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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Semplici? È costretto a partire con il piede giusto

Il Cagliari sa di dover tenere i piedi per terra, onesto e trasparente con i tifosi. Strategia che paga meglio di proclami e interviste ad effetto

Partiamo da una considerazione banale: andava fatto o no il monumento a Leonardo Semplici? Direi proprio di sì. I risultati e i fatti non mentono mai. Il Cagliari che in casa perdeva 3-1 con il Parma e si è preso la posta nell’extratime, aveva un piede e mezzo in B. La squadra, tenuta per i capelli dal tecnico, ha trovato tempi e modi per svangarla. Le trasferte di Napoli, Benevento e a San Siro con il Milan sono state, almeno per acume tattico e concentrazione, un piccolo capolavoro. E la sconfitta con il Genoa non ha intaccato il percorso. Bene. Ma la strombazzata zona sinistra, il profumo d’Europa, una rosa che vale il nono monte ingaggi, il decimo posto o almeno un punto in più dei 47 firmati nell’annata di Massimo Rastelli – vero e proprio bersaglio ancora da raggiungere, questione che fa venire capogiri di rabbia all’Uomo solo al comando – sono ancora da cogliere. I rossoblù non chiudono al quart’ultimo posto la serie 2020/21 solo per una risicata migliore differenza reti nei confronti del Torino. Insomma, sedicesimi. E tutti vissero felici e contenti. Con gli yesman societari in corteo a urlare di gioia per lo scampato pericolo anziché trarre insegnamenti dai rischi corsi.

LA STORIA VA AVANTI. Ma il passo indietro è d’obbligo. La miracolosa salvezza acchiappata da Leonardo Semplici non è ancora stata rifinita che il Cagliari si guarda attorno per un tecnico. Possibile tanta irriconoscenza? Sì. Mossa sapiente? Radiomercato, procuratori e ds esperti dicono di no.  Il presidentissimo è appena scampato da una retrocessione annunciata, e da un bagno di sangue economico finanziario, complicato anche dalla pandemia e dall’infortunio di Rog, che va a cercare un altro allenatore. Eppure, il campionato è finito da poche ore. E Semplici? A sapere, e leggersi, che nonostante la clausola che lo lega al club in caso di salvezza, potrebbero indicargli l’aeroporto di Elmas. Dunque, un signore che ha dato una mano decisiva per mantenere la categoria, non ha avuto la certezza di proseguire. Peggio, ti ha appena levato dall’inferno e tu, in barba a strette di mano e accordi, vai in giro a caccia di un altro. Immagino gli strali del lettori-tifosi: basta, ce l’hai sempre con il presidente, ma cosa ti ha fatto, la polemica è fuori luogo, l’importante è che il Cagliari stia in A, eccetera.

JURIC SI, JURIC NO. E siamo, di nuovo, al ruolo del cronista. Il potere trova asilo anche nella mia categoria. E spesso salta il ruolo di cani da guardia al servizio della collettività con tanti che, come diceva Enzo Biagi, si mettono in ginocchio ancora prima che il padrone di turno glielo chieda. In breve, piaccia o meno, sappiate che Juric ha avuto almeno vari contatti con l’Uomo solo al comando. Insomma, il presidentissimo era intenzionato a voltare pagina. Tutto questo Semplici lo sa e lo ha sempre saputo. Ma l’ex Verona ora ha chiesto e messo così tanti paletti (bonus su quasi tutto, dalla salvezza, al decimo posto, dall’avanzamento in Coppa Italia a una percentuale sui giovani da lanciare che generano plusvalenze, oltre ad almeno sei giocatori da comprare di sua fiducia, e l’addio ad almeno una decina di pedine in rosa, più due milioni di euro per tre anni: che Cairo gli ha dato) che il patron ha desistito.

Anche, e qui ci siete voi, perché la piazza ha apprezzato e sostenuto il lavoro di Leonardo. Cacciare Semplici avrebbe provocato cataclismi. Poi, ben assistito da Stefano Capozucca – conoscendo il ds è un mistero che non ci sia stato un ulteriore repulisti anche nel team dirigenziale: ma c’è tempo – è tornato sui propri passi e ha riconfermato l’allenatore toscano. Che nel contempo, da non trascurare, ha visto che in giro grandi proposte alternative ai Quattro mori forse non ce n’erano. “Noi abbiamo fatti quel che dovevamo fare. Ho la coscienza a posto. Ma i matrimoni si fanno in due” le parole di Semplici.

LE NOZZE SONO ANDATE IN PORTO. Dunque Semplici sarà il tecnico rossoblù anche per la prossima stagione. E sa che, se le cose non virano da subito al meglio, potrebbe andare in altalena. Per saperne qualcosa basta una telefonata a Rastelli, Maran, Zenga e Di Francesco. Dunque, si sta cucinando la miscela giusta per un campionato più sereno degli ultimi quattro? Datevi la risposta. Anche perché la passata stagione salvata in extremis, è nata da un mix di insipienze tecnico-tattiche, gestione inadeguata, ingerenze della proprietà, mercato estivo e invernale totalmente sbagliato. Per intenderci, il Cagliari si è salvato con, tra i nuovi (Deiola era di ritorno e sono rimasti in panca Zappa, Tripaldelli, Sottil, Duncan, Rugani, Asamoah, Tramoni, Calabresi!), il solo Godin in campo.

Ma il centrale non ha dato, se non in cinque, sei gare quel di più che vale un ingaggio da tre e quattro milioni di euro a campionato: e infatti si sono subito affrettati a scaricarlo. Intanto, il torneo segnato negativamente dal timoniere Di Francesco – da via Mameli sarebbe opportuno se inviassero un cesto di prodotti enogastronomici sardi al Verona che se lo è ripreso, permettendo la risoluzione di un contratto, incluso lo staff, di circa dieci milioni di euro! – si è chiuso con dubbi pesanti. La permanenza di Nainggolan, ad esempio. Nandez e Cragno sul mercato. Ma se ci fosse un’offerta seria, anche Joao Pedro potrebbe salutare. Il braccio di ferro con Godin e Ceppitelli. L’idea di sbolognare Simeone. Su tutto, il discorso degli ingaggi da tagliare. Impresa complicata, comunque la si rivolti, che gestisce Capozucca.

La prima tappa riguarda i big in uscita. A seguire, ci sarebbero pedine in entrata. Ma per questo c’è tempo. Quel che filtra è un pesante ridimensionamento. Specie sul monte ingaggi. L’Uomo solo al comando ne ha parlato anche su Repubblica, e pare si sia anche lamentato per il trattamento! Calcio in crisi, senza risorse finanziarie. Certo, incassi e merchandising sono mancati, i diritti tv sono arrivati in ritardo. Ma non si può dimenticare chi è l’autore degli stipendi milionari di, per dire, Pereiro, Cerri, Ceppitelli, Pavoletti, Simeone, Nandez e diversi altri. Insomma, chi è causa del suo mal…

NOTARELLA
I tifosi sanno che la giostra del mercato è fenomenale nel mettere sui seggiolini nomi e cognomi per poi scaricarli dopo un giro. Va così. Buon divertimento. E, mi raccomando, forza Cagliari! E anche forza Italia: mi dispiace per chi se la prende con Nicolò Barella. È forte, merita rispetto, è sardo come tutti voi. E fa il professionista.

La questione stadio pare andare avanti. Bel colpo. Ma una domanda è evidente: prima di ipotizzare ristoranti e piscine, boutique di settore e tecnologie, non sarebbe meglio dire ai residenti del quartiere dove andranno ad abitare?

 

 

 

 

 

 

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