Le polemiche scatenate domenica dalle rivelazioni a posteriori non hanno ancora esaurito la loro portata, tanto che il caso ormai è politico
Se il Valencia piange sul latte versato puntando l’indice accusatorio contro Gian Piero Gasperini, l’Atalanta non ride di certo in attesa che la vicenda si sgonfi da sola e l’Uefa si prende tempo. Anche perché, a dispetto di quanto anticipato da Marca, le richieste di indagini a Nyon e dintorni sono tuttora a zero. Los Murcielagos, nonostante il duro comunicato stampa in risposta alle rivelazioni sui malesseri del tecnico nerazzurro in occasione della trasferta degli ottavi di Champions del 10 marzo scorso, finora hanno fatto solo fumo senza nemmeno mettere l’arrosto in pentola.
UEFA NON PERVENUTA. Neppure il più piccolo accenno alla questione da parte dell’Uefa, che evidentemente ha altro di cui occuparsi, tipo stabilire formula, date e location della regina delle coppe: il 17 giugno l’appuntamento clou del Comitato Esecutivo. Il caso ormai da sanitario e sportivo s’è tramutato in politico, con la ministra della sanità della Comunitat autonoma, Ana Barcelò, a ottenere la risposta indiretta e a distanza del deputato bergamasco Daniele Belotti. Il Gasp e il Coronavirus di cui accusò i sintomi solo il 15 marzo, salvo confessare di non stare bene dal 9: una telenovela.