La Nuova Sardegna ha intervistato l’ex difensore del Cagliari degli anni Settanta Mario Valeri. Di origini sassaresi, si trasferì poi in rossoblù e per questo non fu mai perdonato dai suoi concittadini. Il rapporto con il grande Riva, i duelli con gli attaccanti dell’epoca
TUTTO D’UN PEZZO. Mario Valeri – terzo in piedi da sinistra nella foto – è nato a Sorso (Sassari) il 13 settembre 1949. Difensore non particolarmente dotato dal punto di vista tecnico, sapeva però farsi valere in marcatura sugli attaccanti avversari grazie a fisico e cattiveria agonistica. Si trasferì alla Torres e da qui al Cagliari nel 1973, dopo una breve parentesi alla Lazio. Con la casacca rossoblù Valeri giocò cinque campionati e oggi, in pensione, segue ancora con passione il calcio e il Cagliari.
RICORDI. Valeri rievoca la grande emozione del suo debutto in Serie A al San Paolo di Napoli davanti a uno stadio stracolmo: marcò Beppe Savoldi, uno dei bomber più temuti dell’epoca, e ricevette la carica di Albertosi prima dell’ingresso in campo. Un esordio festeggiato al ritorno a Cagliari con lo champagne e il brindisi nello spogliatoio con la squadra. E poi, l’esperienza indelebile di aver giocato insieme a Gigi Riva, “Un onore. Gigi mi voleva bene”.
LO SGARBO. Valeri racconta del suo passaggio dalla Torres al Cagliari, vissuto come un vero e proprio tradimento a Sassari. Insulti a non finire. Ma quando portò Gigi Riva in visita a Sorso, fu un’autentica festa. L’ex difensore segue ancora con passione le vicende del Cagliari. Crede nelle potenzialità di Barella, le doti di Pavoletti e nelle capacità della squadra.