Gigi Riva è reduce dal grave infortunio contro l’Austria a Vienna, che avrà gravi ripercussioni sulla stagione del Cagliari. Mentre è ricoverato a Firenze, accade l’impensabile
(Fonte: Il Corriere della Sera, 3 novembre 1970)
PELLEGRINAGGIO. Gigi Riva è fresco reduce dal grave infortunio alla gamba destra riportato in Austria-Italia al Prater di Vienna, dopo l’entrata di Hof che gli ha causato la frattura del perone e lo strappo del legamento mediale tibio-tarsico. Il campione è ricoverato a Firenze, dove viene aiutato con blandi sedativi per dormire e farmaci per agevolare la detumefazione dell’arto, in attesa dell’intervento chirurgico per la riduzione definitiva della frattura. Concessa alcuna telefonata, tantomeno visita. Ma questo non fa desistere la corposa schiera di giovani ammiratrici, che si recano in pellegrinaggio in ospedale. Ragazze che portano una rosa, chi attende ore in silenzio o chiede di vederlo: tutto inutile.
AUDACIA. Però, come si dice, la fortuna aiuta gli audaci. Una ragazza, particolarmente scaltra, mette a segno un piano per arrivare al bomber: dice al portiere che vorrebbe far visita alla zia. Fornisce l’inventato cognome Taldeitali, che ovviamente non appartiene ad alcun paziente. Ma lei riesce a essere convincente giocando la carta di una possibile registrazione con il cognome da nubile. Il portiere abbocca. La giovane donna scopre in breve in quale stanza si trova il calciatore del Cagliari, trovando però chiusa la porta. A quel punto si infila letteralmente nella stanza accanto, dove è ricoverato un signore sconosciuto: e aspetta il momento giusto. Quando sente aprirsi la porta della camera di Riva si fa trovare davanti al letto di Rombo di Tuono, riuscendo a ottenere l’autografo del cannoniere prima di venire trascinata via da un’infermiera. Per il Mito, questo e altro!