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Coronavirus, Gravina pensa ad una nuova Serie C a 20 squadre , Sibilia a far ripartire la LND

L’idea del numero uno della FIGC sarebbe quella di una terza serie con le big tra le quali Avellino, Palermo e Olbia e il ritorno alla C2 per le altre

Che la Serie C abbia bisogno di un netto cambiamento per sopravvivere è cosa ben nota a tutti. Purtroppo  l’emergenza legata al Covid-19 sta creando grosse problematiche anche alla terza realtà professionistica italiana del calcio, mettendo in evidenza tutte le fragilità economiche di un sistema che non riesce più a reggersi sulle proprie gambe. La palla è quindi passata nelle mani delle istituzioni, che da qualche mese si stanno trovando a fare i conti con uno dei momenti storici più complicati della storia dello sport in Italia. E la Serie C, resta uno dei punti di massima difficoltà, viste tutte le complicazioni legate agli interessi in ballo, al numero di squadre e alla debolezza economica. Ecco perché Gravina, presidente della FIGC, sta pensando di riformare dalla base il modello della Serie C, riportando alla luce la vecchia C2, che potrebbe andare ad accogliere tutte quelle realtà che non sono in grado di sopportare il peso del professionismo dal punto di vista finanziario.

Va comunque scritto che, l’idea al momento è poco più di una suggestione, ma c’è l’intenzione di creare una Serie C composta da 20 big, tra le quali ci potrebbero essere Avellino, Palermo e Olbia, e andare nel contempo a riformare la C2, che diverrebbe un campionato semi-professionistico, e quindi più facile da sostenere per i club, nel quale confluirebbero le altre  40 società, anche perché una Serie C a 60 squadre non è più sostenibile e il taglio delle squadre si fa sempre più urgente.

LND. Intervenuto giovedì notte a Sportitalia, anche il numero uno dei Dilettanti Cosimo Sibilia, si è espresso per il ritorno in campo a emergenza finita: “Aspettiamo senza fare previsioni, che possono essere smentite da un giorno all’altro. Come LND vogliamo portare a termine il campionato, perchè il giudice deve essere il campo e vogliamo raggiungere questo obiettivo, quando le condizioni saranno ottimali. Sono il responsabile di una miriade di società: 12000 atleti, 60000 squadre con oltre un milione di tesserati e organizziamo circa 550-600 partite l’anno. Siamo stati i primi a fermare il campionato, e per questo ringrazio anche i comitati regionali. Non vogliamo mandare nessuno allo sbaraglio. Vogliamo impiegare 40 giorni per chiudere il campionato. Si riparte dall’ultima giornata e si completa (8 partite nei Gironi del Sud e 11 per quelli colpiti dal Coronavirus). Se ci saranno le condizioni, ci si potrà allenare quanto prima, ma dobbiamo aspettare i fatti. Noi siamo pronti a discutere il tutto e raggiungeremo il risultato. Serve un fondo per questi calciatori, che vivono con i 1000 euro di rimborso spese. Dobbiamo essere sensibili e aspettiamo le decisioni. Rischieremo di perdere il 30% delle società, che moltiplicate per le squadre saranno circa 18mila: siamo lo specchio del paese”.

 

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