 30 più cinque con la Roma. Sì, la stalla è stata chiusa e aperta con poco buon senso.

LA RECITA. In tv parla il dg, che tanto per far capire quanto sia salubre l’aria societaria, cita ma non chiama per nome il ds, Stefano Capozucca. Il presidente invece sta a casa. Pare sia avvilito e deluso per il poco attaccamento alla maglia. Il club si era sbrigato a far sapere, con puntuali foto al seguito, che in settimana ha presenziato a un allenamento. Allora, al di là di tutte le dinamiche e gli scongiuri del 99,9 per cento dei tifosi, ma non sarebbe meglio stare vicino alla squadra disinnescando metodiche stantie e, lo dicono i numeri, poco produttive? Curiosa e coincidente anche la visibilità data al pranzetto tra l’imprenditore selargino Roberto Felleca e il patron. Per qualcuno, il lunch sa di cartone. Oppure, è un ulteriore tassello che può condurre ovunque. Anche alla cessione. Magari per mettere fretta ad altri possibili acquirenti. Vedremo.

DUE BUONE NOTIZIE E MEZZO. News numero 1: il continuo e genuino incitamento dei ragazzini della Scuola del tifo. E anche la Nord non molla. Bene. 2) La sala stampa che si riapre ai cronisti grazie al puntiglioso lavoro dell’Ussi regionale guidata da Paolo Mastino. Infine, la mezza: Cragno convocato da Mancini tra i 28. La chiamata arriva in uno dei passaggi più delicati – difende i pali di una squadra ultima in classifica che ha subito 25 reti, peggio ha fatto solo lo Spezia (26) – della carriera del portiere di Fiesole. Un attestato di stima del ct. Si spera.

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