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Stagione 1995/1996. Cellino porta a Cagliari Trapattoni: ma l’avventura dura solo 21 gare

Dopo aver vinto tanto accetta la sfida dell’allora presidente rossoblù lasciando il Bayern Monaco per rimettersi in gioco. Lasciò dopo il 4-1 con la Juventus

Salutato Oscar Tabarez, , Massimo Cellino si conferma un presidente ambizioso. Dopo un lungo corteggiamento, riesce ad avere il si per allenare il suo Cagliari da Giovanni Trapattoni, tecnico vincente in Italia e reduce da una stagione altalenante in Germania con il Bayern Monaco. Il Trap arriva per dare una svolta al club.

AVVIO DIFFICILE E L’ADDIO. La determinazione dell’allenatore, che guida una squadra di tutto rispetto con Villa, Pancaro, Dario Silva appena ingaggiato, Oliveira e Muzzi, non trova riscontro nei risultati. Tre sconfitte di seguito con Udinese 1-0 al Friuli, Lazio in casa con lo stesso punteggio e 3-1 al Franchi con la Fiorentina, sono pesanti anche per uno come Trapattoni. Che alla quarta giornata, muove la classifica con lo 0-0 casalingo contro la sua ex Juventus. Il 2-1 a Genova con la Sampdoria e il successivo 1-0 ai danni della Cremonese, sembrano dare fiducia all’ambiente. Ma è solo un illusione, perché tra la settima e la nona giornata, arrivano altri tre ko: un pesante per 3-0 a Bari, uno al Sant’Elia 2-0 dalla Roma e quello a San Siro contro il Milan. Dopo quella partita i rossoblù sono terz’ultimi con 7 punti, in piena zona retrocessione, davanti solo a Cremonese e Padova. Un gol di Dario Silva contro il Torino, battuto 1-0 e agganciato in classifica, riporta il sorriso, anche perché la gara successiva (sempre in casa) regala un’altra vittoria: a cadere 2-0 è il Napoli di Boskov, grazie alla doppietta firmata Firicano.

Adesso il Cagliari è come lo vuole Trapattoni: grintoso, in lotta su ogni pallone e mai pago. Il pareggio 1-1 a Piacenza e le successive due vittorie con l’Atalanta per 2-0 e Vicenza 1-0 portano la squadra in zona Uefa, ovvero il traguardo prefissato in estate. Il girone d’andata si chiude con un pesante 4-0, rimediato a San Siro con l’Inter, che proprio Trapattoni guido dal 1986 al 1991, con tanto di record di punti. Fiori e compagni si presentano all’inizio del girone di ritorno con 20 punti, traguardo Europa possibile, e 5 lunghezze di margine sulla zona calda. La prima gara è uno scivolone pericoloso perché, al Sant’Elia il Padova penultimo vince 1-0, la seconda è una mazzata, col Parma che si impone 4-0. Il calo è evidente, anche se il 4-1 all’Udinese di Zaccheroni sembra aver risistemato le cose. In verità quello fu un fuoco di paglia della gestione Trapattoni, prossima a terminare. Il 4-0 a Roma dalla Lazio, il pareggio casalingo con la Fiorentina e soprattutto il brutto ko per 4-1 a Torino con la Juventus, convincono il tecnico di Cusano milanino a parlare con Cellino e discutere in accordo l’addio anticipato. Alcune fonti del periodo parlavano di esonero (il primo nella storia di Trapattoni) ma la versione ufficiale a distanza di 24 anni, resta sempre quella delle dimissioni.

CELLINO, TRAPATTONI E GIORGI. Per sostituire il suo ormai ex allenatore il presidente inizialmente pensa a Edy Reja, ma alla fine è il mister che ha portato il Cagliari fino all’incredibile semifinale di Coppa Uefa contro l’Inter, con il 3-2 in rimonta al Sant’Elia firmato Pancaro (con Giorgi che lo rincorre impazzito di gioia) e il 3-0 a Milano che pose fine ad una comunque avventura dei rossoblù. A raccontare, il 15 febbraio (il giorno dopo l’addio del Trap) di quel 1996 la vicenda, lo stesso allora presidente intervistato da La Repubblica: “Avevo chiamato Reja per conoscerlo, ma la notte di martedì avevo contattato anche altri allenatori. Non Giorgi perché non speravo che fosse disponibile a tornare dopo l’ esperienza di due anni fa”. Reja arrivò a Cagliari a fine mattinata e, dopo un colloquio di circa mezz’ora (dalle 13 alle 13.30) ripartì. A spiegare questa situazione, lo stesso Cellino, che poi chiosa anche su Trapattoni: “Quando ho saputo che Giorgi (contattato da Matteoli ndr) sarebbe tornato volentieri, ho ringraziato Reja che peraltro mi ha fatto un’ ottima impressione, scegliendo quella che credo sia la strada migliore per il Cagliari. Trapattoni? Non volevo licenziarlo. Un uomo di grandissimo valore, non gli avete reso merito scrivendo che l’ ho esonerato, perché il suo è stato un gran gesto. Ho anche pensato di richiamarlo, ero confuso”. Pochi giorni fa, in un evento sul web in diretta per il Centenario del club, alcuni giocatori di quella squadra, parlarono di un feeling mai scoppiato con il tecnico.

IL RAMMARICO DEL TRAP E LE PAROLE DI CELLINO A VIDEOLINA

DECIMO POSTO FINALE. La seconda gestione Giorgi con il Cagliari culminerà con il decimo posto finale, ottenuto tra la ventiduesima e la trentaquattresima giornata, di un campionato in quel periodo, a 18 squadre. L’esordio, il 18 febbraio, è perfetto. La Sampdoria di Eriksson cade 3-0 in Sardegna sotto i gol di Napoli, Oliveira e Bisoli, al termine di una grande gara giocata dagli isolani. Una settimana dopo, in casa della Cremonese ultima in classifica guidata da Simoni, luce spenta e ko per 3-1.  In casa la squadra non delude e batte 4-2 il Bari. All’Olimpico contro la Roma dell’ex Mazzone, è 1-1. Nella sagra delle autoreti (prima Napoli e poi Oliveira, il Milan si impone 2-1. Il Cagliari tiene a distanza il Torino, pareggiando 1-1 al Delle Alpi.

Anche a Napoli la classifica, grazie allo 0-0, è mossa. Un altro 0-0, stavolta in casa col Piacenza, precede la battuta d’arresto a Bergamo contro l’Atalanta che si impose 3-0. Il successo per 2-0 sul Vicenza, è la quasi certezza della salvezza. Confermata dallo 0-0 casalingo successivo contro l’Inter. La sconfitta a Padova per 3-1 contro una squadra retrocessa anticipa il 2-0 sul Parma, che sancisce il decimo posto finale con 41 punti, al pari di Napoli e Udinese.

COPPA ITALIA. Dopo il sofferto 4-3 sulla Lucchese avanti 2-0 a fine primo tempo (arrivato ai supplementari con il gol di Dario Silva) arriva la qualificazione al turno successivo. In questo caso anche la Sampdoria, ko 2-1 si arrende, mentre lo stop arriva dall’Atalanta ai quarti. Non basta l’1-0 firmato O’Neill all’andata. A Bergamo la sfida di ritorno terminò 4-2 per gli orobici, in gol sul 2-2 con 2 reti negli ultimi 12’ più recupero.

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