Oggi alla guida del Südtirol alla prima esperienza in Serie B, Pierpaolo Bisoli ha rivitalizzato una squadra ultima in classifica: ma sabato tornerà prepotente il passato…
COMBATTENTE. Cagliari è stata la piazza che ha portato Pierpaolo Bisoli nel calcio che conta. Scoperto in Serie C2 nel 1991, arrivò in Sardegna da autentico sconosciuto. Centrocampista grintoso, combattente carismatico, spinse la sua dedizione alla maglia rossoblù al massimo fino a mettere sul tavolo due gravi infortuni contro Udinese (gennaio ’94) e Fiorentina (dicembre ’96). Ma “Bisolone”, come soprannominato affettuosamente dalla piazza cagliaritana, è riuscito a risollevare la propria carriera ugualmente. 164 presenze in campionato con 5 reti realizzate in 6 stagioni per lui, protagonista – solo marginale, per la prima frattura alla gamba destra – pure della cavalcata UEFA 1993-94. Un beniamino rimasto amatissimo nel tempo.
OGGI. La poco soddisfacente avventura da allenatore nel 2010, durata solo 12 partite, non ha scalfito il rapporto profondo tra Bisoli e Cagliari. Nei giorni scorsi, in un’intervista, ha ammesso con umiltà come abbia cercato di attecchire in massima serie come tecnico, ma senza successo: almeno per il momento. L’anno scorso ha salvato il Cosenza con un’impresa. Oggi ha rivitalizzato la matricola Südtirol, alla prima esperienza assoluta in Serie B, dopo averla presa in mano all’ultimo posto e con zero punti in classifica: è imbattuto grazie a 18 punti in 8 match, grazie a 5 vittorie e 3 pareggi. Insomma, un osso duro e un cliente scomodo per i rossoblù, alle prese con un periodo complicato. Ma, c’è da scommetterci, il combattente Pierpaolo Bisoli avrà sabato il cuore diviso a metà. Perché un amore profondo non si dimentica.