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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Riccardo: un brutto fallo da dietro!

Problemi cardiologi bloccano Ladinetti per tre mesi. Carattere, determinazione e amore per il calcio saranno importanti per ridare il regista al suo mondo

Quando lo sguardo perplesso degli specialisti ti leva il fiato. E un certificato medico, dalla grafia che pare mischiare aramaico e curdo, ti danno una conferma straziante: hai vent’anni, sei un regista che promette più che bene. Ma devi fermarti. Tre mesi in freezer. Riccardo Ladinetti, come ha detto dagli Emirati, Walter Zenga, il tecnico che l’ha fatto debuttare in A, “è forte. Il suo carattere lo aiuterà”. Ecco, questo è uno di quei momenti dove colori, curve, stop e visione contano poco. Meno che mai interviste, carriera, automobili e vestiti griffati. Il baby play maker del Cagliari, la sua famiglia, i suoi amici e una vita che andava presa da vincente, sono stati, per il momento, sgambettati. Da dietro, da rosso diretto. Perché la carriera di Riccardo andava dritta dritta verso la porta avversaria. E difensori, eccetto uno, non c’era traccia. Rimaneva il portiere. Ma quello, fosse stato Donnarumma o Neuer, lo avrebbe battuto d’istinto.

IL PROBLEMA. I medici del Cagliari, Marco Scorcu e Bob Mura, avevano appurato che fin dai primi test pre ritiro qualcosa nel centrocampista non andasse per il verso giusto. Cagliaritano, ventuno anni da compiere il 20 dicembre, Riccardo è stato fermato per tre mesi. Alterazioni cardiologiche. Saltato il ritiro di PeIo, è stato sottoposto a visite specialistiche sofisticate. La diagnosi non ha lasciato dubbi: sospese per novanta giorni le attività agonistiche, allenamenti inclusi. Una mazzata. E dire che la scorsa stagione era stato bersaglio dell’Inter, alla ricerca di un profilo giovane e pronto per il grande balzo nella zona del campo in cui pensare bene e avere le doti per farlo sono la norma.

Pareva dovesse entrare negli scambi legati alla prima telenovela legata al rientro in rossoblù di Nainggolan. Non se ne fece nulla. Ma Ladinetti aveva già conquistato attenzioni di rilievo. E visto che di registi, con i tempi e le caratteristiche chieste dal pallone moderno, ne circolano pochi, chissà. Ma il tempo non è un avversario, meglio affrontarlo con la testa giusta. Proprio come in regia.

NON SI MOLLA. Riccardo è reduce da una stagione perfetta a Olbia (29 presenze e due reti) in Serie C.  La casa l’anno scorso l’ha spedito in Gallura a mettere su mestiere. Ma, a dire il vero, se proprio non si è voluto tenere conto di quel che il ragazzo della cantera ha messo in mostra con la prima squadra nell’annata apertasi con Maran e chiusa da Zenga, sarebbe stato più che utile anche alla Sardegna Arena. Ma questa è un’altra storia. Adesso, c’è una quotidianità feroce da fronteggiare. Riccardo, piedi, tempi e geometrie innate, da capitano della Primavera ha detto cosa e quanto può fare. Ma è stato solo l’antipasto.

Adesso, c’è da stringere i denti. E siamo certi che si riprenderà e farà anche meglio. Il tempo, gli dei del calcio e dell’esistenza non possono non tenere a mente qualità e meriti. O almeno, dovrebbero. Dal debutto in A contro il Sassuolo (1-1) dello scorso agosto, la storia si è aperta con luci di pregio. Da oggi in poi, Ladinetti dovrà indossare panni irrobustiti da pannelli di quercia e giunco. Roba made in Sardinia. Forza ed elasticità per rispondere con determinazione e lucidità a un incidente di percorso. Siamo certi che saprà farlo. Intanto, tutti noi tiferemo per lui.

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