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Milan, Uefa boccia il fair play finanziario. Europa League a rischio

Secondo no dopo quello del dicembre scorso al patteggiamento. Il club sarà giudicato nelle prossime settimane. Fiorentina al posto dei rossoneri?

La commissione disciplinare competente dell’Uefa ha negato al club rossonero quel particolare accordo attraverso il quale sono concordate sanzioni e percorso di rientro nei parametri stabiliti dal Financial Fair Play.

RINVIO A GIUDIZIO FISSATO PER GIUGNO. Di fatto arriva il no al patteggiamento della pena.  Oltre a negare il patteggiamento, la Uefa ha rinviato il club a giudizio a metà giugno, con prospettive non certo positive. Infatti si potrebbe andare imitazione della rosa, blocco del mercato e addirittura l’esclusione dalla prossima Europa League.

IL COMUNICATO DELLA UEFA
La camera di investigazione dell’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA (CFCB) ha deciso di rinviare l’AC Milan alla camera giudicante del CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule). Dopo un attento esame di tutta la documentazione e delle spiegazioni fornite dalla società, la camera di investigazione ritiene che le circostanze del caso non consentano la conclusione di un settlement agreement.

Nello specifico, la camera di investigazione è del parere che permangano ancora incertezze sul rifinanziamento del prestito e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018. La camera giudicante prenderà una decisione in merito a tempo debito. Durante il mese di giugno, la camera di investigazione comunicherà eventuali altre decisioni in merito al monitoraggio delle società sotto indagine o che hanno concluso un settlement agreement.

LE PAROLE DELL’AD DEL MILAN FASSONE
“Mi sembra importante che il Milan assuma una posizione chiara dopo aver letto il comunicato della UEFA. Documento il quale mi ha generato sorpresa e molta amarezza perché mi attendevo che la UEFA ci offrisse un settlement agreement, me lo attendevo perché da quando il Financial Fair Play è in vigore, è sempre stato offerto a tutti i club in situazioni analoghe a quella del Milan. La storia la sapete, noi siamo andati all’UEFA la prima volta 15 giorni dopo il closing, quindi ovviamente in condizioni estremamente premature per presentare dei piani, ci siamo rotornati a novembre dello scorso anno per discuetre del Voluntary Agreement, di cui avevamo diritto in quanto la proprietà era cambiata nel corso del 2017. Non ci è stato consentito perché la commissione riteneva opportuna la garanzia bancaria da 165 milioni da parte della holding”.

“La UEFA ora però non ci concede il settlement per il fatto che la holding non abbia rifinanziato il debito con Elliott getta delle nubi sul futuro della società. Ma questa ipotesi non tiene conto la nostra proposta di sentire il nostro finanziatore che è Elliott che ha garantito anche per scritto una continuità dell’azienda, ma anche ai continui adempienti della proprietà del Milan come gli aumenti di capitale che sono stati versati con regolarità”.

Francamente ci sono rimasto male. Il dossier che dovevamo fare l’abbiamo fatto, poi ci sono dubbi che riguardano altri aspetti. Da domani parte l’analisi del dispositivo da parte dei nostri legati, averci deferito rappresenta un danno importante sotto il profilo dell’immagine, valuteremo con grandissima attenzione. Ci auguriamo di una valutazione serena, riporteremo dati con la massima serenità, ricordiamo che il Milan di oggi deve pagare delle violazioni che vanno dal 2014 al 2017 qiundi la proprietà era assolutamente diversa. Il rinvio comunque ci getta nell’amarezza e credo che la società meritasse un settlement che però non è arrivato”

 

 

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