Il capitano del Cagliari campione d’Italia 1970, nelle dichiarazioni rilasciate a Il Corriere di Verona, apre il baule dei ricordi rossoblù e azzurri
RICORRENZE. “Anno di ricorrenze, questo: il Centenario, poi i 50 anni dello scudetto del Cagliari e di Italia-Germania 4-3…“: il telefono di Pierluigi Cera, negli ultimi mesi, ha squillato parecchio. “Impossibile fare pronostici su Verona-Cagliari. Il punto interrogativo è dato dalla reazione delle squadre dopo uno stop così prolungato, c’è grande curiosità. Ma giocare in uno stadio vuoto suscita grande malinconia: però d’altronde il mondo del pallone è composto da interessi economici consistenti, impossibile non riprendere. A dire la verità non sono particolarmente favorevole…“.
STORIA DEL CALCIO. “Fino al pareggio di Schnellinger al 92°, Italia-Germania all’Azteca fu una partita normalissima. Senza quella rete, in fondo, non saremmo passati alla storia per ciò che accadde dopo. La finale con il Brasile di Pelè? Erano forti, però l’altura giocò un ruolo decisivo insieme alla loro facilità di palleggio e al fatto che facessero girare la palla più che spendere energie. Battere la Germania in semifinale aveva comunque comportato una soddisfazione speciale, anche se in Italia esagerarono con i festeggiamenti… sul Lago di Garda furono buttate in acqua alcune macchine di turisti tedeschi”, ha concluso Cera.