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Passetti: “Fondamentale rinnovare il calcio. Il nuovo stadio? Il progetto è avviato”

Dopo l’intervento domenica sera a La Domenica Sportiva, il dg del Cagliari ha rilasciato una lunga intervista a Tutto Mercato Web . Vari i temi trattati

Lunga intervista del DG del Cagliari Mario Passetti a Tutto Mercato Web. Il tema del momento, il Coronavirus, ma anche le difficoltà, lo sguardo alla ripresa e il nuovo stadio, tra gli argomenti trattati. Dal 1° marzo – ricorda Passetti – abbiamo dovuto interrompere le attività, dal 9 marzo si è interrotto tutto, il Cagliari si è come fermato in ogni suo settore. L’agenda, dal lavoro di quotidianità, è diventata gestione dell’emergenza. E abbiamo dovuto prendere scelte dolorose sui nostri dipendenti che non posso fare altro che ringraziare col cuore.”

“Occorre un accordo con i calciatori, su questo la Lega di Serie A ha dato un messaggio unitario in un momento difficile, basato su un principio chiaro: laddove le prestazioni non siano eseguite non c’è il diritto alla corresponsione del relativo emolumento. Mi auguro  – ha proseguito il dg – si passi presto dalle parole ai fatti e si trovi subito un accordo di buon senso, anche per rispetto di chi ha già iniziato a subire gli effetti di questa crisi. Ogni società lavorerà come può e crede ma il principio per cui ognuno debba fare la propria parte non è messo in discussione da nessuno e questo è molto importante”.

Il CALCIO. Il nostro sport rappresenta un indotto da 4,8 miliardi, è una delle industrie di questo Paese: produce più di 1 miliardo tra contributi fiscali e previdenziali, l’1% del Pil dell’Italia – ricorda Passetti a TMW –  È un settore dal quale dipendono decine di migliaia di famiglie, non solo i calciatori e i dirigenti di A. Gli effetti della crisi ricadranno in maniera rilevante su tutto il sistema calcio: se oggi ci si interroga sul fatto che il campionato possa essere concluso è perché a cascata ne beneficerà tutto il mondo del calcio”.

“A mio parere serve modificare la Legge Melandri, che non risponde più ai canoni attuali. Serve una distribuzione dei ricavi sì meritocratica ma più equa. Basti vedere quella in Inghilterra e la nostra: prendiamo quel che accade oggi per trovare nuovi equilibri. Serve incoraggiare gli sponsor a restare nel calcio, dando loro sgravi fiscali. E per chi lavora in modo virtuoso con gli sponsor, per non trovarsi a dipendere solo dagli introiti dei diritti tv, non perdere il loro supporto è una questione fondamentale”.

IL NUOVO STADIO. “Il nostro progetto stadio è avviato. Eravamo all’inizio della progettazione definitiva: con Regione e Comune stavamo ragionando sull’opportunità di non realizzare aree destinate a spazi commerciali ma ad altri scopi. Dato che noi avremo una concessione di 50 anni, ma non la proprietà dello stadio (c’è una grande differenza), il motivo di realizzare gli spazi commerciali era solamente quello di trovare i fondi per costruire lo stadio stesso. Se questo introito fosse coperto dalla pubblica amministrazione si potrebbe realizzare in quelle aree qualcosa di più utile alla comunità così da non danneggiare il tessuto commerciale locale già ampiamente colpito da questa drammatica crisi”.

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