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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: il Napoli vendemmia alla Sardegna Arena

Il 4-1 degli ospiti con l’uomo in più per 25′, apre al peggio il 2021. Limiti evidenti dell’organico, notati anche con le parigrado, penalizzano Di Francesco

Eusebio contro Gennaro. Si apre con un gol dalla distanza, l’ennesimo. Con Sant’Alessio che non riesce nell’ennesimo miracolo. Nel primo tempo le dimensioni del match sono a favore degli ospiti. Per palleggio e organizzazione il Napoli annichilisce il Cagliari. E non si tratta dolo di valori tecnici diversi ed evidentissimi, specie a destra. Ma anche di motivazioni, voglia di combattere e fare la partita.  Di Francesco arriva alla quindicesima in affanno, Gattuso viene da un momentaccio. Una sfida tra decimati. Il Cagliari senza Ounas, Rog, Faragò, Klavan, Godin e Luvumbo. Gli ospiti senza Osimhen, Malcuit, Mertens. Più Llorente, in panca, e Milik a casa: entrambi giocherebbero titolari nelle prime dieci d’Europa. Obiettivi, organico, ambizioni e strategie diverse. Ma, più o meno oggettivamente, è il team rossoblù a pagare il prezzo più alto alla gara delle gare. Si rivede Pereiro, bocciato Oliva: altro investimento straniero che pare non attecchire. Eppure, l’ex Psv (preso lo scorso anno a gennaio per risolvere i problemi del Cagliari di Maran che stava perdendo contatto con le prime sei del campionato, quando sarebbe servito un centrale difensivo) non è parso al top.

Unico spunto, un cross morbido per la testa di Joao Pedro, alto sulla traversa. Ma non è la sola scelta che è apparsa deficitaria: Nandez, piazzato con Marin in mediana a dividersi tra Bakayoko e Fabian Ruiz, scompare nella tonnara del centrocampo. Di fatto, addio a imprevedibilità, assist, tiri e guizzi del numero 18. Il Napoli fraseggia e crea occasioni (Insigne, ancora Zielinski, Lozano), il Cagliari risponde con un cross di Sottil. La sensazione? La squadra di Di Francesco manca in determinazione, nell’ultimo passaggio e nelle idee che possono far male a trenta metri dalla porta avversaria. Si gioca, la trincea regge. Ma al 25′ una sassata di Zielinski firma l’1-0. Ospina? Inoperoso. Nota positiva: una ritrovata garra di JP10. Ma non basta. Gli azzurri accelerano. Petagna, di fronte a Cragno, dribbla anche se stesso e l’azione sfuma. Idem Manolas, servito da Insigne. Al 36′ una fiammata di Simeone, su palla regalata da Manolas e Maksimovic, a lato. Come Sottil, su traversone di Zappa.   

UOMO IN MENO. Dopo 20′ della ripresa  il Cagliari è in dieci: Manganiello mostra per la seconda volta il cartellino a Lykogiannis: rosso. Il fallo c’è, ma la decisione pare eccessiva. La partita non può cambiare deriva. Nel frattempo Joao Pedro ha pareggiato (le urla di Gattuso sono da leggenda) e Zielinski si è inventato un numero in area per riportare i suoi avanti. Nel frattempo, Di Francesco ha provato a invertire la rotta: Tramoni per Pereiro e Tripaldelli per Sottil. Notarella sul pareggio: il nono gol in campionato del capitano è nato da una incursione di Nandez, regalato al Napoli a bisticciare in mezzo. In superiorità numerica, il Napoli prova a chiuderla: spocchioso Lozano, rigore in movimento, palla tra le braccia di Cragno. Il messicano, impegna di testa Cragno, poi si riscatta segnando il 3-1 in mischia. E comunque, Gattuso non smette di ringhiare.

Di Francesco scuote la testa: i suoi peccano anche nel far sentire i tacchetti a Bakayoko e soci. E dopo i gol, la squadra tende drammaticamente a sgonfiarsi. Intanto, entrano Politano ed Elmas, escono Petagna e Zielinski. Il torello napoletano è asfissiante. Il Cagliari non molla, ma l’impresa è ciclopica. Cragno viene assediato. Pavoletti per Simeone e Caligara per Joao Pedro sono le risposte del tecnico abruzzese. Il capitano non la prende bene, mentre esce battibecca con Fabian Ruiz. Al 40′ rigore per il Napoli, mano di Caligara  su tiro di Di Lorenzo. Insigne dal dischetto non perdona. I minuti finali, oltre ai vari cambi, rimangono amari: mercoledì arriva il Benevento. E va battuto. Anche perché la classifica, dalla vittoria del Torino al pareggio del Genoa, non sorride per nulla. Il Cagliari è ancora quindicesimo (14 punti) ma dal penultimo posto ci sono appena 3 lunghezze. Mala tempora currunt.

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