L’ex tecnico rossoblù che ha compiuto 72 anni lo scorso gennaio è stato costretto a terminare la sua avventura peruviana a causa di una nuova legge
NON SI MOLLA. “Mi piacerebbe chiudere la carriera al Peñarol”. Intervistato dalla radio Sport890, l’ex tecnico rossoblù Gregorio Pérez dimostra di avere ancora tanta volontà di stare in panchina. “Ho già voltato pagina dopo tutto quello che è successo all’Universitario. Sono una persona che, grazie a Dio, si alza ogni giorno desiderando di continuare a crescere e migliorare”. L’allenatore 72enne è infatti reduce da un’avventura in Perù con l’Universitario de Deportes, conclusasi pochi giorni fa con la rescissione del suo contratto e di quello del suo vice Edgardo Adinolfi.
BEN SERVITO. La vicenda dell’addio di Pérez è molto particolare. Il tecnico infatti ha interrotto questo mese il suo rapporto di lavoro con l’Universitario a causa di una nuova normativa dovuta all’emergenza Coronavirus. Con i suoi 72 anni il mister è considerato un soggetto fortemente a rischio e dunque non può svolgere un lavoro in presenza in Perù. Il club e l’ex rossoblù si sono quindi accordati per una rescissione consensuale del contratto.
LA DECISIONE. “Le attuali normative impongono una serie di obblighi ai datori di lavoro – recita il comunicato del club – con l’obiettivo di preservare la salute e la vita dei lavoratori considerati “popolazione vulnerabile” e che non possono svolgere il proprio lavoro a distanza, esigendo che questi abbiano un certificato di idoneità convalidato dal medico del club, prima della presentazione di una dichiarazione giurata da parte del lavoratore”. Il medico del club ha però stabilito che Pérez fosse da ritenere un soggetto a rischio e quindi impossibilitato a svolgere il lavoro sul campo. Al tecnico non è quindi rimasto che dire addio al Perù.